“È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna”. Non so voi, ma sento vive le parole di Pablo Neruda e comincio a percepire la terra che si risveglia dal suo sonno ed esplode di nuova vita.

Il richiamo a stare all’aperto ed a connettermi con questa magia è fortissimo. Fiori, piante, alberi, frutti e ortaggi iniziano a sbocciare: la natura torna a mostrarsi in tutti i suoi colori. I colori, tra i fenomeni più straordinari della natura, o come scrive il poeta inglese Leigh Hunt «i sorrisi della natura», ci accompagnano gentilmente verso la primavera.  Per molti essa coincide con la stagione della felicità: non è un caso che sia il significato simbolico, che quello etimologico presuppongono connotazioni positive. 

Calzo gli scarponi e con il mio amico Michelangelo Ambrosini, che come al solito ci regala scatti spettacolari, ci incamminiamo per perderci nelle meraviglie che i nostri sentieri ci regalano in primavera. A questo dialogo cromatico non partecipano solo fiori e piante, ma, a ben osservare c’è una vita brulicante di tanti organismi, insetti in particolare, che, come componenti di un’orchestra musicale, ci regalano melodie uniche. È proprio passeggiando in mezzo ai fiori ed alla vita che li circonda, che la nostra attenzione è attirata dalle farfalle. I profeti di antiche religioni usavano “tradurre” le farfalle, come segnali dell’intervento celeste e di un cambiamento imminente. Vero o no, sta di fatto che non passano inosservate, anzi osservarle danzare leggiadre è davvero terapeutico. Sono tante le specie che troviamo sui sentieri della nostra isola. Citiamo quelle immortalate dall’occhio artistico di Michelangelo, come ad esempio il Macaone, facilmente riconoscibile per i colori delle sue ali, ma abbastanza rara da vedere anche perché, nello stadio adulto, vive solo per circa due settimane; la Vanessa cardui, specie migratoria che è solita passare gli inverni solo nella fascia tropicale e a volte nelle aree meridionali del Mediterraneo più calde e che durante l’estate raggiunge anche latitudini più alte. Ma di certo un’attenzione particolare la merita l’Hipparchia neapolitana, specie endemica della Campania, che ha il suo areale di distribuzione dalla provincia di Caserta a quella di Salerno e nelle isole dell’arcipelago. 

Sono diverse le zone del mondo, ed anche dell’Italia, dove queste creature fatate vengono valorizzate attraverso la creazione di veri e propri santuari, ovvero percorsi tematici molto interessanti sia per un discorso di preservazione naturale, ma anche per l’economia locale. Un esempio Italiano è il Santuario delle Farfalle dedicato alla memoria di Ornella Casnati, inaugurato sull’isola d’Elba il primo Maggio 2009. Come si legge dal sito http://www.santuariodellefarfalle.it/  « lungo i circa due chilometri di sentiero sono stati sistemati circa 50 cartelli che illustrano quasi tutte le specie di farfalle che possono essere osservate e le principali caratteristiche ambientali e biogeografiche che rendono questo luogo così importante per questi insetti». Tra le specie presenti ricordiamo la Hipparchia neomiris, “cugina” della nostra Hipparchia neapolitana, che non è endemica solo della Toscana, ma si trova anche in Sardegna. Un motivo in più per valorizzare il nostro endemismo.  Ecco, che la continua ricerca di unicità e specificità del nostro territorio deve davvero indurci ad una seria e concreta riflessione che deve poi necessariamente portare a scelte di gestione del territorio mirate al valorizzare della risorsa turistica per apportare benessere, in primis all’ambiente, ma anche all’economia locale. Un santuario delle farfalle ad Ischia potrebbe rappresentare una bella opportunità in tal senso. Intanto io continuo giorno per giorno ad affascinarmi del bello che l’isola, nonostante tutto, ci regala e continuo a camminare, incontrando sul mio percorso persone virtuose.   Che fate mi seguite? Alla prossima.

Le foto a corredo dell’articolo sono state gentilmente concesse da Michelangelo Ambrosini