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Cronache

Grecia messa in ginocchio dai roghi, il bilancio provvisorio di sangue sale a 79 morti e centinaia di ustionati

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Il bilancio ufficiale di sangue degli incendi in Grecia è salito a 79 morti. Un bilancio non ancora definitivo. Le squadre di soccorso sono ancora alla ricerca di dispersi. C’è comprensibilmente ancora caos nella zona a Nord Est di Atene. Ci sono centinaia di soccorritori che cercano persone in vita nelle aree più colpite dal fuoco. Soccorritori dell’esercito greco e vigili del fuoco stanno ispezionando ogni singola abitazione a Mati, la località balneare nei pressi di Atene divorata dalle fiamme. “Temiamo di trovare altri cadaveri”, spiega un vigile del fuoco chiedendo l’anonimato. Il bilancio ufficiale delle vittime è attualmente di 79 morti accertati ma si teme che possa crescere ancora. Nella cittadina diversi mezzi della polizia pattugliano la zona, mentre le nuvole oscurano il cielo. I tecnici hanno iniziato una valutazione sull’agibilità di molte abitazioni, quelle pericolanti vengono segnate di rosso.

Tra le misure previste dal governo di Alexis Tsipras, lo stanziamento di fondi straordinari per un ammontare di 20 milioni di euro, per rispondere alle immediate esigenze dei comuni e dei cittadini colpiti dall’emergenza. Sarà poi attivato un conto corrente bancario speciale per il supporto alle popolazioni sul quale convogliare contributi pubblici e privati, tenuto conto della grande disponibilità alla solidarietà concreta giunta sia dall’interno del Paese che dall’estero. I fondi raccolti – fanno sapere fonti del governo – saranno utilizzati per la riparazione dei danni materiali. 

Il governo prevede poi di rafforzare la vigilanza contro eventuali ‘sciacalli’ nelle zone colpite, dispiegando pattuglie miste di Polizia, Vigili del Fuoco e Forze Armate. Altre misure aggiuntive, di sostegno alle popolazioni colpite, sono state annunciate dal Ministero delle Finanze. Nei prossimi giorni saranno poi annunciati i risarcimenti per le famiglie delle vittime. Inoltre, 180 ingegneri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono già in loco per agevolare la conta dei danni, e domani li raggiungeranno altri 120. Il Ministero di Lavoro ha già messo a disposizione strutture per ospitare gli sfollati, mentre unità mobili di psicologi e assistenti sociali sono state formate per l’assistenza alle persone coinvolte nei roghi o che hanno perso familiari e amici. Infine, la Regione dell’Attica ha creato un apposito centro di coordinamento per i soccorsi e il volontariato.

Aiuti anche dalla Macedonia che ha offerto 6 milioni di dinari, pari a circa 100 mila euro, quali aiuti urgenti alla vicina Grecia per combattere gli incendi. Il primo ministro macedone Zoran Zaev lo ha annunciato via Twitter, precisando che il denaro sarà a disposizione delle istituzioni greche responsabili per le operazioni anti-incendio.

Negli ospedali della capitale ci sono 164 feriti, ustionati o intossicati dal fumo, tra cui 23 bambini. Le fiamme hanno incenerito oltre mille edifici e distrutto centinaia di automobili. Migliaia sono le persone evacuate e in fuga. Un’immane tragedia che colpisce il Paese in piena stagione turistica, con dettagli raccapriccianti, in particolare per quel che riguarda Mati, piccola località dove molti greci hanno seconde case. Qui, intrappolati dalle fiamme, 26 persone sembra parte di una stessa famiglia o di un gruppo di amici, sono morte insieme carbonizzate mentre cercavano una via di fuga verso il mare. Tra loro, raccontano sgomenti i testimoni, madri trovate abbracciate ai loro bambini, in un disperato tentativo di proteggerli. Una nuova, tragica Pompei.

Alcune persone – tra cui due cittadini polacchi – sono annegate una volta arrivate al mare. Cinque cadaveri sono stati recuperati dalla Guardia Costiera greca, tra cui quello di un bambino, al largo di Artemida, poco lontano da Rafina. Ma il mare ha rappresentato la salvezza per altre centinaia di persone che si sono riversate sulle spiagge della zona, gettandosi in acqua ed iniziando a nuotare. Alcuni hanno raccontato di aver disperatamente raggiunto il largo, e lì sono rimasti per ore, visto che il fuoco era praticamente sul bagnasciuga. Tutti i superstiti hanno raccontato della velocità dei roghi, che li hanno raggiunti nelle case, negli hotel, in auto o lungo le strade. Molti hanno parlato di “fuoco come torrenti di lava” che avanzavano ingoiando tutto. Lungo le strade, le carcasse delle auto sono stasera una scena impressionante.

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Cronache

Terremoto in Irpinia: 44 anni dopo, il ricordo di una tragedia che unì l’Italia

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Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.

A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.

Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.

«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.

Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.

«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.

L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.

Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.

Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.

I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.

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Terremoto sul Vesuvio: lieve scossa avvertita nella zona di Ottaviano

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Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.

Un evento di natura superficiale

La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.

La rete di monitoraggio sul Vesuvio

Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.

Cosa significa per la popolazione

Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.

Consigli per la cittadinanza

È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.

L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.

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Avellino, una donna e i suoi figli tratti in salvo da Polizia e Vigili del fuoco

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Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.

Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.

La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.

Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.

Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.

 

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