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Cronache

Giallo a Bergamo, imprenditore ucciso in casa

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Da martedi’ pomeriggio i suoi amici del bar del paese lo cercavano senza riuscire a contattarlo. Cosi’ attorno alle 21 di ieri sera si sono presentati alla sua abitazione, un appartamento al secondo piano di una palazzina di via Nembrini 56 a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo. E lo hanno trovato morto, riverso sul pavimento del soggiorno, in una pozza di sangue e con una ferita al capo. Immediato, a quel punto, l’allarme ai carabinieri. Anselmo Campa, 56 anni, imprenditore bergamasco originario del vicino comune di Castelli Calepio e titolare con la sorella e il cognato di una ditta specializzata in finiture in metallo con sede a Cologne (Brescia), e’ stato ammazzato in casa, probabilmente gia’ martedi’ sera. L’abitazione e’ stata posta sotto sequestro dalla Procura di Bergamo, che ha aperto un fascicolo per omicidio aggravato, e i carabinieri di Bergamo hanno avviato le indagini per risalire all’assassino e chiarire le circostanze del delitto. Al momento tutte le ipotesi restano aperte, anche se gli inquirenti sembrano non escludere la pista dell’aggressione avvenuta al culmine di un “furto in casa finito male”, come precisa una nota dell’Arma, in cui si evidenzia nel contempo anche che “allo stato non vi sono piste privilegiate da seguire e approfondire”. L’indagine e’ coordinata dal sostituto procuratore Maria Esposito, che ha effettuato diversi sopralluoghi con i carabinieri all’appartamento teatro del delitto per effettuare alcuni rilievi e ricostruire l’accaduto. La vittima abitava da qualche tempo da solo proprio nell’appartamento di via Nembrini: era infatti separato dalla seconda moglie, dalla quale aveva avuto due figlie. I vicini di casa non avrebbero sentito rumori sospetti nella serata di martedi’, quando probabilmente Campa e’ stato ucciso in casa, forse con l’utilizzo di un oggetto contundente. Gli inquirenti stanno cercando di capire se dall’appartamento manca qualcosa. Come previsto in questi casi sono stati sentiti, per ricostruire le ultime ore di vita dell’imprenditore, i familiari e gli amici. Pare che il cinquantaseienne non avesse nemici ne’ problemi sul lavoro. Un delitto che scuote la Bergamasca a poche ore dall’uccisione di Romina Vento, la mamma di 44 anni annegata nell’Adda, a Fara Gera, dal marito Carlo Fumagalli, arrestato ieri mattina con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

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Cronache

Fedez e Chiara Ferragni: la canzone della discordia tra accuse e polemiche

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La separazione tra Fedez e Chiara Ferragni continua a dominare la scena mediatica, e l’ultimo capitolo di questa travagliata storia è stato scritto dal rapper stesso. Con il brano Allucinazione collettiva, Fedez racconta i suoi sentimenti e il difficile momento personale che sta vivendo, toccando temi come l’amore, la sofferenza e persino il tentato suicidio. Ma la sua ex moglie, Chiara Ferragni, ha reagito duramente, descrivendo la canzone come una “finta canzone romantica, priva di sincerità”, e un “atto violento” volto a sfruttare la situazione.

Le parole di Fedez e la risposta di Chiara

Nel testo della canzone, Fedez riflette sulla fine della sua relazione e sul dolore che ne è seguito: «La vita ferisce. Il tempo lenisce. L’amore sparisce. Ma non si capisce…». Tuttavia, l’amore cantato dal rapper non è visto nello stesso modo da Chiara, che ha prontamente risposto sui social definendo il brano un tentativo di strumentalizzare il loro rapporto: «Sto cercando di andare avanti nonostante tutto e chiedo solo di essere lasciata fuori da questi giochi».

Chiara, nel suo lungo post, ha espresso stanchezza per i continui attacchi pubblici e per l’esposizione mediatica della sua vita privata, ribadendo il desiderio di proteggere i suoi figli e la sua famiglia da ulteriori polemiche.

Le accuse tra Fedez e Tony Effe

A complicare ulteriormente la situazione, nelle settimane precedenti c’erano già stati forti screzi tra Fedez e Tony Effe, il rapper di Sesso e samba. Effe, indiziato di un flirt con Ferragni, aveva lanciato frecciatine nella sua musica, accusando Fedez di aver trascurato la moglie durante la malattia e di strumentalizzare i figli per la propria immagine pubblica. Da lì, è nato un “dissing”, un duello musicale in cui Fedez ha risposto duramente: «Scrivevi a mia moglie mentre mi abbracciavi, quelli come te io li chiamo infami».

Ma la polemica è degenerata quando Effe ha fatto espliciti riferimenti ai figli della coppia, Vittoria e Leone, suscitando l’indignazione di Chiara, che ha chiesto rispetto e di lasciare fuori i suoi bambini da questa faida. «Fate quello che volete, ma lasciate tutti in pace, me e i miei figli», ha scritto l’influencer.

Un capitolo che non si chiude

Allucinazione collettiva sembra quasi un tentativo di Fedez di chiudere un capitolo doloroso della sua vita, ma le reazioni di Chiara Ferragni dimostrano che, almeno per lei, la questione è tutt’altro che risolta. Il “lietofine” che Fedez cerca nella canzone appare distante, mentre Chiara ribadisce la necessità di porre un punto definitivo a questa storia: «Credo sia giunto il momento di mettere un punto a tutto ciò e di poter vivere serenamente».

Questa vicenda, seguita con grande attenzione dai fan e dal pubblico, è ormai diventata un argomento di dibattito tanto nei bar quanto sui social, con opinioni contrastanti su chi abbia ragione e se sia possibile, per i due protagonisti, trovare finalmente pace e serenità.

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Il caso di Chiara Petrolini e dei bambini sepolti in giardino: tutte le ombre su una tragedia

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Chiara Petrolini, 21 anni, è al centro di un’inchiesta che ha sconvolto la piccola comunità di Traversetolo, accusata di aver ucciso i suoi due neonati appena partoriti e di averne occultato i cadaveri. Gli eventi risalgono al 12 maggio 2023 e al 7 agosto dello stesso anno, date in cui la giovane babysitter avrebbe messo fine alle vite dei figli, nascosti sotto la sua finestra. La vicenda, dai contorni tragici e controversi, ha sollevato numerosi interrogativi.

Le amiche e il silenzio del gruppo

Chiara e le sue amiche del cuore, unite anche sui social, sembravano inseparabili. Le tre ragazze condividevano tutto, tanto da avere persino una pagina Facebook comune. Tuttavia, nessuna di loro ha colto segni della gravidanza o del profondo malessere che Chiara stava vivendo. «Se ci fossimo accorte di qualcosa, l’avremmo aiutata», raccontano le amiche, scosse e sconvolte da quanto accaduto. La stessa cosa vale per il fidanzato, con cui Chiara continuava ad avere una vita apparentemente normale, usciva, beveva, parlava del ciclo mestruale come se nulla fosse.

L’accusa e l’ombra della perizia psichiatrica

Chiara è accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere. Giovedì avrà la possibilità di esporre la sua versione dei fatti al giudice, anche se potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere, assistita dall’avvocato Nicola Tria. La difesa, nel frattempo, potrebbe richiedere una perizia psichiatrica per valutare lo stato mentale della giovane, cercando di gettare luce sui tanti punti oscuri di questa storia.

Il ruolo dei genitori e il movente

Secondo la Procura, i genitori di Chiara non erano a conoscenza delle gravidanze. In un’intercettazione, la madre chiede alla figlia, dopo il parto del 7 agosto, se l’emorragia dell’anno precedente fosse stata causata da un altro parto, un indizio che evidenzierebbe il completo disorientamento della famiglia. Il padre, invece, si accontenta della spiegazione di un ciclo abbondante e consegna i tappeti insanguinati alla moglie, che li lava senza fare ulteriori domande.

Ma qual è il movente che ha spinto Chiara a compiere questi atti? La giovane ha dichiarato di temere il giudizio dei genitori e del fidanzato, ma resta da capire se questo possa realmente spiegare la tragica scelta di togliere la vita ai suoi figli. Chiara viene descritta come una ragazza solare e sorridente, ma forse viveva un disagio interiore che nessuno è riuscito a percepire.

I misteri sui parti

Uno dei punti più oscuri riguarda le condizioni dei neonati al momento della nascita. Chiara sostiene che entrambi i bambini siano nati morti, ma gli esami indicano che il secondo figlio, nato il 7 agosto, era vivo e sarebbe morto per shock emorragico. Inoltre, i due corpi sono stati seppelliti in modo diverso: il secondo ben nascosto in giardino, mentre il primo solo superficialmente coperto con uno strato di terra. È possibile che Chiara volesse essere scoperta per mettere fine alle bugie?

Il viaggio negli USA e le ricerche online

Poco prima del secondo parto, Chiara si era recata in viaggio negli Stati Uniti con i genitori. Al suo ritorno, ha dichiarato di aver raccontato loro della gravidanza, ma resta da capire se davvero non fosse consapevole del mese di gestazione o se, come ipotizza la Procura, avesse già pianificato di sopprimere il figlio. Nel periodo precedente al parto, infatti, la ragazza ha effettuato diverse ricerche online legate al travaglio, un dettaglio che secondo gli inquirenti indicherebbe l’intenzione premeditata di mettere fine alla vita del neonato.

Un caso che scuote e interroga

La vicenda di Chiara Petrolini ha lasciato una ferita profonda nella comunità di Traversetolo e continua a sollevare domande inquietanti. Come è possibile che nessuno, nemmeno le persone a lei più vicine, si sia accorto del dramma che stava vivendo? Quali sono le vere motivazioni dietro questi terribili atti? E soprattutto, si poteva evitare questa tragedia? Mentre la giustizia cerca di fare chiarezza, il caso di Chiara Petrolini rimane un doloroso mistero che segnerà a lungo non solo la sua vita, ma quella di tutta la comunità.

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Cronache

Gratteri: i magistrati oggi ai minimi storici di credibilità

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“Noi magistrati oggi siamo ai minimi storici di credibilità, perché abbiamo fatto degli errori”. Lo ha detto il procuratore del Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, intervenuto alla seconda edizione di Capri d’autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzata da Vis factor. Secondo Gratteri si sarebbe dovuto far dimettere i componenti del Csm “perché sul caso Palamara bisognava lanciare il messaggio alla gente che si stava voltando pagina, che si faceva un taglio netto. Non è stato fatto, con il risultato che è passato il messaggio che si voleva tutelare una corporazione che non voleva lasciare la poltrona. E questo ci ha reso più deboli, anche perché le correnti all’interno della magistratura sono ancora tante”.

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