L’Italia e’ fortemente dipendente, per molte materie prime, dall’Ucraina, dalla Russia e anche dalla Bielorussia. E con la guerra che mette “a rischio la catena degli approvvigionamenti del nostro Paese”, non e’ facile “andare su altri Paesi a recuperare queste forniture”. A dirlo e’ il direttore generale dell’Agenzia Ice, Roberto Luongo, che da Expo 2020 Dubai lancia un allarme proprio mentre dalla Russia arriva la minaccia di “conseguenze irreversibili” per l’Italia se proseguira’ sulla strada delle sanzioni. Di fatto la guerra in Ucraina porta con se’ non soltanto conseguenze per l’Italia in termini di export e per la dipendenza dalle forniture di gas russo, ma anche un rischio per la catena degli approvvigionamenti del nostro Paese. Di fronte a questo pericolo, l’Italia guarda ad altri mercati, con l’obiettivo di recuperare forniture e mettere al sicuro il Paese da possibili carenze. “Quello che sta emergendo con forza dalla crisi russo-ucraina – spiega Luongo – e’ una dipendenza molto forte di approvvigionamenti dai due Paesi, Russia e anche dall’Ucraina, su temi molto importanti, che vanno dai metalli ferrosi e non, ai fertilizzanti, al grano”. Una dipendenza che mette “a rischio la catena degli approvvigionamenti del nostro Paese, e non e’ facile andare su altri Paesi a recuperare queste forniture”, ha detto il direttore generale a margine dell’incontro “Connecting infrastructures: transports, logistics and networks” al Padiglione Italia di Expo. Il Paese certo non e’ rimasto con le mani in mano. Anche prima delle ultime minacce russe. “Lavoreremo molto sui mercati internazionali per andare a scovare dove andare a recuperare altri approvvigionamenti”, ha sottolineato il direttore generale dell’Ice. “Gia’ prima della crisi russo-ucraina, il costo dei container si era decuplicato da 1.500-2.000 euro a 10-15 mila euro per un container da 20 piedi” e “c’erano mancanze per i trasporti internazionali. Adesso la situazione e’ ancora piu’ seria e grave” sul versante delle esportazioni, ha aggiunto Luongo. A questo quadro, va aggiunto il tema “dell’energia, perche’ l’Italia ha il 40% di dipendenza dal gas russo”, ha sottolineato il direttore generale di Ice. E’ in questo contesto che si inserisce l’impatto della guerra che mette in risalto la forte dipendenza per alcune tipologie di forniture. Luongo ha in ogni caso voluto sottolineare “lo sforzo che si sta facendo a livello di governo, e anche dell’Ice a sostegno delle imprese. Abbiamo creato l’helpdesk per l’Ucraina, abbiamo il nostro ufficio a Mosca che e’ ancora operativo proprio per dare supporto alle imprese insieme al ministero degli Esteri stiamo lavorando molto bene per attutire questa difficolta’”. Salvo il tema energetico, curato direttamente dal ministero degli Esteri, “come Ice siamo a fianco delle imprese per andare a vedere dove possiamo trovare nuove fonti di approvvigionamento”, ha ribadito il direttore generale. L’evento al Padiglione Italia di Expo e’ stato organizzato dall’Ice per raccontare l’impegno delle aziende italiane all’estero e le opportunita’ in Italia per gli investitori stranieri – in particolare grazie al Pnrr – nel campo edile, dei trasporti e della logistica. Quest’ultimo, un settore che “ha contribuito tantissimo a mantenere l’Italia nel momento piu’ grave della crisi della pandemica, e oggi sta soffrendo un momento difficile e complicato dovuto alle crisi internazionali che si abbinano alle crisi energetiche”, ha sottolineato Luongo. “Se la pandemia aveva scosso il sistema economico italiano europeo e mondiale da un versante, questa crisi militare sta creando altri problemi, e speriamo di poterne uscire il piu’ presto possibile. Noi come Ice siamo a disposizione delle imprese”, ha concluso.
Quattro militari italiani impegnati nella missione di pace UNIFIL in Libano sono rimasti feriti a seguito di un attacco alla base situata nel sud del Paese. Fonti governative assicurano che i soldati, che si trovavano all’interno di uno dei bunker della base italiana a Shama, non sono in pericolo di vita. Le autorità italiane e internazionali hanno espresso forte indignazione per l’accaduto, mentre proseguono le indagini per ricostruire la dinamica dell’attacco.
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LIBANO. SOLDATI DELLE NAZIONI UNITE (FOTO IMAGOECONOMICA)
La dinamica dell’attacco
Secondo le prime ricostruzioni, due razzi sarebbero stati lanciati dal gruppo Hezbollah durante un’escalation di tensioni con Israele. Al momento dell’attacco, la base italiana aveva attivato il livello di allerta 3, che impone ai militari l’utilizzo di elmetti e giubbotti antiproiettile. La decisione si era resa necessaria a causa della pericolosità crescente nell’area, teatro di scontri tra Israele e Hezbollah.
Un team di UNIFIL è stato inviato a Shama per verificare i dettagli dell’accaduto, mentre il governo italiano monitora attentamente la situazione.
UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON. FOTO IMAGOECONOMICA ANCHE IN EVIDENZA
Le dichiarazioni del ministro Crosetto
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato con durezza l’attacco, definendolo “intollerabile”:
“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi UNIFIL come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.
Crosetto ha inoltre sottolineato la necessità di proteggere i militari italiani, impegnati in una missione delicata per garantire la stabilità nella regione.
La solidarietà del Presidente Meloni
Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai militari feriti e alle loro famiglie, dichiarando:
“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL”.
Unifil: una missione per la pace
La missione UNIFIL, operativa dal 1978, ha il compito di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e il Libano, supportare le forze armate libanesi e garantire la sicurezza nella regione. L’attacco alla base italiana evidenzia la crescente instabilità nell’area e i rischi a cui sono esposti i caschi blu impegnati nella missione di pace.
La trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene collaborerà con Elon Musk e Vivek Ramaswamy come presidente di una commissione della Camera incaricata di lavorare con il Dipartimento dell’efficienza. “Sono contenta di presiedere questa nuova commissione che lavorerà mano nella mano con il presidente Trump, Musk, Ramaswamy e l’intera squadra del Doge”, acronimo del Department of Government Efficiency, ha detto Greene, spiegando che la commissione si occuperà dei licenziamenti dei “burocrati” del governo e sarà trasparente con le sue audizioni. “Nessun tema sarà fuori dalla discussione”, ha messo in evidenza Greene.
Donald Trump nomina la fedelissima Pam Bondi a ministra della Giustizia. L’ex procuratrice della Florida ha collaborato con il presidente eletto durante il suo primo impeachment. “Come prima procuratrice della Florida si è battuta per fermare il traffico di droga e ridurre il numero delle vittime causate dalle overdosi di fentanyl. Ha fatto un lavoro incredibile”, afferma Trump sul suo social Truth annunciando la nomina, avvenuta dopo il ritito di Matt Gaetz travolto da scandali a sfondo sessuale. “Per troppo tempo il Dipartimento di Giustizia è stato usato contro di me e altri repubblicani. Ma non più. Pam lo riporterà al suo principio di combattere il crimine e rendere l’America sicura.
E’ intelligente e tosta, è una combattente per l’America First e farà un lavoro fantastico”, ha aggiunto il presidente-eletto. Bondi è stata procuratrice della Florida fra il 2011 e il 2019, quando era governatore Rick Scott. Al momento presiede il Center for Litigation all’America First Policy Institute, un think tank di destra che sta lavorando con il transition team di Trump sull’agenda amministrativa. Come procuratrice della Florida si è attirata l’attenzione nazionale per i suoi tentativi di capovolgere l’Obamacare, ma anche per la decisione di condurre un programma su Fox mentre era ancora in carica e quella di chiedere al governatore Scott di posticipare un’esecuzione per un conflitto con un evento di raccolta fondi.
La nomina di Bondi arriva a sei ore di distanza dal ritiro di Gaetz dalla corsa a ministro della Giustizia dopo le nuove rivelazioni sullo scandalo sessuale che lo ha travolto. Prima dell’annuncio, l’ex deputato della Florida era stato contattato da Trump che gli aveva riferito che la sua candidatura non aveva i voti necessari per essere confermata in Seanto. Almeno quattro senatori repubblicani, infatti, si era espressi contro e si erano mostrati irremovibili a cambiare posizione. Il nome di Bondi, riporta Cnn, era già nell’iniziale lista dei papabili ministro alla giustizia stilata prima di scegliere Gaetz. Quando l’ex deputato ha annunciato il suo passo indietro, il nome di Bondi è iniziato a circolare con insistenza fino all’annuncio.