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Cronache

Green Pass, la vicequestore Schilirò ormai è una star tv e arringa: in atto la criminalizzazione del dissenso

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“Io credo sia in atto da tempo una criminalizzazione del dissenso. Questo è il mio punto di vista, se si può ancora esprimere un’idea personale. Io sono sospesa ma quando ho parlato su quel palco, ho parlato come libera cittadina. Penso che questo sia iniziato con il linguaggio, tutti sappiamo che la violenza inizia dove non ci sono parole. Quando la comunicazione fallisce, almeno questo è quello che penso io, si arriva alla violenza.” Lo ha detto ieri sera alla trasmissione di Rete4 ‘Fuori dal coro’ Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore di Roma sospesa dal servizio dopo essere intervenuta sul palco di una manifestazione capitolina contro il Green Pass.”Vedere quelle immagini a Trieste mi ha toccato in modo particolare”, ha aggiunto Schilirò, “non solo dolore ma anche sdegno per i fatti gravissimi accaduti, e concordo pienamente con la vostra visione di due pesi e due misure. Però abbiamo iniziato con le etichette, le etichette sono sempre preoccupanti, perché quando io vengo additata, io come tanti altri, come no Green Pass e no vax, sembra quasi che io vada in giro a minacciare la gente, a dire che non si devono fare il vaccino piuttosto che non si devono fare il Green Pass, cosa che non farei mai perché la mia protesta, come quella dei portuali di Trieste, è una protesta legale, nell’ambito della legalità, è dissenso. E ci tengo a dire anche un’altra cosa, Stefano Putzer, il portavoce dei portuali, è vaccinato con due dosi”. “Secondo me dobbiamo partire dalla corretta informazione, credo abbiamo dimenticato che il presupposto indispensabile per l’esercizio di qualsiasi diritto e libertà è l’informazione libera. Io invece mi sto accorgendo, soprattutto dopo il 25 settembre che la gente non è libera di manifestare”, ha aggiunto Schilirò. “Noi non abbiamo mai dichiarato guerra a nessuno, questo sia chiaro, forse è stato il contrario, non mi sembra che noi abbiamo disobbedito a qualche legge o inasprito gli animi. Certo che bisogna arrivare alla pacificazione e ci sarà quando il decreto 127 verrà revocato”.E interpellata sul fatto che senza la revoca del Green Pass la battaglia potrebbe continuare, Schilirò conclude: “La battaglia bisognerebbe farla nelle sedi opportune, ci vuole la magistratura a questo punto. E’ chiaro, io esprimo il mio parere, anche da giurista, sono laureata in legge, facevo l’avvocato, quindi ho qualche competenza non è che sono proprio digiuna di diritto. Quindi il Green Pass è assolutamente una misura dal punto di vista giuridico inesistente, illegittima e lo ripeto, lo posso spiegare”.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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