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Cronache

Fratelli morti a Firenze per un mix di droga e farmaci, farmacista indagato

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Un potente analgesico assunto in dosi massicce e mischiato all’alcol, forse per cercare lo sballo. Sarebbe questo il mix rivelatosi letale per i due fratelli belgi di 20 e 27 anni, Robbe e Dries Ceuster, trovati morti ieri pomeriggio dal padre nella loro camera d’hotel quattro stelle nel centro di Firenze. Nell’inchiesta della procura al momento c’e’ un solo indagato: e’ il farmacista che ha venduto ai turisti due confezioni del potente farmaco senza prescrizione medica. L’ipotesi di reato e’ l’omicidio colposo. Le conferme sulle cause della morte potranno arrivare tuttavia solo dall’autopsia e per questo accertamento il pm Giacomo Pestelli conferira’ l’incarico al medico legale mercoledi’ prossimo. La proprieta’ della farmacia dove e’ stato acquistato l’analgesico sta vagliando provvedimenti disciplinari nei confronti del farmacista, un 27enne dipendente del negozio, che ha venduto ai due il farmaco. E i farmaci, come avverte il presidente di Federfarma Marco Cossolo, “sono una cosa delicata, tanto piu’ quelli con obbligo di ricetta medica, e vanno sempre presi sotto lo stretto controllo del medico e del farmacista. Per una regola generale di prudenza e’ importante non mischiare mai l’alcol con i medicinali”. I due fratelli, originari di Anversa, si trovavano a Firenze per turismo col papa’, di entrambi, e la madre di uno dei due. In Belgio lavoravano nell’azienda di gestione di rifiuti di proprieta’ del genitore. E’ stato proprio il padre ieri a trovare i cadaveri. Non avendoli visti per tutto il giorno e’ andato a controllare la camera, scoprendo l’accaduto. La stanza era tutta in ordine, a parte diverse bottiglie di birre per terra e due confezioni di un farmaco, che poi si scoprira’ e’ un analgesico a base di ossicodone, oppiaceo i cui effetti sono paragonabili a quelli del morfina. Il medicinale e’ stato acquistato in una farmacia vicina all’albergo. Il giovane farmacista che lo ha venduto e’ stato interrogato ieri dalla polizia. Sarebbe stato uno dei due fratelli a insistere con lui per avere quel preciso tipo di farmaco, spiegando che ne aveva bisogno per controllare il dolore conseguente a un’operazione a un braccio. Le due confezioni di farmaco, da 28 pasticche ciascuna, sono state trovate ieri nella stanza dalla polizia scientifica. Una sarebbe stata trovata completamente vuota mentre dall’altra sarebbero mancate 14 pasticche. L’ipotesi e’ che tra sabato e domenica i due giovani abbiano consumato 42 dosi di questo farmaco, oltre ad aver bevuto alcol. Saranno gli esami tossicologici, tuttavia, a stabilire se, come ipotizzano al momento gli investigatori, i due fratelli siano deceduti a causa del mix di alcol e farmaci. Accertamenti sono in corso anche sulla possibilita’, ritenuta al momento meno probabile, che i due, uno dei quali in passato avrebbe avuto problemi legati all’uso di stupefacenti, possano aver assunto anche droga nelle ore precedenti al decesso.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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Detenuto suicida a Poggioreale, aveva 28 anni

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Caso di suicidio nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove si è tolto la vita un uomo di 28 anni originario della provincia partenopea. È il quarto suicidio dall’inizio dell’anno a Poggioreale, l’undicesimo in tutta la regione. Sono 81 in tutta Italia, con il carcere di Prato e quello di Poggioreale al primo posto per numero di detenuti che si sono tolti la vita.

“Il sistema penitenziario – spiega il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello – è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente. Nessun argine da provvedimenti governativi o parlamentari, solo populismo mediatico e penale anche contro la dignità delle persone detenute, dei diversamente liberi.

Celle sovraffollate e tensione alle stelle, condizioni difficili che favoriscono atti di autolesionismo, scioperi della fame, scioperi sanitari. Nessun commento pubblico sui suicidi di Stato, che interrogano anche l’opinione pubblica. Ci sono omissioni di Stato, questi suicidi e gli atti di autolesionismo e le proteste rilevano un quadro inquietante che è sotto gli occhi di tutti. Indignarsi non basta più”. “Dall’inizio dell’anno ad oggi – prosegue Ciambriello – sono 1842 i tentativi di suicidio, 11503 gli atti di autolesionismo. Tra gli 81 detenuti che si sono suicidati l’età media è di 40 anni, tra questi 8 avevano un’età compresa tra i 18 e 25 anni”.

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