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Politica

Governo prova a trovare un accordo sulla prescrizione, c’è però il nodo Autostrade

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Una girandola di riunioni, con sullo sfondo le crisi internazionali, per sminare un gennaio potenzialmente complicatissimo. Giuseppe Conte da’ il suo via alla ripresa dei lavori cominciando subito ad affrontare due dei nodi piu’ spinosi nella maggioranza: quello della prescrizione e quello di Autostrade. Le parti si siedono al tavolo partendo, in entrambi i casi, da posizioni lontane. Con un ‘appendice: le Regionali del 26 gennaio, che rischiano di irrigidire ulteriormente Pd, M5S e Leu. E con Luigi Di Maio pronto a giocarsi tutte le sue carte per mettere in campo la revoca ad Autostrade. Sulla prescrizione la volonta’ comune e’ di trovare al piu’ presto un compromesso, anche perche’ dal Pd arriva al ministro Alfonso Bonafede una sorta di ultimatum: in caso di nuova fumata nera alla riunione la proposta dei Dem sara’ abbinata (come peraltro ha fatto oggi Leu con la sua proposta) a quella di Enrico Costa che, gia’ nei prossimi giorni, rischia di essere discussa in commissione senza un accordo nel governo. “A Bonafede abbiamo dimostrato la coerenza ma la nostra disponibilita’ non e’ infinita”, avverte in mattinata il ministro delle Autonomie Francesco Boccia. Diverse ore dopo il vertice di maggioranza sulla prescrizione prende il via. Con una ipotesi di compromesso: mantenere intatto il principio della riforma Bonafede (ovvero lo stop alla prescrizione) introducendo una “prescrizione processuale” a seconda dei gradi di giudizio (con una clausola di sicurezza se il procedimento dura eccessivamente) o della sentenza di assoluzione o condanna. Simile la mediazione di Leu, che prevede anch’essa una prescrizione processuale, con termini certi per ogni grado di giudizio. Ma la proposta presenta le sue incognite, anche costituzionali, teoricamente. E, in fondo, gia’ prima dell’entrata in vigore della riforma della prescrizione era stata bocciata da Bonafede. Una riforma che trova tuttavia in trincea Iv, le opposizioni nella sua interezza e anche una buona parte della societa’ civile. “E’ una riforma che mina lo Stato di diritto”, protestano, ad esempio i Radicali italiani. Il tema, inevitabilmente, s’incrocia con la questione Autostrade, forse ancora piu’ spinosa. E chissa’ se tra Pd e M5S ci sia una sorta di “do ut des” sui due dossier. Il nodo Autostrade viene affrontato nel punto politico che, nel primo pomeriggio, Conte fa con Di Maio, Dario Franceshini, Elena Bonetti e Roberto Speranza. Riunione nella quale Di Maio ribadisce che, sulla revoca, non ha alcuna intenzione di indietreggiare. Tanto che la proposta della maxi-multa, filtrata dalla maggioranza nelle ore scorse, fa scattare la trincea del Movimento. “Non scherziamo. Lo Stato non accetta carita’, solo giustizia per le vittime. Per chi ha causato il crollo del ponte Morandi non ci saranno sconti”, avvertono i Cinque Stelle. E Di Maio, in uno dei momenti piu’ critici della sua leadership e in vista delle Regionali, non potra’ che cavalcare uno dei temi piu’ identitari del Movimento. A dire il vero e’ la stessa ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli a negare l’ipotesi di una maxi-multa. “Non l’abbiamo mai valutata ne’ privatamente ne’ pubblicamente”, chiarisce. Diversa la “consistenza” di un’altra strada di mediazione: quella di cospicua riduzione dei pedaggi come ultima arma, per Autostrade, per evitare la revoca della concessione. Anche perche’ non solo dal M5S ma anche dal Pd arrivano toni duri sulla sua gestione. “Dalle carte, aggiunge, “sono emerse carenze nella manutenzione e nei controlli che non sono stati fatti a regola d’ arte”, sottolinea De Micheli. E non e’ certo piu’ morbida la posizione di Conte. Resta da verificare la fattibilita’ e il costo di un’eventuale revoca. Oltre alle “barricate” di Italia Viva, pronta a votare contro la norma contenuta nel Milleproroghe che di fatto agevolerebbe l’attuabilita’ della revoca.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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