Ci sono i tanti dossier divenuti caldissimi in una manciata di giorni ad attenderlo sulla scrivania del Collegio Romano, ma Alessandro Giuli, come primo appuntamento nell’agenda di governo da neo-ministro, aveva scritto oggi ‘palazzo Chigi’. Il responsabile della Cultura si presenta poco prima delle 15 nel palazzo del governo dove ha un lungo colloquio con la premier Giorgia Meloni. Un “incontro istituzionale” viene definito il colloquio, durato circa un’ora e mezza. Di una sua presenza nella sede del ministero, invece, non era ancora stata data traccia. Giuli si palesa al portone del Collegio Romano poco prima delle sei: ma ai cronisti che lo attendevano dalla mattina lì davanti nessuna risposta. “Ci sarà modo di parlare di tantissime cose al momento opportuno. Buon lavoro, ci vediamo presto” il suo rapido saluto.
Dal giorno della nomina, d’altra parte, il nuovo ministro ha fatto della discrezione il suo mantra, evitando dichiarazioni, annunci, e persino apparizioni, salvo quella alla Mostra di Venezia lontano dal red carpet e dove ha mantenuto ben serrata la bocca. In silenzio, dunque, sta sbrogliando la questione principale da risolvere, quella dell’organizzazione del G7 della Cultura a Napoli che certamente sarà stato uno degli oggetti di confronto anche nella riunione nella sede del governo. In forse la tappa di Pompei, dove potrebbe svolgersi solo una breve visita. Si sta, intanto, definendo anche la partita della sua successione al museo Maxxi pure se, anche lì, i tempi potrebbero allungarsi un po’ più del previsto. Era infatti attesa per oggi l’indicazione del facente funzione del Presidente in attesa della nomina del successore di Giuli, con la cooptazione del componente più anziano del Cda della Fondazione.
E cioè il medico odontoiatra Raffaella Docimo che però avrebbe fatto un passo indietro, dopo le polemiche sul curriculm da alcuni definito inadeguato, a favore della giornalista Emanuela Bruni. Servirà comunque un passaggio in consiglio di amministrazione e, allo stato, pur se imminente, il cda non è ancora stato convocato. Dopo le proteste di qualche star del cinema, degli operatori, addetti e lavoratori del settore, dei sindacati e delle opposizioni rimane in sospeso anche la questione delle nomine nella commissione “selettivi”, quella che deve scegliere i film a cui concedere una buona fetta di tax credit. I nomi sono stati indicati da Gennaro Sangiuliano prima di lasciare il ministero che ha anche firmato il decreto di nomina che sarebbe però ancora al vaglio degli organi di controllo.
E dunque se Giuli volesse potrebbe ancora metterci mano. Paolo Mereghetti, Valerio Caprara, Giacomo Ciammaglichella, Pier Luigi Manieri, Massimo Galimberti, Pasqualino Damiani, Valerio Toniolo, Manuela Maccaroni, Francesco Specchia, Luigi Mascheroni e Stefano Zecchi sono i nomi che risultano indicati da Sangiuliano. Tra questi quello di Maccaroni sarebbe anche il nome prescelto dalla Regione Lazio per la nomina nel Cda della Festa del cinema di Roma: la presidente dell’Osservatorio per la parità di genere del ministero della Cultura, giurista e cassazionista, sarebbe stata giudicata dal presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, adeguata alle competenze richieste. E a proposito di nomine sono arrivate oggi al Ministero una ventina di persone per firmare il loro nuovo contratto di lavoro: sono i vincitori per scorrimento di un concorso per funzionari amministrativi da cui hanno attinto diversi ministeri.