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Politica

Il 2019 sarà l’anno del cambiamento? Gli italiani lo sperano, di sicuro cambierà qualche ministro al Governo per renderlo più solido

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Il premier Giuseppe Conte ne ha fatto cenno, salvo poi fare dietrofront, ma l’idea di un rimpasto di governo circola da tempo tra M5S e Lega. E’ un’idea che parte soprattutto dall’area pentastellata, che potrebbe coinvolgere i dicasteri economici o comunque “gestori” di soldi pubblici e che si e’ autoalimentata dalle continue tensioni con la Lega su materie delicate, come il fisco. A manovra quasi approvata e a negoziato con l’Ue chiuso, questa idea non dovrebbe sfondare per l’immediato, anche se in ambienti di maggioranza non e’ assolutamente da escludere in tempi piu’ lunghi. Un eventuale “aggiustamento” nell’esecutivo servirebbe, per alcuni ambienti M5s, a blindare ulteriormente il governo dalle spinte centrifughe leghiste. Spinte che potrebbero riaccendersi, nel breve periodo, non tanto sulla Tav, ma sul nodo delle autonomie di Lombardia e Veneto. Sul tema, da un lato Matteo Salvini non e’ disposto a fare neanche mezzo passo indietro (sotto il pressing dell’elettorato del Nord e di un governatore forte come Luca Zaia) e dall’altro Luigi Di Maio deve fare i conti per l’ennesima volta con la fronda interna, a partire dai dissidenti a Palazzo Madama. Anche se, al di la’ dei diversi nodi irrisolti, sembra che gli ultimi battiti del 2018 abbiano mitigato le tensioni tra due alleati, consapevoli – come piu’ di un parlamentare osserva in Transatlantico – che andare al voto nel 2019 lasciando irrisolto il rebus dell’aumento dell’Iva potrebbe essere un boomerang dai caratteri cubitali. E chissa’ che a stemperare le tensioni interne non abbia contribuito anche la cena organizzata il 23 dicembre dal premier con i suoi ministri, con tanto di pensierino natalizio per i due vicepremier. In questo contesto potrebbe avere luogo un “tagliando” del contratto di governo, comunque non in tempi brevi, sul quale anche Conte – dopo Salvini e Di Maio – questa mattina si e’ soffermato. E a questa verifica si potrebbe accompagnerebbe l’idea del rimpasto. Nei corridoi parlamentari si rincorrono i rumors di un “trasferimento” di Laura Castelli dal Mef ad altro dicastero (al Mio, forse, dove c’è Toninelli non esattamente osannato dal Movimento) dopo alcuni corto circuiti sul dl fisco e sull’Ires al volontariato. Qualcuno, alla Camera, non nasconde una certa insofferenza dell’altro sottosegretario al Mef del M5S, Alessio Villarosa. Mentre sul titolare del Tesoro, nonostante i rapporti con il M5S siano piuttosto tesi, non tira, al momento, aria di dimissioni. Ma, nel caso Tria dovesse lasciare, sarebbe la Lega a puntare sul Mef, magari con un upgrade del viceministro Massimo Garavaglia. Gennaio potrebbe essere invece il mese del nuovo presidente Consob per il quale- al momento – il problema sembra tutto interno al M5S: una parte spinge infatti per Marcello Minenna, sul quale non sembra esserci, sempre secondo voci provenienti dalla maggioranza, unanimita’ pentastellata e gradimento del Quirinale. Sara’ Conte, come sottolineato dallo stesso premier, a gestire in prima persona il dossier in accordo con il Colle. Quello stesso Conte che, davanti ai giornalisti, si e’ esposto sensibilmente per difendere Di Maio e il reddito di cittadinanza, dando ulteriore prova di un rafforzamento del sodalizio tra il capo del governo e il Movimento. Di Maio non potra’ non tenerne conto mentre, assieme a Alessandro Di Battista, preparera’ a cavallo di Capodanno la strategia di rilancio in vista delle Europee.

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Conte alla prova della costituente, incognita Grillo

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In ballo c’è il futuro del Movimento, con la regola del doppio mandato, il nome e il simbolo. E perfino gli incarichi di Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza) e di Beppe Grillo: nessuno dei due può essere sicuro che lunedì ricoprirà ancora lo stesso ruolo. E poi c’è un’incognita più contingente, che però incide molto sul clima – se non sull’esito – della Costituente M5s, che si aprirà nelle prossime ore a Roma: la presenza del Garante. Grillo ha saputo tenere alta l’attesa, anche se i beninformati dicono che difficilmente si farà vedere di persona. “E’ imprevedibile, magari farà un collegamento video”, azzarda qualcuno. Per adesso, però, agli organizzatori non è stato comunicato nulla. “In ogni caso – fanno sapere – massima disponibilità a dargli la parola”.

L’altra incognita, stavolta legata al regolamento, è quella del quorum: gli iscritti sono 88.943 e perché siano valide le decisioni su alcuni temi, come il ruolo del garante o il cambio del nome e del simbolo, dovrà votare la maggioranza più uno. E’ un passaggio tecnico ma anche politico. E infatti nel M5s qualche preoccupazione c’è. Già da giorni, la truppa dei parlamentari vicini a Conte mette in guardia dal “sabotaggio”, cioè da un’azione pro-Grillo che sarebbe in corso per incentivare l’astensionismo, in modo da vanificare i voti “di peso” e quindi l’esito stesso della Costituente. Che, ogni ora di più, assume l’aspetto del duello fra Conte e Grillo.

E’ vero che si tratta di un passaggio pensato per ridisegnare e quindi rilanciare un Movimento uscito con le ossa rotte dalle ultime tornate elettorali, ma è anche vero che sia il presidente sia il garante hanno finito per personalizzarlo. Grillo cercando di minare fin dall’inizio il percorso, Conte mettendo sul piatto la sua stessa permanenza alla guida del M5s. Fra le decisioni che i militanti sono chiamati a confermare o a sconfessare, infatti, c’è anche quella sul campo progressista. “Se questo fosse messo in discussione con una soluzione interamente opposta ne trarrei le conseguenze – ha detto Conte – E questa si chiama coerenza”. Mentre non si è sbilanciato sugli altri temi che animano il dibattito nel M5s, come il doppio mandato e il nome.

“Sono in ascolto della comunità – ha detto Conte – lasciamo che decida. Ci sono tantissime altre urgenze, dalla sanità al lavoro sottopagato, al contrasto dell’evasione fiscale, giustizia, transizione ecologica. Tantissime questioni che definiscono i nuovi obiettivi strategici su cui tutti i nostri iscritti stanno votando”. A Grillo, il messaggio della vigilia lo ha lanciato la deputata Vittoria Baldino, vicina a Conte: “Si parla di scissione quando una parte se ne va. L’abbiamo subita nella scorsa legislatura con Luigi Di Maio e ci ha portato bene alle elezioni politiche. Ci sarà un voto della base e a chi non starà bene la direzione decisa insieme sarà libero di compiere le proprie scelte. Ma è legittimo e lo dico senza biasimare nessuno. Meglio uscire che fare opposizione interna”.

E anche Conte, in un’intervista al Qn, ha detto la sua sul progetto dei fan di Grillo: “Il M5s non può tornare indietro né vagheggiare un ritorno alle origini che oggi, in un contesto politico anche internazionale completamente differente, non avrebbe senso e ci porterebbe solo all’isolamento e all’irrilevanza”. Insomma, il clima è da quiete prima della tempesta. Dalla sede M5s, Conte viene descritto come “sereno e soddisfatto del lavoro fatto finora. Quella di domani – viene spiegato – è la chiusura di un procedimento collegiale e partecipativo che va avanti da 3 mesi. Sarà un momento della verità, in un clima di coesione”. Rassicura la partecipazione: “sold out di presenze – viene spiegato – 3.500 i partecipanti”. Il clou della Costituente sarà domenica alle 15, quando ci sarà la chiusura del voto e lo scrutinio: il momento della verità.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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