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Gli ordini del boss in cella ai picciotti contro il pentito: o ritratta o gli ammazziamo i figli

Uno degli episodi più scioccanti riguarda i tentativi di intimidazione perpetrati dal clan per costringere Luca Esposito, genero di Bosti, a ritrattare le sue dichiarazioni. Esposito aveva inizialmente fornito informazioni alle autorità, descrivendo le violenze e le minacce perpetrate da Bosti e dai suoi affiliati. Tuttavia, di fronte alla pressione e alle minacce dirette ai suoi figli, Esposito ha poi ritrattato le sue dichiarazioni, interrompendo così un breve periodo di collaborazione con la giustizia.

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La vicenda di Patrizio Bosti, boss dell’Alleanza di Secondigliano, evidenzia un quadro criminale estremamente violento e coercitivo, con implicazioni gravi anche verso coloro che si sono avvicinati alla giustizia. Bosti, noto per il suo ruolo di comando nel clan camorristico, è stato recentemente coinvolto in nuove accuse riguardanti il tentativo di riorganizzare l’Alleanza di Secondigliano, con l’intento di rafforzare il controllo sul territorio e sugli affari illeciti.

L’ultima azione legale contro Bosti ha portato all’arresto di alcuni suoi familiari e affiliati, tra cui Ettore Bosti e Flora Bosti. Questi individui sono accusati di aver continuato a gestire le attività criminali del clan nonostante la reclusione di Bosti padre. Flora Bosti, in particolare, è stata indicata come una figura chiave nella gestione delle risorse e dei rapporti con gli affiliati, agendo come una sorta di tramite tra il boss in prigione e l’esterno.

Le attività criminali dell’Alleanza di Secondigliano, secondo quanto emerso dalle indagini, includono il riciclaggio di denaro proveniente da droga, racket e usura. Il clan si è infiltrato anche in settori “puliti” dell’economia, come la ristorazione e il settore energetico, utilizzando una serie di attività commerciali per occultare e riciclare i proventi illeciti.

Uno degli episodi più scioccanti riguarda i tentativi di intimidazione perpetrati dal clan per costringere Luca Esposito, genero di Bosti, a ritrattare le sue dichiarazioni. Esposito aveva inizialmente fornito informazioni alle autorità, descrivendo le violenze e le minacce perpetrate da Bosti e dai suoi affiliati. Tuttavia, di fronte alla pressione e alle minacce dirette ai suoi figli, Esposito ha poi ritrattato le sue dichiarazioni, interrompendo così un breve periodo di collaborazione con la giustizia.

La situazione attorno a Bosti e all’Alleanza di Secondigliano è emblematica delle sfide che le forze dell’ordine e la magistratura devono affrontare nel contrastare la criminalità organizzata. Il caso sottolinea anche la pervasività delle attività criminali e il loro impatto su diversi settori della società, nonché la difficoltà nel garantire la protezione per coloro che decidono di cooperare con la giustizia.

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Orrore a Pannarano, nel Beneventano: sgozza e decapita il fratello poi chiama i carabinieri

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Un uomo di 59 anni è stato sgozzato e decapitato dal fratello la cui testa è stata getta dal balcone. Il terribile omicidio è avvenuto nella tarda serata di ieri a Pannarano, in provincia di Benevento. Ad allertare i carabinieri sarebbe è stato l’assassino. Al momento non si conoscono i motivi del gesto.

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Sfruttamento prostituzione, blitz in 27 province e 7 arresti

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Una vasta operazione della Polizia di Stato per il contrasto al fenomeno dello sfruttamento della prostituzione si è conclusa nella notte in 27 province. E ha portato all’arresto di 7 persone e a 71 denunce. Ad Alessandria, Ancona, Aosta, Bari, Benevento, Catania, Cosenza, Cremona, Imperia, L’Aquila, Latina, Lecco, Lodi, Lucca, Mantova, Massa Carrara, Milano, Modena, Napoli, Oristano, Parma, Pisa, Prato, Roma, Savona, Teramo e Vibo Valentia, sono stati intensificati i controlli di polizia sui principali luoghi utilizzati soprattutto da soggetti appartenenti alla criminalità straniera, in particolare cinese, dediti al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, talvolta anche minorile.Ad eseguirli oltre 400 operatori delle squadre mobili della polizia di Stato coordinati dallo Sco (Servizio Centrale Operativo). Controlli e perquisizioni hanno riguardato anche appartamenti ed esercizi pubblici in cui le prestazioni sessuali a pagamento erano dissimulate con inesistenti attività professionali (in particolare riferibili al settore estetico e del benessere) pubblicizzate anche online attraverso siti e piattaforme di messaggistica dedicate.

Alle sette persone arrestate, così come ai 71 denunciati, sono contestati reati in materia di immigrazione, sfruttamento della prostituzione, stupefacenti e reati contro la persona. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate anche numerose dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish ed eroina. Sono stati anche adottati provvedimenti amministrativi nei confronti di 51 persone straniere, irregolari sul territorio nazionale (26 delle quali destinatarie del provvedimento di espulsione). E inoltre sono stati sequestrati un fucile illecitamente detenuto, la somma di oltre 10.000 euro provento dell’attività illecite, tre immobili dove abusivamente veniva esercitata l’attività di prostituzione . Complessivamente sono state elevate 82 sanzioni ammnistrative per decine di migliaia di euro per esercizio abusivo dell’attività commerciale, violazione della normativa sull’immigrazione e sugli stupefacenti, irregolarità in materia di assunzione di lavoratori, violazione in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, violazione della normativa in materia di igiene e conservazione degli alimenti, infine in alcuni locali sono state riscontrate gravi carenze igienico – sanitarie. A supporto degli Uffici investigativi hanno operato 60 equipaggi dei reparti prevenzione crimine e numerose unità cinofile.

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Alex Marangon, ritrovato cadavere nel fiume: forse ucciso dalla droga nei riti sciamani

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È stato trovato ieri pomeriggio il corpo senza vita di Andrea Marangon, il barista 26enne di Marcon (Venezia), scomparso da Vidor (Treviso) nella notte tra sabato e domenica, dopo essersi allontanato da un ritrovo di carattere spirituale che si teneva nell’Abbazia di Santa Bona.

Doveva essere una cerimonia di musica medicina, ma sembra che nessuno abbia saputo contenere gli effetti della ayahuasca, la sostanza allucinogena assunta probabilmente da Alex Marangon nei due giorni di ritiro nell’Abbazia Santa Bona di Vidor.

Piano piano emergono le testimonianze di quanto successo lo scorso sabato notte quando il giovane barista di 26 anni è scomparso nel nulla nel pieno di un raduno di appassionati di sciamanesimo.

Il corpo era arenato su un isolotto nell’alveo del fiume Piave, nella zona di Ciano del Montello, tra i quattro e i cinque chilometri a valle di Vidor.

Il primo avvistamento è avvenuto dall’elicottero dei vigili del fuoco in una zona caratterizzata anche dalla difficoltà di accesso per le squadre a terra a causa della folta vegetazione che caratterizza gli impervi argini che il fiume ha in quel tratto e dove la larghezza del letto del Piave è notevole. Una volta portato a riva e composto sommariamente, il corpo del giovane è stato portato all’obitorio di Montebelluna per un esame da parte del medico legale ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà decidere se procedere formalmente all’autopsia. Dalle prime indicazioni sembra potersi escludere che sia stato vittima di crimini violenti.

Anche se da una prima ispezione sul corpo, eseguita stamane, sono state evidenziate alcune contusioni, un’ecchimosi all’occhio e una ferita sul fianco, probabilmente dovuta al morso di un’animale, segni comunque considerati compatibili con urti contro massi, rocce e rovi dovuti al trascinamento della corrente del fiume. Con l’autopsia saranno eseguiti anche gli esami tossicologici per stabilire lo stato psico-fisico del giovane.

Da quanto si apprende sabato pomeriggio il ragazzo aveva già fatto un bagno nel Piave accodandosi a un altro ragazzo, potrebbe aver voluto rifarlo sabato notte per il caldo ma aver poi accusato un malore. Intanto i carabinieri stanno procedendo a esaminare il telefonino lasciato dal ragazzo nella camera che aveva prenotato per trascorrervi la notte. Il sindaco di Marcon ha annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali del giovane che, quando non era in Trentino per lavoro o impegnato in lunghi viaggi, abitava in paese con i genitori.

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