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Fuga dalla zona rossa, la lettera con cui Sky manda tecnici e giornalisti a Roma da Milano per fare il telegiornale nella Capitale

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Quella che leggete di seguito è la lettera che il direttore di Sky Tg24, Giuseppe De Bellis (nella foto in evidenza), ha indirizzato ai giornalisti del canale che dirige per spiegare quello che sta accadendo al telegiornale. Una lettera con cui ha provato a calmare gli animi di tanti dipendenti delle due sedi romane di Sky dove stanno arrivando tecnici e giornalisti da Milano per mandare in  onda il telegiornale dalla Capitale. I dipendenti di Roma di Sky sono in subbuglio perché vogliono sapere, senza alcun dubbio, che tutti quelli che sono arrivati e arriveranno da Milano non hanno alcun problema di infezione da coronavirus. E questo lo si può capire solo se hanno trascorso in quarantena almeno il periodo di incubazione del coronavirus. C’è poi la rabbia di quanti tre anni fa furono costretti a lasciare Sky o furono licenziati perchè non accettarono di seguire Sky tg 24 che si trasferiva a Milano. Ma su questo versante ci sono tanti contenziosi davanti ai tribunali.
Ciao a tutti,
Da lunedì 9 marzo e per tutta la settimana, weekend incluso, andremo in onda da Roma dalle 6.00 alle 11.30. Lo studio di conduzione di “Buongiorno”, come quello di “Start” nella versione potenziata di mezz’ora, sarà quello di Roma Centrale. La regia, invece, continuerà a essere quella di Milano. Questa decisione nasce da due esigenze Alleggerire la pressione su Milano che lavora in emergenza da ormai tre settimane consecutive Prepararsi e testarsi su uno scenario che preveda l’intero palinsesto in onda da Roma Centrale. Questa secondo punto è uno scenario attualmente non all’ordine del giorno. Non lo riteniamo probabile, ma possibile. Per questo ci siamo preparati. A Roma, infatti, sono state allestite delle postazioni di coordinamento e una regia light. Le prime saranno usate da subito, al servizio dell’intera programmazione di SkyTg24; la seconda, invece, solo in caso di messa in onda di tutto il palinsesto da Roma. Vista l’eccezionalità e la straordinarietà della situazione, a Roma, quindi, lavoreranno anche alcuni colleghi normalmente basati a Milano. Si tratta di colleghi di redazione e produzione che o sono rimasti a Roma (o in altre città) negli ultimi giorni in smart working, o in ferie, e altri che per ragioni familiari o per esigenze individuali sarebbero comunque andati a Roma in questi giorni e ai quali chiediamo di fermarsi per una settimana a lavorare da Montecitorio. Per far sì che si stia bene, comodi, nonché per aiutare colleghi e famiglie nella gestione dei figli che non andranno a scuola, domani – dopo aver fatto tutte le verifiche sulle attrezzature – identificherò i colleghi di stanza a Roma che possono fare lo smart working, per consentire loro di lavorare da remoto e al tempo stesso far sì che Montecitorio non sia troppo affollata. E’ evidente a tutti l’eccezionalità della situazione che non costituisce un precedente, ma solo una soluzione a un problema temporaneo. Ai colleghi giornalisti e produttori si aggiungeranno tecnici di PB&C funzionali alla messa in onda. Vi prego quindi nei prossimi giorni di prendere i turni che saranno pubblicati su StaffRoster o sulle altre piattaforme come indicativi, non come scolpiti nella pietra. I responsabili di ogni gruppo di lavoro vi forniranno per tempo tutte le info. Come sempre da quando è cominciata l’emergenza Coronavirus ribadisco la disponibilità della direzione di affrontare caso per caso le situazioni personali particolarmente critiche.
Grazie a tutti Giuseppe

Smantellarono Sky a Roma per sistemarla a Milano, ora rispediscono dipendenti verso la Capitale per ritrasmettere da via Salaria. Ma c’è chi ha paura di essere contagiato dai colleghi

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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