Gallucci Editore ha chiuso l’operazione di acquisto di Centauria libri, il ramo libreria del gruppo Centauria, già Fratelli Fabbri Editori. L’acquisizione rientra per Gallucci nella strategia di diversificazione tra i diversi segmenti dell’editoria di varia ed è particolarmente vicina alla formazione giornalistica dell’editore Carlo Gallucci (nella foto in evidenza).
Il catalogo Centauria comprende saggi e libri illustrati firmati da autori di grande prestigio come Paolo Mieli, Vittorino Andreoli, Dan Peterson, Paolo Condò, Luca Crovi e Paolo Fresu. “In questa fase della nostra crescita sono entusiasta di raccogliere il testimone da Centauria e proseguire il lavoro del suo ottimo staff impegnando le forze, i valori e lo spirito della casa editrice nel campo della non fiction adulta, un settore così lontano dalla nostra immagine prevalente di editori per ragazzi, ma anche assai prossimo alla mia esperienza di giornalista, prima come inviato dell’Espresso e poi di conduttore del Tg5. L’affermazione dei social quali strumenti di informazione impone a tutti noi uno sforzo di approfondimento, di attenzione, di contrasto alle fake news e di sviluppo del confronto delle idee, cioè di vero e sano giornalismo.
C’è uno spazio editoriale enorme e noi avremo un bel da fare già solo per esplorarne una piccola porzione” dice Carlo Gallucci. “Nel nostro processo di ristrutturazione incentrato sulla preminenza delle attività dei collezionabili in edicola e abbonamento, siamo felici di aver trovato una nuova casa per tutto quanto negli anni è stato sviluppato per il canale libreria grazie al fondamentale impegno di Giulio Lattanzi e Anna Maria Goppion. Siamo certi che Carlo Gallucci potrà portare nuovo e meritato lustro alle pubblicazioni e agli autori editati negli anni” spiega Marcello H. Giani, amministratore delegato di Centauria editore srl.
Nato come editore per bambini, settore in cui rappresenta il più importante marchio indipendente nella fascia prescolare, Gallucci in 22 anni di attività ha via via ampliato la propria offerta a lettori di età diverse. Oggi conta numerosi marchi: Lìbrido per i titoli destinati ai più piccoli (libri di stoffa, libri bagnetto, libri con peluche) 0-3 anni, Gallucci per gli Illustrati 4-6 anni, Bros (brossura) per la narrativa destinata ai ragazzi 7-13 anni, Balloon per i graphic novel e i fumetti, Glifi per la narrativa young adult e adulta, a cui adesso si aggiunge Centauria per la non fiction matura.
Per la prima volta a Napoli sarà in mostra al Museo Diocesano di Donnaregina la raccolta di Giuseppe De Vito (Portici 1924 – Firenze 2015), grande collezionista e studioso di pittura napoletana del Seicento, attualmente conservata nella villa di Olmo a Vaglia, presso Firenze, sede della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, da lui costituita nel 2011 con lo scopo di promuovere gli studi su questo periodo artistico.
Già esposti nel 2023 nei musei francesi di Digione e di Aix-en- Provence, i dipinti della mostra odierna, curata da Pierluigi Leone de Castris e da Nadia Bastogi, Direttrice scientifica della Fondazione De Vito, propongono uno straordinario percorso cronologico e tematico nel secolo d’oro della pittura napoletana attraverso opere significative dei maggiori artisti, dagli esordi del naturalismo caravaggesco alla svolta barocca della seconda metà del secolo, in una sorta di colloquio ideale coi dipinti del Seicento napoletano presenti nel Museo e nella chiesa di Donnaregina.
Fra i 35 capolavori esposti spiccano le tele di Battistello Caracciolo, Paolo Finoglio, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera, del misterioso Maestro degli Annunci ai pastori, di Bernardo Cavallino, Antonio De Bellis, Aniello Falcone, Andrea Vaccaro, Domenico Gargiulo, Francesco Fracanzano, Mattia Preti e Luca Giordano, insieme a quelle dei maggiori specialisti di natura morta, come Luca Forte, Paolo Porpora, Giuseppe Recco o Giovanni Battista Ruoppolo.
Non è senza significato che essa apra i suoi battenti a cent’anni dalla nascita di Giuseppe De Vito e insieme a quarant’anni dalla scomparsa di Raffaello Causa – grande amico di De Vito e grande studioso del Seicento napoletano – e dall’apertura della mostra da lui voluta sulla Civiltà del Seicento a Napoli. La mostra rappresenta temi e figure sacre. L’obiettivo del Museo Diocesano è di intrecciare la spiritualità con l’arte e la cultura in occasione del secondo Giubileo di Papa Francesco. Grazie alla presenza degli straordinari pittori seicenteschi l’esposizione – sostengono gli organizzatori – potrà catturare la curiosità dei pellegrini ma anche dei tanti turisti che approderanno a Napolinel 2025 anno giubilare.
Dagli scavi nell’Insula dei Casti Amanti, nel cuore dell’antica Pompei, emerge un affascinante esempio di abitazione romana senza atrio, ribattezzata provvisoriamente “Casa di Fedra” grazie al ritrovamento di un affresco ben conservato raffigurante il mito di Ippolito e Fedra. Questa piccola dimora, seppur di dimensioni ridotte, si distingue per la ricchezza e la raffinatezza delle decorazioni che ornano le sue pareti, in perfetto stile pompeiano.
La casa rappresenta un esempio unico di residenza senza atrio, una peculiarità notevole considerando la tradizione architettonica pompeiana, che prevedeva spesso un impluvio per la raccolta dell’acqua piovana. La scelta potrebbe riflettere i mutamenti sociali che attraversavano Pompei nel I secolo d.C., offrendo spunti per ulteriori ricerche sull’evoluzione delle abitudini abitative dell’epoca.
Larario – Situla in bronzo e serpenti
Un elemento particolarmente suggestivo di questa scoperta è la presenza di affreschi che rappresentano scene mitologiche di grande valore artistico, tra cui un amplesso tra satiro e ninfa, una coppia divina, forse Venere e Adone, e una scena che potrebbe essere interpretata come il Giudizio di Paride. Al centro di tutto, si apre una finestra su un piccolo cortile, in cui i lavori di ristrutturazione interrotti dall’eruzione del 79 d.C. testimoniano la vita in evoluzione della casa. In questo spazio si trova un larario, con decorazioni raffinate che raffigurano un’aquila in volo, serpenti e dettagli naturalistici. L’altare domestico ha restituito oggetti rituali come un bruciaprofumi e una lucerna, probabilmente lasciati nell’ultima offerta prima della catastrofe.
Larario – dettaglio volatile
Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei, ha evidenziato l’importanza di questi ritrovamenti per la comprensione dell’antica società pompeiana, ma soprattutto ha sottolineato il valore dell’“archeologia circolare”. Nelle sue dichiarazioni ha spiegato: “È un esempio di archeologia pubblica o, come preferisco chiamarla, archeologia circolare: conservazione, ricerca, gestione, accessibilità e fruizione formano un circuito virtuoso.” Secondo Zuchtriegel, l’apertura degli scavi e dei restauri al pubblico non solo favorisce la trasparenza, ma rappresenta un modo per coinvolgere tutti nel processo di scoperta e conservazione del passato: “Scavare e restaurare sotto gli occhi dei visitatori, ma anche pubblicare i dati online […] significa restituire alla società che finanzia le nostre attività […] la piena trasparenza di ciò che facciamo, non per il bene di una ristretta cerchia di studiosi, ma per tutti.”
Il Direttore sottolinea inoltre come questo approccio sia essenziale per generare comprensione e sostegno verso l’archeologia preventiva in Italia. Spesso, infatti, i lavori pubblici si fermano per consentire indagini archeologiche. Ma, come sostiene Zuchtriegel, osservare il lavoro degli archeologi a Pompei può aiutare a comprendere l’importanza di documentare e proteggere le tracce delle generazioni passate.
Quadro con raffigurazione di satiro e ninfa
Questo nuovo ritrovamento, dunque, non solo arricchisce la conoscenza del patrimonio archeologico pompeiano, ma diventa anche un simbolo del dialogo tra passato e presente, tra studiosi e pubblico, grazie a un’archeologia che, come afferma Zuchtriegel, “deve essere di tutti”.
Alla fine, parla soprattutto da figlia. La location è la Libreria Mondadori, che apre nella galleria Alberto Sordi a due passi da palazzo Chigi. La folla è quella della grandi occasioni, lo stato maggiore di Forza Italia (i due capigruppo, i due vicepresidenti azzurri di Senato e Camera Licia Ronzulli e Giorgio Mulè) i vertici di Mediaset e Mondadori. C’è Gianni Letta ed arriva pure Marcello Dell’Utri e non manca Paolo Berlusconi. Passano per un saluto i ministri Musumeci, Casellati, Nordio e Zangrillo ed il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini. Giornalisti e direttori di giornali, tutti che attendono Marina e lei non si nega a nessuno.
Marina Berlusconi alla inaugurazione della Libreria Mondadori nella galleria Alberto Sordi vicino Palazzo Chigi (foto Imagoeconomica)
Nella Galleria Alberto Sordi a Roma, Marina Berlusconi ha parlato apertamente del padre, Silvio Berlusconi, mostrando tutta la sua nostalgia: “Mi manca moltissimo, è stato tutto per me, devo tutto a lui”. Ha raccontato con emozione: “Cosa mi manca di mio padre? La carezza sulla guancia che mi dava ogni giorno, la sua telefonata”.
Il giudizio sulla magistratura
Parlando di politica, Marina Berlusconi ha mostrato forti critiche verso una parte della magistratura, affermando: “Certi giudici non sono nemici di mio padre o della Meloni, ma sono nemici del paese”. Il riferimento è al clima di tensione tra il governo e una parte della magistratura, che secondo Marina le ricorda il periodo in cui suo padre era a Palazzo Chigi.
Nessuna intenzione di entrare in politica
Marina Berlusconi ha poi ribadito che, nonostante l’insistenza delle domande riguardanti un suo possibile ingresso in politica, non ha intenzione di fare questo passo: “La domanda me la fanno sempre, ma mio padre me lo ha sempre sconsigliato. Io sono un’imprenditrice e continuerò ad esserlo”. Per quanto riguarda il fratello Piersilvio, ha dichiarato: “Piersilvio parla per Piersilvio, decide lui, ma mi pare che lo abbia già escluso in modo chiaro e netto”.
La politica economica e il governo
Marina ha espresso un giudizio positivo sul governo attuale, elogiando la sua politica estera di “ispirazione europeista ed atlantista”. Tuttavia, ha criticato la tassazione degli extraprofitti, definendola “demagogica e dannosa per il mercato”, pur ritenendo “condivisibile” il provvedimento del governo che destina le risorse alla sanità.
I diritti civili e la maternità surrogata
Uno dei temi centrali toccati da Marina Berlusconi (nella foto Imagoeconomica in evidenza) è stato quello dei diritti civili, in particolare la maternità surrogata, sulla quale ha espresso le sue riserve: “La maternità non si può trasformare in una mercificazione del corpo femminile. Sulla Gpa sto facendo delle riflessioni”. Marina ha poi aggiunto: “La questione dei diritti non è di destra né di sinistra, ma di civiltà e umanità”.
Una riflessione sulla politica americana
Infine, Marina Berlusconi ha espresso perplessità su alcune dichiarazioni di Donald Trump: “Io sono sempre stata filo repubblicana e Reagan rappresenta un modello. Devo dire però che molte dichiarazioni di Trump mi lasciano a dir poco perplessa”. Ha poi concluso: “Se dovessi votare oggi in Usa, mi troverei in difficoltà”.
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