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Cronache

Franco: cresciamo del 6%, il Pnrr non è la bacchetta magica

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L’Italia recuperera’ quest’anno una crescita “attorno al 6%” e il prossimo anno il Pil salira’ di “almeno il 4%”. Il ministro dell’Economia Daniele Franco anticipa alcuni dei dati che saranno contenuti nelle previsioni della Nadef che approda martedi’ in Cdm. Lo fa ad un convengo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che – dice – va attuato bene, ma “non ha un potere salvifico, non e’ una bacchetta magica”. Servira’ invece per intervenire su alcuni dei problemi che investono il sistema Italia che “investe poco, studia poco, non spende in ricerca ed ha un tasso di occupazione in eta’ lavorativa troppo basso”. Il 6% di Pil quest’anno e un valore oltre il 4% l’anno prossimo – ha detto il ministro – “sono tassi di crescita molto elevati, anche piu’ elevati di quelli che ci aspettavamo”. Le ultime stime del governo indicavano rispettivamente un +4,5% nel 2021 e un +4,8% il prossmo. “Ma l’anno scorso abbiamo perso nove punti di Pil – ha aggiunto il ministro – Torniamo a malapena dove saremmo stati”. Certo la crescita aiuta a contenere gli altri parametri. E’ cosi’ atteso un ridimensionamento del debito, che nelle ultime stime sfiorava il 160% attestandosi al 159,8% e che – come dice il ministro – “sara’ meno di quanto si attendeva, per tanti motivi ma anche perche’ l’economia va meglio”. Scendera’ anche il deficit, indicato a marzo in crescita dal 9,8% dell’anno precedente all’11,8% di quest’anno. Molto probabilmente si attestera’ attorno al 10%, liberando risorse. La sfida sara’ proprio quella delle risorse. Ne serviranno per stabilizzare i prezzi dell’energia, con l’ipotizzata sterilizzazione dell’Iva, ma anche per finanziare i nuovi ammortizzatori sociali. C’e’ poi la riforma del fisco, con la cancellazione dell’Irap ipotizzata da tutti i partiti di maggioranza e un primo intervento di rifinitura sull’Irpef. Tutti interventi che dall’ordine di grandezza che si misura in miliardi. Interventi che dovranno accompagnare anche il Pnrr che da solo non basterebbe. In questo contesto entra in gioco anche il ‘recovery plan”. “Abbiamo investito poco, il 18% del Pil contro il 22% della media europea – ha detto il ministro Franco – Studiamo poco: abbiamo tassi di giovani che si diplomano e laureano inferiori ai tassi degli altri paesi. Spendiamo poco per ricerca. Abbiano tassi di occupazione bassi: il 33% rispetto all’81% della Germania e al 72% della Francia. Il nostro problema e’ affrontare questo e il piano (il Pnrr. ndr) puo’ essere uno degli strumenti importanti. Non e’ la bacchetta magica, dobbiamo attuarlo bene ma serve anche altro”. Le tabelle che indicano le riforme ancora da attuare, esaminate nell’ultimo Consiglio dei Ministri, sono la consapevolezza del governo che “in questo percorso da qua al 2026 gli ostacoli e le difficolta’ saranno enormi”. Non solo a livello ministeriale. “Serve uno sforzo a tutti i livelli di Governo anche da parte di Regioni, Province, Citta’ metropolitane, Comuni”. Cosi’ la pubblica amministrazione dovra’ essere in grado di progettare e valutare i progetti, con una sfida che sara’ soprattutto organizzativa per non sprecare le risorse. Il coordinatore del Pnrr della Ragioneria dello Stato, Carmine di Nuzzo ha spiegato che questa e’ una preoccupazione dell’Ue che proprio nella decisione italiana di destinare il 40% dei fondi al Sud ha espresso timori sulla capacita’ progettuale. “Ma per noi il Sud resta prioritario e faremo di tutto per aiutare le amministrazioni” C’e’ poi un altro pericolo. “Bisogna evitare che il piano rallenti il resto degli investimenti – ammonisce Franco – Occorre evitare che per mandare avanti il piano di ripresa e resilienza non si vada avanti sul resto. Avremmo sempre 40 miliardi ma non sarebbero aggiuntivi”. Lo ricorda anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Sostenibili, Enrico Giovannini. “Non c’e’ solo il Pnrr – ha detto parlando al Festival dell’Economia Civile – ci sono 15 miliardi del fondo sviluppo e coesione; ci sono le risorse, 80 miliardi, dei prossimi fondi europei; ci sono i fondi pluriennali di investimento”. Risorse che vanno usate e usate bene.

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Maltempo: temporali e forti venti, allerta gialla in 10 regioni

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Una vasta perturbazione, attualmente centrata sull’area balcanica, determinerà un graduale inasprimento delle condizioni di maltempo sull’Italia, con precipitazioni sparse sul territorio, specie settori adriatici, più diffuse e persistenti su Emilia-Romagna e Marche. Inoltre, la formazione di un’aera di bassa pressione sul basso Tirreno genererà una intensificazione dei venti nord-orientali sui settori adriatici centro-settentrionali. Sulla base delle previsioni disponibili, il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

L’avviso prevede dalle prime ore di domani precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di carattere di rovescio o temporale, su Emilia-Romagna e Marche, dalla mattinata, precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Abruzzo e Molise, specie settori costieri, e su Campania, Puglia e Basilicata. Tali fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica, locali grandinate e forti raffiche di vento. Attesi, inoltre, dal primo mattino di domani, venti da forti a burrasca nord-orientali, su Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche, specie su settori costieri e appenninici, con mareggiate sulle coste esposte. Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta gialla su parte di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, sugli interi territori di Molise, Basilicata e Puglia, su parte di Campania e Sardegna.

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Auto contro scooter, omicidio volontario dopo una lite

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Un incontro, questa volta casuale. Gli animi che si scaldano, ancora, per quella relazione sentimentale con sua sorella che proprio non gli andava giù. Il finestrino della sua auto frantumato con un martelletto, la rabbia che monta e l’inseguimento dello scooter a bordo del quale viaggiavano i due rivali. Infine la tragedia provocata da una collisione, a quanto pare voluta, che trasforma un diciannovenne nell’assassino di un ventenne. E’ il drammatico epilogo di una lite che andava avanti da qualche mese, caratterizzata anche da altri episodi su cui adesso si sta cercando di fare luce, la morte di Corrado Finale, speronato mentre era in fuga su uno scooter con un altro giovane che, per fortuna, è rimasto solo ferito. Contrariamente a quanto si era pensato in un primo momento non si è trattato di un incidente, uno dei tanti che funestano i weekend, ma di un atto voluto, deliberato, finalizzato a punire quei giovani suoi rivali.

E così ha trasformato la Fiat 500 in un ariete, facendo carambolare a terra i ragazzi che prima finiscono con lo scooter contro un palo e poi su una fioriera. Le condizioni di Corrado, disarcionato dal Beverly, sono sembrate subito molto gravi. E, purtroppo, il suo decesso è sopraggiunto poco dopo, per le gravi ferite riportate. Sarà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli Nord, a fornire l’esatta causa della morte. L’altro centauro, il ragazzino protagonista dell’osteggiata liaison amorosa, invece se l’è cavata: la sua prognosi è di 30 giorni, ma è vivo. E’ stato proprio lui a raccontare ai carabinieri la dinamica dell’accaduto (peraltro confermata dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite dagli investigatori), insieme con il movente: una relazione sentimentale contrastata con la sorella del 19enne fermato il quale, dopo l’incidente, si è allontanato senza prestare soccorso alcuno.

Solo successivamente si è consegnato in caserma accompagnato dall’avvocato. Ieri, l’investitore, che viaggiava su una Fiat 500, al termine dell’interrogatorio è stato sottoposto a fermo, non per omicidio stradale, come sembrava logico in un primo momento, ma per i ben più gravi reati di omicidio volontario e tentato omicidio. Nell’auto c’era anche la sorella la quale ha confermato la lite che da mesi andava avanti tra il fratello e il fidanzatino. In caserma, davanti al pm, sono stati convocati e ascoltati anche alcuni parenti del sopravvissuto. Uno ha fatto riferimento a un grave episodio risalente a qualche settimana fa, quando è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro il portone della sua abitazione. Un episodio inquietante ma non denunciato. Secondo questa persona sarebbe stato proprio quel giovane fermato l’autore del gesto intimidatorio, ma lui, che ha reso dichiarazioni parzialmente confessorie, ha smentito di avere compiuto quell’attentato. Sequestrati per le perizie la vettura, il parafango bianco di una Fiat 500 trovato su via del Mare, teatro dell’incidente, e lo scooter sul quale viaggiava la vittima.

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Coppia aggredita in casa a Napoli, arrestati due loro parenti

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Sono ritenuti responsabili di avere aggredito con il volto coperto due coniugi, loro parenti, al culmine di una lite familiare, le due persone arrestate con l’accusa di tentato omicidio e lesioni gravi dalla Squadra Mobile che hanno indagato sulla vicenda coordinata dalla Procura di Napoli (VII sezione, pm Alessandra Cataldi, procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli). I fatti contestati risalgono al maggio del 2023 quando marito e moglie vennero aggrediti in casa. Lui finì in ospedale con numerose ferite da arma da punta e taglio per cui fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico.

L’uomo si mostrò reticente con la Polizia di Stato, riferendo agli agenti di essere stato aggredito da 4-5 persone travisate giunte a bordo di scooter e non fornendo altri particolari utili alla loro identificazione. Solo quasi un mese dopo, il 16 giugno, la moglie si è presentata, spontaneamente, in Questura dove, oltre a esporre quanto subìto , riferì anche che ad aggredire lei e il marito erano stati i suoi cugini, . Una versione dei fatti confermata anche dal marito, qualche giorno dopo. Il movente dell’aggressione venne inquadrato dagli investigatori della Squadra Mobile in screzi in famiglia che videro protagonisti zii, nipoti e cugini.

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