Comincera’ il 21 luglio prossimo il processo disciplinare a Luca Palamara, accusato con cinque ex consiglieri del Csm – Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre, Gianluigi Morlini e Luigi Spina – e con il deputato di Italia Viva Cosimo Ferri (giudice in aspettativa) di aver tenuto condotte scorrette nei confronti di colleghi magistrati e di aver interferito nell’attivita’ di organi costituzionali. La vicenda e’ quella ormai nota della riunione notturna, l’8 maggio del 2019, all’hotel Champagne di Roma, a cui partecipo’ anche il deputato del Pd Luca Lotti (imputato dalla procura di Roma nel processo Consip). Palamara e gli altri magistrati chiamati a comparire con lui tra 20 giorni davanti alla Sezione disciplinare del Csm discutevano della nomina del nuovo procuratore della capitale che doveva succedere a Giuseppe Pignatone. Quella conversazione venne captata tramite un trojan inserito nel cellulare del pm romano, indagato per corruzione dalla procura di Perugia, che ha intanto fatto cadere nei suoi confronti l’accusa principale: aver preso 40mila euro per pilotare una nomina alla procura di Gela. In quella riunione notturna, almeno secondo l’atto di incolpazione con cui a giugno dello scorso anno venne avviata l’azione disciplinare, politici e magistrati parlarono anche di una strategia per “danneggiare” uno dei candidati alla procura di Roma – il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo- e per “enfatizzare” invece il profilo professionale di uno dei concorrenti, il pg di Firenze Alfredo Viola, che 15 giorni dopo ottenne dalla Commissione per gli incarichi direttivi del Csm la maggioranza dei voti (ma con Creazzo e il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi come candidati di minoranza). Scoppiato lo scandalo, si riparti’ da zero. Il 4 marzo di quest’anno il Csm ha nominato Michele Prestipino procuratore di Roma, ma ancora la parola fine non e’ stata scritta visto che i candidati iniziali hanno tutti impugnato la decisione di Palazzo dei marescialli. “Sono certo di chiarire tutte le situazioni che mi riguardano, compresi i giudizi espressi sui miei colleghi”, ha detto oggi Palamara, parlando del suo processo disciplinare.Lui – che da luglio dell’anno scorso e’ sospeso dalle funzioni e dallo stipendio ed e’ stato appena espulso dall’Anm di cui e’ stato presidente, per gravi violazioni del codice etico – intende rimanere in magistratura. E’ convinto che il sistema giustizia vada “rivisitato” e “da ex uomo delle correnti” teme una sola riforma: il sorteggio per la composizione del Csm. Intervistato da Fatti e misfatti, programma di approfondimento di Tgcom24, Palamara ha anche parlato del caso giudiziario che riguarda Silvio Berlusconi, tornato alla ribalta per l’audio rubato del giudice Amedeo Franco, intanto deceduto: “conosco dei pezzi importanti di questa storia. Oggi da osservatore esterno dico che sono accaduti dei fatti rispetto ai quali deve essere interesse di tutti chiarire e comprendere che cosa e’ accaduto”.