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Ambiente

Grande barriera corallina, ambientalisti scrivono ad Unesco

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I dieci maggiori gruppi ambientalisti in Australia hanno scritto al comitato Unesco per il patrimonio mondiale, esortandolo a inserire la Grande Barriera Corallina nel patrimonio mondiale “in pericolo”, mentre il governo di Canberra intensifica il lobbismo internazionale contro la proposta raccomandazione, nella riunione da 16 al 31 luglio in Cina. La ministra australiana dell’Ambiente Sussan Ley e’ in arrivo in Europa per una campagna diplomatica contro la ‘retrocessione” del piu’ grande sistema corallino al mondo, che si estende per 2300 km al largo della costa nordest del continente. Intanto il governo australiano sta organizzando una ricognizione aerea della Barriera per ambasciatori di base a Canberra. La bozza di raccomandazione esorta l’Australia a “intraprendere azioni accelerate a tutti i livelli possibili” verso il cambiamento climatico, mentre il governo di Canberra parla di decisione politicamente motivata e sostiene di essere stato preso alla sprovvista dalla diffusione della bozza “senza adeguata consultazione e senza verifiche sul posto”. Il comitato del patrimonio mondiale, la cui imminente sessione e’ presieduta dal vice ministro cinese dell’educazione Tian Xuejun, include 21 paesi, 14 dei quali sono parte del programma di finanziamento Belt and Road che li pone in debito con Pechino.

“Mentre parte della Grande Barriera Corallina rimangono belle, non possiamo sotto svalutare la minaccia esistenziale del cambiamento climatico, con perdita sostanziale di coralli in anni recenti con eventi di sbiancamento di massa dei coralli nel 2016, 2017 e 2020”, scrivono nella lettera i gruppi ambientalisti, tra cui Greenpeace Australia, WWF Australia e Australian Conservation Foundation. “La leadership globale sul cambiamento climatico per la Grande Barriera Corallina deve cominciare dall’Australia – come altro possiamo aspettarci che il mondo agisca con l’ampiezza e l’urgenza necessarie a proteggere una delle aree piu’ iconiche del patrimonio mondiale”, recita la lettera. La classificazione ‘in pericolo’ “deve stimolare azione decisiva dalla comunita’ globale per proteggere uno dei luoghi piu’ belli e piu’ biodiversi nel mondo”, aggiunge.

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Ambiente

In 10 anni 146 disastri meteo, agricoltura in ginocchio

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In Italia negli ultimi dieci anni, in particolare dal 2015 al 20 settembre 2024, sono stati registrati 146 eventi meteo estremi che hanno causato danni all’agricoltura, pari al 7,4% del totale degli eventi avvenuti nello stesso periodo in Italia. Lo evidenzia il report Città Clima – speciale Agricoltura di Legambiente realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol – indicando che “preoccupa in particolare l’accelerata degli ultimi due anni 2023-2024, con 79 eventi meteo estremi con danni al settore, che è oltre la metà del totale registrato negli ultimi 10 anni. Sei le regioni più colpite: Piemonte con 20 eventi, seguito da Emilia-Romagna (19), Puglia (17), Sicilia e Veneto (ciascuna con 14), Sardegna (11) con danni alle produzioni di frutta, ortaggi, mais, barbabietole, frutteti e vigneti che sono stati sradicati.

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Ambiente

Trovato un ecosistema preistorico fossile in Valtellina

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Orme di anfibi e rettili, ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia: è un vero e proprio ecosistema fossilizzato su lastre di arenaria, quello scoperto nel Parco delle Orobie Valtellinesi in provincia di Sondrio. Riportato alla luce dallo scioglimento di neve e ghiaccio causato dal cambiamento climatico, conserva tracce di vita risalenti a 280 milioni di anni fa. I primi reperti, recuperati pochi giorni fa a 3.000 metri di quota con una spettacolare operazione supportata da un elicottero, sono stati mostrati per la prima volta al Museo di Storia Naturale di Milano.

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Copernicus: 2024 l’anno più caldo, sforerà limite 1,5 gradi

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Il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato, e la temperatura media globale sarà più di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali, probabilmente più di 1,55 gradi. Lo scrive in un comunicato il servizio meteo della Ue, Copernicus.

“L’anomalia media della temperatura globale per i primi 10 mesi del 2024, da gennaio ad ottobre – scrive Copernicus -, è stata di 0,71 gradi superiore rispetto alla media 1991-2020: è la più alta mai registrata per questo periodo, e di 0,16 gradi più alta dello stesso periodo del 2023”.

Secondo il servizio meteo della Ue, “è ora virtualmente certo che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato. L’anomalia della temperatura media per il resto del 2024 dovrebbe crollare quasi a zero perché il 2024 non risulti l’anno più caldo”. Inoltre, prosegue Copernicus, “dato che il 2023 è stato 1,48 gradi sopra il livello pre-industriale, è virtualmente certo che la temperatura globale annuale per il 2024 sarà di più di 1,5 gradi sopra il livello pre-industriale, ed è probabile che sarà superiore di più di 1,55 gradi”.

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