“Qualcuno ha detto che il lavoro di una danzatrice è duro quanto quello di un poliziotto: sempre all’erta, sempre in tensione… i poliziotti, però, non devono essere anche belli nello stesso tempo!” Le parole di George Balanchine, coreografo e danzatore russo, poi sovietico, nato nel 1904 e fra i più grandi del ventesimo secolo, nonché fondatore della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti, valgono solo a metà per Sandra Scarabino, danzatrice bella e …ufficiale dei carabinieri.
La storia di questa donna tenace e appassionata vale la pena di essere raccontata come del resto le altre che riguardano danzatrici e danzatori curati dal Maestro Arnaldo Angelini, nella sua scuola Harmony, e dai suoi rigorosi e amorevoli insegnanti.
Sandra Scarabino arriva a Cava dei Tirreni da piccola: ha solo 7 anni, è il 1980, ma gli spostamenti dovuti al lavoro di suo padre la portano dalla natìa Mantova in giro per l’Italia. Quando Sandra ha 12 anni approda alla scuola di danza Harmony: è il settembre del 1985, la ragazzina ha studiato danza nelle scuole di provincia.
I genitori con un sincero ed inconsapevole atto di affidamento nei confronti del Maestro Arnaldo Angelini decidono, convinti di aver trovato una persona seria ed incuranti del sacrificio che li avrebbe attesi per gli anni a venire, di accompagnare giornalmente la ragazzina a Napoli, in autobus, affrontando un pendolarismo, a quei tempi, assolutamente impensabile per una bambina ed il suo accompagnatore.
Eppure, quella ragazzina comincia con il suo papà, alternato con la mamma, a percorrere chilometri in autobus ogni giorno, tornando la sera tardi a Salerno, per poi raggiungere infine Cava dei Tirreni.
Ma il percorso diviene soprattutto di disciplina e passione: a dispetto dello studio, del maltempo e del traffico di Napoli, la ragazzina viene assorbita dal fascino, dal carisma della danza, del maestro Angelini e della sua Harmony.
“Harmony è la Danza; è una dimensione internazionale, senza tempo, è sempre attuale, ideale e classica, ma anche brillante, suggestiva e contemporanea. Harmony è la Tecnica della danza, Harmony è arte sublime, Harmony è sentimenti ed emozioni, Harmony è famiglia. La mia Harmony è ancora oggi con me, sempre”
Questo scrive Sandra a proposito della Scuola Harmony. Parole che ancora oggi emozionano il Maestro Angelini. Il mondo della ragazzina diventa Harmony, il resto è un vortice che gira intorno e deve essere ben incastrato al fine di non turbare alcuno degli impegni derivanti dalla danza. Il lavoro del Maestro e della ragazzina si fondono quotidianamente in impegno e sforzi che plasmano il corpo, la mente ed il cuore dell’allieva.
Una serie malaugurata di infortuni, anch’essi del tutto impensabili a quell’età, interrompono il percorso dell’aspirante danzatrice, ma da parte del Maestro Angelini l’opera di educazione e formazione alla danza, all’arte, alla musica, ai valori etici e professionali quali la disciplina, l’onestà, il lavoro, il rispetto dei ruoli, l’amore per il bello ed il giusto, continua incessante e perseverante ed insinua in maniera indelebile nel cuore e nella mente della ragazza le sue radici.
Sandra, incontrando maestri come (tra i tanti) Ricardo Nunez, Margherita Traianova, Victor Litvinov, Silvia Humaila, ha provato la soddisfazione e la gioia di portare la sua passione ed il suo lavoro su palcoscenici esteri, quali quello del Landestheater di Linz e su palcoscenici italiani, al seguito della Fondazione Piccinni, della compagnia del Balletto del Sud di Fredy Franzutti e del Teatro San Carlo, lavorando con coreografi, tra gli altri, come Virgil Stanciu, Luciano Cannito, Freddy Franzutti, Giuseppe Mintrone.
Ma la storia di questa ragazza non è solo questa. Sostenuta dal suo Mentore, il Maestro Angelini, ogni scelta di vita di Sandra è stata affrontata con coraggio; lo studio universitario durante la permanenza all’estero, la laurea e specializzazione cum laude durante la vita artistica in Italia ed il conseguimento del titolo di avvocato sono stati il frutto di un lavoro congiunto: Maestro, collaboratori, genitori.
A questo punto, arrivata a trent’anni, tante soddisfazioni, alcuni persistenti acciacchi articolari ed il desiderio di calcare anche il palcoscenico del foro, Sandra decide di proseguire la formazione e carriera giuridica, fino ad arrivare alla carriera militare di Ufficiale dell’Arma dei carabinieri.
Dopo il diploma a Cava, presso il liceo “Marco Galdi” con il massimo dei voti, conseguito nel ’91, lo stesso anno del diploma alla scuola di danza Harmony Sandra Scarabino, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Fisciano-Salerno, aggiudicandosi, nel 1998, un voto di tutto rispetto: 110/110 e lode. Subito dopo venne il Master di Diritto Pubblico, presso la cattedra di Diritto Pubblico Generale della medesima facoltà, e la Specializzazione presso la Scuola di Specializzazione in “Economia e Diritto dell’Amministrazione Pubblica” .
Sino al 2008, Sandra Scarabino, ormai avvocato, è stata iscritta al Consiglio dell’Ordine Forense di Salerno; nel 2013 è stata promossa Maggiore dell’Arma dei Carabinieri; Responsabile Legale e Contenzioso della Società Difesa Servizi SPA, in house del Ministero della Difesa, ma prima ancora ha svolta la delicata mansione di Capo della Sezione Giuridico-Amministrativa della Direzione di Amministrazione del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Le sue mansioni l’hanno vista membro di comitati di controllo (Steering Committee per il Progetto Europeo EUPST 20011-2013 – membro del Financial Group) e gruppi di lavoro internazionali, in ambito di accordi internazionali e contratti europei tra l’Arma dei Carabinieri e le istituzioni dei Paesi europei e la Commissione Europea, ma anche membro del Gruppo di Studio istituito dal Comandante Generale dell’Arma per la ricerca di Fondi europei, diretti ed indiretti, per il finanziamento delle attività dell’Arma dei Carabinieri. Ha scritto numerosi articoli e pubblicazioni e si è occupata per Altalex, quotidiano scientifico d’informazione giuridica anche del crocifisso nelle aule scolastiche”.
La vita artistica e professionale di Sandra è stata coronata da gioie e soddisfazioni uniche; ancora oggi, affronta le difficoltà e le peripezie di una madre lavoratrice moderna – ha tre figli, tutti indirizzati ed educati nel segno della musica e dell’arte (e della disciplina!) -.con la Forza e l’Amore, la disciplina e la passione che il Maestro Angelini le ha impresso nel cuore; nei momenti di buio, attinge alla luce abbagliante dei ricordi del palcoscenico, del teatro, della danza. La danza del Maestro Angelini è stata ed è tuttora per Sandra la via, la luce, la Vita.
Riprende Harmony, le stelle della danza”. Le prime sei puntate dal 3 novembre 2019, ogni domenica
Diplomata alla scuola di Danza classica diretta da Arnaldo Angelini nel 1980, diploma accademico all'insegnamento della danza classica presso l'Accademia nazionale di danza di Roma nel 1985. Dal 1986 docente presso la scuola Harmony
Un tycoon delle criptovalute sta per mangiare la banana appiccicata alla parete di Maurizio Cattelan. Pagando 6,2 milioni di dollari da Sotheby’s, il collezionista Justin Sun, fondatore della piattaforma Tron, ha battuto altri sei concorrenti per una di tre edizioni dell’opera concettuale Comedian creata nel 2019 dall’artista padovano celebre in tutto il mondo per le sue provocazioni. Sun, che nella sua raccolta ha un Giacometti da 78 milioni comprato nel 2021, ha seguito l’asta da Hong Kong e pagato in criptovalute. Dopo aver messo le mani su Comedian ha fatto sapere che “nei prossimi giorni mangerà la banana come parte di questa unica esperienza artistica, onorandone il ruolo sia nella storia dell’arte che nella cultura pop”.
La banana in questione era stata acquistata poche ore prima dell’asta per 35 centesimi da un banchetto di frutta e verdura dell’Upper East Side: assieme al nastro adesivo grigio che l’attacca alla parete, deve essere sostituita regolarmente e questo fa parte del progetto di Cattelan che aveva inteso Comedian come una satira delle speculazioni del mercato: “Su che base un oggetto acquista valore nel sistema dell’arte?”, si era chiesto l’artista famoso per America, il water d’oro massiccio installato nel 2016 al Guggenheim. Piu’ di recente lo stesso Cattelan aveva aggiunto che “l’asta sara’ l’apice della carriera di Comedian. Sono ansioso di vedere quali saranno le risposte”.
Comedian aveva debuttato ad Art Basel Miami dove la galleria Perrotin ne aveva venduto le tre edizioni, due per 120 mila dollari e la terza per 150 mila, pagati da un anonimo acquirente che l’aveva poi donata al Guggenheim. Durante la fiera, l’artista delle performance David Datuna ne aveva mangiata una, costringendo Perrotin a chiudere lo stand prima del tempo. Un’altra banana era stata mangiata l’anno scorso da uno studente d’arte sudcoreano nel museo della fondazione Samsung a Seul: il giovane si era giustificato dicendo che “aveva fame”. Uno dei concetti alla base dell’installazione e’ che le sue parti devono essere continuamente rigenerate.
“Non è solo un’opera d’arte,” ha dichiarato Sun a Sotheby’s: “Comedian è un fenomeno culturale che collega i mondi dell’arte, dei meme e della comunità delle criptovalute e che ispirerà ulteriori discussioni in futuro”. Fatto sta che gia’ prima di essere messa all’asta, la banana è stata oggetto di attenzione quando, all’inizio di novembre, l’executive di Sotheby’s Michael Bouhanna ha lanciato anonimamente una criptovaluta ispirata a Cattelan e denominata $Ban.
Immediatamente accusato di aver usato informazioni riservate per guadagnare sull’aumento del prezzo del token, l’executive ha negato, dichiarando di aver “scelto di lanciarlo per hobby in modo anonimo”, senza associazioni quindi con il suo profilo personale. Due rivali di Sun all’asta di Sotheby’s avevano investito nella cripto di Bouhanna. Uno dei due, Theodore Bi, voleva comprare Comedian come dono per Elon Musk ma si era fermato alla soglia dei 2,5 milioni di dollari.
Dopo sei anni di chiusura, la Casa della Fontana Piccola di Pompei riapre al pubblico, rivelando nuovamente tutta la sua bellezza. Questo straordinario esempio di architettura pompeiana torna a incantare i visitatori con i suoi affreschi, i colori vividi e una fontana unica, simbolo dell’arte e della cultura dell’antica città.
Un esempio di eleganza pompeiana
La Casa della Fontana Piccola è un autentico capolavoro. I suoi affreschi murari, con il celebre rosso pompeiano, e le decorazioni ricche di dettagli, raccontano la vita e i costumi dell’epoca. Ma ciò che rende davvero speciale questa dimora è la fontana visibile già dall’ingresso. Si tratta di un’opera d’arte decorata con tessere di pasta vitrea e valve di mollusco, con un sistema che faceva sgorgare acqua dalla bocca di una maschera tragica in marmo e dal becco di un’oca tenuta da un amorino in bronzo.
Storia e particolarità della domus
Costruita unendo due abitazioni precedenti, la casa aveva due ingressi su via di Mercurio, simbolo dello stato sociale elevato dei proprietari. Danneggiata dal terremoto del 62 d.C., fu quasi completamente affrescata in IV stile pompeiano, pochi anni prima dell’eruzione del Vesuvio. Le pareti laterali del peristilio presentano paesaggi mozzafiato, tra cui una veduta di città marittima, un tema molto in voga nella decorazione di giardini.
Esplorata tra il 1826 e il 1827 dall’architetto Antonio Bonucci, direttore degli scavi, la casa sarebbe appartenuta a Helvius Vestalis, un pomarius (mercante di frutta), secondo un’iscrizione elettorale trovata sulla facciata.
I restauri e gli interventi strutturali
La casa è stata oggetto di importanti lavori di restauro per preservarne la struttura e garantirne la sicurezza. Tra gli interventi principali:
Rinforzo strutturale delle travi in calcestruzzo dell’atrio principale, utilizzando materiali innovativi come il fibrorinforzo (FRP).
Impermeabilizzazione dei solai per prevenire infiltrazioni.
Revisione delle coperture, inclusa quella del peristilio, per proteggere la casa dagli agenti atmosferici.
Le coperture, già restaurate nel 1971, sono state riportate all’altezza originaria per restituire l’antica volumetria della dimora.
L’iniziativa “Raccontare i cantieri”
Con la riapertura della Casa della Fontana Piccola, prende il via una nuova stagione di “Raccontare i cantieri”, giunta alla sua quarta edizione. Ogni giovedì, fino al 17 aprile 2025, i possessori della MyPompeii Card potranno visitare i cantieri di restauro in corso nel Parco Archeologico, iniziando proprio dalla Casa della Fontana Piccola.
Conclusione
La riapertura della Casa della Fontana Piccola rappresenta non solo un recupero storico di grande valore, ma anche un’occasione per riflettere sulla continua necessità di valorizzare e preservare il nostro patrimonio culturale. Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia.
Il Gruppo del Gusto della Stampa Estera ha scelto L’Aquila per celebrare il 20° Premio dedicato all’eccellenza agroalimentare italiana, un traguardo prestigioso che quest’anno rende omaggio a Marino Niola, antropologo e divulgatore scientifico, nella categoria “Divulgatore dell’autenticità agroalimentare italiana”.
Il contributo di Marino Niola all’antropologia della gastronomia
Marino Niola (nella foto Imagoconomica in evidenza) , nato a Napoli nel 1953, è un antropologo della contemporaneità, noto per i suoi studi sulle pratiche devozionali, le trasformazioni culturali legate alla globalizzazione e, soprattutto, per il suo contributo alla comprensione dei riti e simboli della gastronomia contemporanea.
Docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Niola insegna discipline come Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea. È inoltre editorialista de La Repubblica, dove cura la rubrica “Miti d’oggi” sul Venerdì, e collabora con testate nazionali e internazionali come Il Mattino e Le Nouvel Observateur.
Tra i suoi numerosi saggi, si ricordano titoli come:
Si fa presto a dire cotto. Un antropologo in cucina (2009)
Homo dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari (2015)
Andare per i luoghi della dieta mediterranea (2017)
Mangiare come Dio comanda (2023).
Queste opere riflettono il suo impegno nel valorizzare la cultura alimentare italiana, esplorando le radici antropologiche e culturali che legano il cibo alle identità locali e nazionali.
Il Premio del Gruppo del Gusto
Il Premio del Gruppo del Gusto, giunto alla sua 20ª edizione, si propone di valorizzare e promuovere l’agroalimentare italiano a livello internazionale, grazie alla partecipazione di giornalisti esteri provenienti da 34 Paesi e 5 continenti. Marino Niola è stato selezionato per la sua capacità di divulgare l’autenticità e la tradizione agroalimentare italiana, combinando rigore scientifico e passione narrativa.
La cerimonia a L’Aquila
La premiazione si terrà sabato 23 novembre, alle ore 18, nella Sala ipogea del Consiglio Regionale d’Abruzzo, a L’Aquila. Durante l’evento, verranno premiate altre eccellenze del settore, tra cui:
Tenuta Vannulo (categoria “Esercizio legato all’alimentare da almeno 100 anni della stessa famiglia”);
Cooperativa Altopiano di Navelli (categoria “Consorzio/cooperative a difesa dei valori agroalimentari italiani”);
Associazione PIZZAUT (Premio speciale della giuria per l’inclusione lavorativa di giovani autistici).
L’importanza del riconoscimento
Il premio a Marino Niola sottolinea l’importanza di valorizzare le eccellenze italiane, non solo nella produzione agroalimentare, ma anche nella capacità di raccontare il legame profondo tra cibo, cultura e identità. L’impegno di Niola nel promuovere la dieta mediterranea e nel raccontare le tradizioni culinarie italiane lo rende una figura chiave nella diffusione internazionale del patrimonio enogastronomico italiano.
Grazie al suo lavoro, il professor Niola contribuisce a consolidare l’immagine dell’Italia come culla di tradizioni culinarie uniche e radicate nella storia. Questo premio rappresenta un ulteriore riconoscimento del suo ruolo cruciale come ponte tra antropologia, cultura e divulgazione enogastronomica.