“La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. È la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei: quando finirò di vivere”. Questa considerazione di Rudolf Nureyev sembra aderire perfettamente alla descrizione di Stefano Angelini, per anni danzatore solista presso il Teatro San Carlo di Napoli, figlio di Arnaldo Angelini, il Maestro, rigoroso fondatore della scuola di danza Harmony dove si è diplomato il bravo ballerino. A lui è dedicata questa puntata di juorno.it sui protagonisti della danza a Napoli, visti attraverso la scuola Harmony.
“Gli anni passati nella mia scuola di provenienza, la Harmony, sono e resteranno i più belli, gli anni che mi hanno dato le basi della mia carriera”, dice Stefano Angelini. “Fortunato io per avere studiato in una scuola di alta formazione al centro di Napoli, la formazione è alla base di tutto, in assenza di essa non ci saranno mai più le condizioni per progredire e migliorare ma soprattutto per costruire una carriera!”
Stefano Angelini ha frequentato regolarmente i corsi di studio presso la scuola di danza Harmony e si è diplomato superando l’esame dell’ottavo anno. Vincitore di borsa di studio per i corsi di perfezionamento al centro internazionale di danza Rossella Hightower (Carlonnes, Francia). Non ancora diplomato, Angelini, ha lavorato presso una delle più prestigiose Compagnie di Balletto d’Inghilterra, il Northern Ballet Theatre di Manchester, dove è stato scelto per Lo Schiaccianoci e, appena terminati gli studi regolari, ha superato l’audizione ed è stato scritturato alla RAI TV di Napoli. Nel dicembre dello stesso anno, il 1986, appena diplomato, ha continuato l’attività lavorativa al Teatro San Carlo con la qualifica di Tersicoreo aggiunto. Nel 1990 è risultato vincitore del concorso bandito dall’Ente Autonomo per danzatori professionisti ed è entrato a far parte del Corpo di Ballo Stabile della stessa Compagnia di Balletto.
Nel corso della sua luminosa carriera artistica ha lavorato al fianco di artisti di chiara fama mondiale come Carla Fracci, Rudolf Nureyev, Vladimir Vassiliev, Ekaterina Maximova, Raffaele Paganini, Roberto Bolle, Alessandra Ferri, Elisabetta Terabust, Giuseppe Picone ed altri ancora. Stefano Angelini ha interpretato e ruoli di primaria importanza nei più grandi balletti del repertorio classico e moderno come La Bella Addormentata, il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Giselle, Napoli, Don Chisciotte, Cenerentola, Allegro Brillante, Filumena Maturano, Twila Tarp, Raymonda, Marco Polo, Amarcord, Baiadere, Roc e Vulcani, ed altri ancora: davvero vastissimo. Ha danzato coreografie di Gorge Balanchine, Petipa, Lev Ivanov, Mac Millan, Robert North, Amedeo Amodio, Beppe Menegatti, Rudolf Nureyev, Sir Frederik Ashton, Luciano Cannito, Maurice Bejart, Roland Petit, Natalia Makarova, solo per citarne alcuni.
Più volte membro delle commissioni esaminatrici nelle audizioni internazionali per danzatori professionisti tenutesi al Teatro S. Carlo di Napoli e in altri prestigiosi teatri nazionali ed internazionali. Docente IALS (Istituto Addestramento Lavoratori Spettacolo, Roma) per la danza classica. Nel 2012- 2013 Angelini è Docente Di Passo a due Repertorio presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma; nel 2014 Docente Ospite presso il Liceo Statale Coreutico Alfano I di Salerno, nel 2018 Supervisore dei Licei Coreutici di Napoli e Provincia per la Manifestazione “ Il Teatro dei ragazzi” , dal 2018 e Membro del Conseil International de la Danse dell’UNESCO.
Dal 2003 Stefano Angelini è anche Direttore della scuola e della Compagnia OBIETTIVO DANZA: insegnante proprio come suo padre Arnaldo che ha fondato la Harmony, al quale dice:
“Sempre emozionante tornarci adesso da insegnante! Grazie Maestro per tutto!“
Ideatore e curatore delle manifestazioni: “Top Danza Costa d’Amalfi”, un Gala regionale di Danza che si tiene nelle località più prestigiose della costiera amalfitana , e della Rassegna di Danza “Autunno in Danza” nello splendido scenario di Castel Sant’Elmo, a Napoli. Stefano Angelini è Direttore artistico di “Marte in Danza”, manifestazione annuale che si tiene nel mese di novembre presso la Mediateca – Marte di Cava De’ Tirreni.
Diplomata alla scuola di Danza classica diretta da Arnaldo Angelini nel 1980, diploma accademico all'insegnamento della danza classica presso l'Accademia nazionale di danza di Roma nel 1985. Dal 1986 docente presso la scuola Harmony
Un tycoon delle criptovalute sta per mangiare la banana appiccicata alla parete di Maurizio Cattelan. Pagando 6,2 milioni di dollari da Sotheby’s, il collezionista Justin Sun, fondatore della piattaforma Tron, ha battuto altri sei concorrenti per una di tre edizioni dell’opera concettuale Comedian creata nel 2019 dall’artista padovano celebre in tutto il mondo per le sue provocazioni. Sun, che nella sua raccolta ha un Giacometti da 78 milioni comprato nel 2021, ha seguito l’asta da Hong Kong e pagato in criptovalute. Dopo aver messo le mani su Comedian ha fatto sapere che “nei prossimi giorni mangerà la banana come parte di questa unica esperienza artistica, onorandone il ruolo sia nella storia dell’arte che nella cultura pop”.
La banana in questione era stata acquistata poche ore prima dell’asta per 35 centesimi da un banchetto di frutta e verdura dell’Upper East Side: assieme al nastro adesivo grigio che l’attacca alla parete, deve essere sostituita regolarmente e questo fa parte del progetto di Cattelan che aveva inteso Comedian come una satira delle speculazioni del mercato: “Su che base un oggetto acquista valore nel sistema dell’arte?”, si era chiesto l’artista famoso per America, il water d’oro massiccio installato nel 2016 al Guggenheim. Piu’ di recente lo stesso Cattelan aveva aggiunto che “l’asta sara’ l’apice della carriera di Comedian. Sono ansioso di vedere quali saranno le risposte”.
Comedian aveva debuttato ad Art Basel Miami dove la galleria Perrotin ne aveva venduto le tre edizioni, due per 120 mila dollari e la terza per 150 mila, pagati da un anonimo acquirente che l’aveva poi donata al Guggenheim. Durante la fiera, l’artista delle performance David Datuna ne aveva mangiata una, costringendo Perrotin a chiudere lo stand prima del tempo. Un’altra banana era stata mangiata l’anno scorso da uno studente d’arte sudcoreano nel museo della fondazione Samsung a Seul: il giovane si era giustificato dicendo che “aveva fame”. Uno dei concetti alla base dell’installazione e’ che le sue parti devono essere continuamente rigenerate.
“Non è solo un’opera d’arte,” ha dichiarato Sun a Sotheby’s: “Comedian è un fenomeno culturale che collega i mondi dell’arte, dei meme e della comunità delle criptovalute e che ispirerà ulteriori discussioni in futuro”. Fatto sta che gia’ prima di essere messa all’asta, la banana è stata oggetto di attenzione quando, all’inizio di novembre, l’executive di Sotheby’s Michael Bouhanna ha lanciato anonimamente una criptovaluta ispirata a Cattelan e denominata $Ban.
Immediatamente accusato di aver usato informazioni riservate per guadagnare sull’aumento del prezzo del token, l’executive ha negato, dichiarando di aver “scelto di lanciarlo per hobby in modo anonimo”, senza associazioni quindi con il suo profilo personale. Due rivali di Sun all’asta di Sotheby’s avevano investito nella cripto di Bouhanna. Uno dei due, Theodore Bi, voleva comprare Comedian come dono per Elon Musk ma si era fermato alla soglia dei 2,5 milioni di dollari.
Dopo sei anni di chiusura, la Casa della Fontana Piccola di Pompei riapre al pubblico, rivelando nuovamente tutta la sua bellezza. Questo straordinario esempio di architettura pompeiana torna a incantare i visitatori con i suoi affreschi, i colori vividi e una fontana unica, simbolo dell’arte e della cultura dell’antica città.
Un esempio di eleganza pompeiana
La Casa della Fontana Piccola è un autentico capolavoro. I suoi affreschi murari, con il celebre rosso pompeiano, e le decorazioni ricche di dettagli, raccontano la vita e i costumi dell’epoca. Ma ciò che rende davvero speciale questa dimora è la fontana visibile già dall’ingresso. Si tratta di un’opera d’arte decorata con tessere di pasta vitrea e valve di mollusco, con un sistema che faceva sgorgare acqua dalla bocca di una maschera tragica in marmo e dal becco di un’oca tenuta da un amorino in bronzo.
Storia e particolarità della domus
Costruita unendo due abitazioni precedenti, la casa aveva due ingressi su via di Mercurio, simbolo dello stato sociale elevato dei proprietari. Danneggiata dal terremoto del 62 d.C., fu quasi completamente affrescata in IV stile pompeiano, pochi anni prima dell’eruzione del Vesuvio. Le pareti laterali del peristilio presentano paesaggi mozzafiato, tra cui una veduta di città marittima, un tema molto in voga nella decorazione di giardini.
Esplorata tra il 1826 e il 1827 dall’architetto Antonio Bonucci, direttore degli scavi, la casa sarebbe appartenuta a Helvius Vestalis, un pomarius (mercante di frutta), secondo un’iscrizione elettorale trovata sulla facciata.
I restauri e gli interventi strutturali
La casa è stata oggetto di importanti lavori di restauro per preservarne la struttura e garantirne la sicurezza. Tra gli interventi principali:
Rinforzo strutturale delle travi in calcestruzzo dell’atrio principale, utilizzando materiali innovativi come il fibrorinforzo (FRP).
Impermeabilizzazione dei solai per prevenire infiltrazioni.
Revisione delle coperture, inclusa quella del peristilio, per proteggere la casa dagli agenti atmosferici.
Le coperture, già restaurate nel 1971, sono state riportate all’altezza originaria per restituire l’antica volumetria della dimora.
L’iniziativa “Raccontare i cantieri”
Con la riapertura della Casa della Fontana Piccola, prende il via una nuova stagione di “Raccontare i cantieri”, giunta alla sua quarta edizione. Ogni giovedì, fino al 17 aprile 2025, i possessori della MyPompeii Card potranno visitare i cantieri di restauro in corso nel Parco Archeologico, iniziando proprio dalla Casa della Fontana Piccola.
Conclusione
La riapertura della Casa della Fontana Piccola rappresenta non solo un recupero storico di grande valore, ma anche un’occasione per riflettere sulla continua necessità di valorizzare e preservare il nostro patrimonio culturale. Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia.
Il Gruppo del Gusto della Stampa Estera ha scelto L’Aquila per celebrare il 20° Premio dedicato all’eccellenza agroalimentare italiana, un traguardo prestigioso che quest’anno rende omaggio a Marino Niola, antropologo e divulgatore scientifico, nella categoria “Divulgatore dell’autenticità agroalimentare italiana”.
Il contributo di Marino Niola all’antropologia della gastronomia
Marino Niola (nella foto Imagoconomica in evidenza) , nato a Napoli nel 1953, è un antropologo della contemporaneità, noto per i suoi studi sulle pratiche devozionali, le trasformazioni culturali legate alla globalizzazione e, soprattutto, per il suo contributo alla comprensione dei riti e simboli della gastronomia contemporanea.
Docente all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Niola insegna discipline come Antropologia dei Simboli, Antropologia delle arti e della performance e Miti e riti della gastronomia contemporanea. È inoltre editorialista de La Repubblica, dove cura la rubrica “Miti d’oggi” sul Venerdì, e collabora con testate nazionali e internazionali come Il Mattino e Le Nouvel Observateur.
Tra i suoi numerosi saggi, si ricordano titoli come:
Si fa presto a dire cotto. Un antropologo in cucina (2009)
Homo dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari (2015)
Andare per i luoghi della dieta mediterranea (2017)
Mangiare come Dio comanda (2023).
Queste opere riflettono il suo impegno nel valorizzare la cultura alimentare italiana, esplorando le radici antropologiche e culturali che legano il cibo alle identità locali e nazionali.
Il Premio del Gruppo del Gusto
Il Premio del Gruppo del Gusto, giunto alla sua 20ª edizione, si propone di valorizzare e promuovere l’agroalimentare italiano a livello internazionale, grazie alla partecipazione di giornalisti esteri provenienti da 34 Paesi e 5 continenti. Marino Niola è stato selezionato per la sua capacità di divulgare l’autenticità e la tradizione agroalimentare italiana, combinando rigore scientifico e passione narrativa.
La cerimonia a L’Aquila
La premiazione si terrà sabato 23 novembre, alle ore 18, nella Sala ipogea del Consiglio Regionale d’Abruzzo, a L’Aquila. Durante l’evento, verranno premiate altre eccellenze del settore, tra cui:
Tenuta Vannulo (categoria “Esercizio legato all’alimentare da almeno 100 anni della stessa famiglia”);
Cooperativa Altopiano di Navelli (categoria “Consorzio/cooperative a difesa dei valori agroalimentari italiani”);
Associazione PIZZAUT (Premio speciale della giuria per l’inclusione lavorativa di giovani autistici).
L’importanza del riconoscimento
Il premio a Marino Niola sottolinea l’importanza di valorizzare le eccellenze italiane, non solo nella produzione agroalimentare, ma anche nella capacità di raccontare il legame profondo tra cibo, cultura e identità. L’impegno di Niola nel promuovere la dieta mediterranea e nel raccontare le tradizioni culinarie italiane lo rende una figura chiave nella diffusione internazionale del patrimonio enogastronomico italiano.
Grazie al suo lavoro, il professor Niola contribuisce a consolidare l’immagine dell’Italia come culla di tradizioni culinarie uniche e radicate nella storia. Questo premio rappresenta un ulteriore riconoscimento del suo ruolo cruciale come ponte tra antropologia, cultura e divulgazione enogastronomica.