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Cronache

Gabbie e barriere, l’Esercito schierato in guerra contro la peste suina

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Arriva l’esercito a supporto delle strategia di contenimento ed eradicazione della peste suina africana. “Dal primo novembre avremo il supporto dei militari ai quali – ha annunciato il commissario straordinario alla peste suina africana (Psa), Giovanni Filippini – daremo puntuali indicazioni sui territori dove abbiamo bisogno della sorveglianza e dove abbiamo bisogno di mettere le gabbie per la cattura dei cinghiali. Andranno avanti in maniera coordinata e gestita a livello centrale. E questo si farà – ha precisato in audizione alla Camera – con l’esercito, con le polizie provinciali, con la protezione civile e con le ditte specializzate. Le forze armate potranno svolgere la loro azione nella zona di controllo di espansione virale”.

“Abbiamo atteso prima di impiegare l’esercito, affinché fossero nitide le modalità e le finalità di utilizzo delle nostre forze armate”, ha precisato il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra, secondo il quale “la chiarezza e la determinazione, essenziali per contrastare efficacemente la Psa, sono evidenziate anche dalla decisione, spiegata dal commissario, di avvalersi di strategie coordinate con il supporto di polizia provinciale, cacciatori e agricoltori nell’attività di sorveglianza”. Per scongiurare che l’emergenza possa radicalizzarsi, con tutte le conseguenze per la zootecnia che ne deriverebbero, la cabina di regia sembra dunque un punto fermo nella strategia di contenimento della peste suina africana.

“Abbiamo concentrato molto il coordinamento a livello centrale, avendo capito – ha sottolineato Filippini – che la Psa deve assolutamente essere gestita da una cabina di regia. A breve verrà nominato anche un nuovo subcommissario che avrà la delega di gestire il depopolamento dei cinghiali, a partire dai parchi. Soprattutto nella zona di espansione virale dove andremo a concentrare tutte le forze necessarie”. Con l’obiettivo proclamato da Filippini di riportare “la specie in equilibrio coi territori” e soprattutto, a tutela degli automobilisti e dei trasporti, sono inoltre in allestimento delle barriere lungo importanti assi viari della Penisola. “Sto per firmare due convenzioni, la prima con le concessionarie di autostrade e l’altra con il concessionario della Cisa. Queste barriere fortunatamente verranno messe nei terreni di competenza dell’autostrada e quindi loro ci garantiscono anche la manutenzione”, ha annunciato Filippini. Sulle barriere, ha assicurato, “stiamo correndo. In due mesi abbiamo già chiuso Milano, parliamo quindi di centinaia di chilometri. Daremo poi priorità alla Cisa, anche se è veramente molto complicata come territorio. Il ministero della Salute sta acquistando le gabbie per la cattura degli animali che daremo in gestione solo all’interno delle zone di controllo di espansione virale all’esercito e alla polizia provinciale”.

La lotta alla peste suina parte tuttavia con un organico dei veterinari di sanità pubblica sottodimensionato rispetto alle esigenze dettate dall’emergenza e sul territorio italiano mancano anche mattatoi specializzati per un macello delle carni selvatiche separato ed esclusivo. “Dovremmo rapidamente recuperare nuovi veterinari. Siamo in difficoltà, – ha ammesso Filippini – anche perché abbiamo una categoria di professionisti che sta andando in pensione. Inoltre i veterinari che seguono i focolai non possono rientrare in altri allevamenti prima di una settimana e quindi occorre una rotazione dell’organico”. Nel frattempo indennizzi per gli allevamenti colpiti vengono chiesti dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini: “oltre ai danni diretti, legati alla perdita dei capi – ha detto – occorre includere anche quelli indiretti, con gli allevamenti costretti ad interrompere completamente tutte le attività, comprese quelle di ripopolamento”.

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Cronache

Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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