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Cronache

Francesco Totti indagato per abbandono di minore: cosa è successo quella sera

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Nel maggio 2023, una telefonata al 112 ha portato una pattuglia della Questura presso l’abitazione di Francesco Totti, situata a Roma nord. La denuncia di Ilary Blasi, che accusava l’ex marito di aver lasciato la figlia di otto anni sola in casa, ha dato origine a un’indagine per presunto abbandono di minore.

La telefonata al 112 e l’intervento della polizia

Secondo quanto ricostruito, Ilary Blasi ha chiamato la figlia per la buonanotte, scoprendo che Francesco Totti non era in casa. Preoccupata, ha contattato le forze dell’ordine chiedendo un intervento. Una pattuglia si è recata immediatamente presso l’abitazione, dove è stata accolta da una donna che ha chiarito il suo ruolo di babysitter.

La figlia di Totti, infatti, dormiva serenamente sotto la supervisione della tata, che vive nello stesso condominio.

Totti rientra e chiarisce la situazione

Poco dopo l’arrivo degli agenti, Francesco Totti è rientrato a casa, spiegando che si trovava in un ristorante sotto casa. La situazione è apparsa sotto controllo e gli agenti non hanno riscontrato alcuna irregolarità.

La denuncia di Ilary Blasi e l’apertura dell’indagine

Nonostante l’intervento non abbia portato a segnalazioni immediate, la questione è stata successivamente riaperta a seguito della denuncia formale di Ilary Blasi, presentata nei mesi successivi.

L’inchiesta è attualmente coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, che dovrà decidere se archiviare il caso o procedere con un rinvio a giudizio.

Un caso che riflette le difficoltà della separazione

La vicenda sottolinea le difficoltà di gestione dei figli in un contesto di separazione delicato come quello tra Totti e Blasi, evidenziando la tensione tra le due parti e le implicazioni legali derivanti dalle accuse.

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Cronache

Patrizia Imperato nuova procuratrice per i minori a Napoli: basta buonismo, servono interventi concreti

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Con una cerimonia sentita al Tribunale dei Colli Aminei, Patrizia Imperato si è insediata come nuova procuratrice per i minori di Napoli, succedendo a Maria De Luzenberger dopo otto anni di incarico. Forte di una lunga esperienza a Salerno, Imperato si prepara ad affrontare le sfide della criminalità minorile nel territorio partenopeo, sottolineando l’urgenza di superare atteggiamenti eccessivamente indulgenti e di rafforzare le risorse per combattere il fenomeno.


La sfida della criminalità minorile

Nel suo intervento, Imperato ha sottolineato come il “buonismo” verso i minori coinvolti in episodi di devianza abbia alimentato un senso di impunità, scoraggiando sia le forze dell’ordine che le vittime dal denunciare:

«Paghiamo l’atteggiamento buonista, che ha creato senso di impunità nei giovani e scoramento nelle parti offese. Bisogna insistere sulla denuncia, anche quella del singolo è fondamentale».

Il fenomeno della criminalità minorile, sia in forma diretta che latente, resta una piaga nel distretto di Napoli, dove le nuove “paranze” di giovanissimi continuano a emergere. La procuratrice ha ricordato il lavoro svolto in passato sull’inchiesta della “paranza dei bimbi” e ha evidenziato come il problema sia ancora attuale, con tre omicidi di minorenni registrati in pochi giorni.


Richiesta di rinforzi e interventi strutturali

Imperato ha evidenziato la necessità di rafforzare gli organici negli uffici giudiziari, coinvolgendo personale di polizia giudiziaria, cancellieri e altri dipendenti:

«Chiedo maggiore personale per i nostri uffici. Non basta rafforzare i presìdi di polizia, bisogna anche aumentare le risorse interne per affrontare fenomeni complessi».

Il paragone con la struttura delle Direzioni Distrettuali Antimafia (DDA) sottolinea l’importanza di una strategia ben articolata, che integri indagini approfondite e interventi tempestivi.


Nuove strategie e il Decreto Caivano

A un anno dall’introduzione del Decreto Caivano, Imperato si dice favorevole a inasprire le pene per i reati minorili, ma sottolinea l’importanza di interventi tempestivi anche prima che i reati vengano consumati:

«Non bastano segnalazioni. Servono strumenti concreti per intervenire su atteggiamenti che rappresentano campanelli d’allarme, evitando così che degenerino».

Questa strategia mira non solo a punire, ma anche a prevenire, invertendo la rotta per i giovani coinvolti in condotte irregolari.


Il passaggio di testimone e il bilancio di De Luzenberger

Durante la cerimonia, Maria De Luzenberger ha passato il testimone a Imperato, ricordando i suoi anni di lavoro intenso come procuratrice per i minori:

«So che lascio questo ufficio in ottime mani. Patrizia ha dimostrato a Salerno di essere all’altezza delle sfide che la attendono qui a Napoli».

Anche il procuratore generale di Napoli, Aldo Policastro, ha elogiato l’impegno di De Luzenberger e ha definito Imperato «una forza della natura», ideale per un ufficio in prima linea come quello dei minori.


Un messaggio di speranza

La neo procuratrice ha concluso il suo intervento lanciando un appello alla società civile e alle istituzioni:

«La criminalità minorile non è solo un problema giudiziario, ma sociale. Serve la collaborazione di tutte le componenti della comunità per affrontare un fenomeno che richiede uno sguardo lungo e condiviso».

Con queste premesse, l’ufficio dei minori di Napoli si prepara a continuare la sua battaglia, cercando di garantire un futuro migliore per i giovani del territorio.

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Cronache

Riapre la Farmacia degli Incurabili: un simbolo di rinascita per Napoli

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Dopo cinque anni di chiusura, riapre oggi la storica Farmacia degli Incurabili, uno dei luoghi più emblematici di Napoli. Alla cerimonia di inaugurazione parteciperà il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che annuncerà anche il bando per il restyling dell’intero complesso. Le visite alla farmacia riprenderanno dal 30 novembre, segnando un momento di grande significato per la città.


Un simbolo storico e culturale

La riapertura della Farmacia degli Incurabili rappresenta un importante passo verso la rinascita di un complesso che dal marzo 2019 è avvolto da un cantiere. La chiusura fu decisa dopo il crollo del pavimento della chiesa di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, che rese inaccessibile l’intero ospedale.

Negli anni, la Farmacia è rimasta vietata al pubblico, nonostante fosse segnalata in tutte le guide turistiche come una delle mete imperdibili di Napoli, ricercata da migliaia di visitatori. Oggi, il suo ritorno rappresenta un atto simbolico che riporta al centro il valore storico e culturale della struttura.


Il restyling del complesso

Sotto la supervisione di Ciro Verdoliva, direttore generale della ASL Napoli 1 Centro, il complesso beneficerà di un fondo di 100 milioni di euro stanziato dalla Regione Campania. Le idee progettuali includono:

  • Spazi culturali: Novemila metri quadri saranno destinati a percorsi espositivi, laboratori museali, biblioteche, sale studio, un bookshop e un ristorante panoramico.
  • Ex Convento delle Convertite: Sarà dedicato all’accoglienza e alle attività didattiche.
  • Eventi e mostre: La Cappella dei Bianchi e gli spazi aperti, come il chiostro e l’orto medico, saranno utilizzati per eventi culturali e mostre temporanee.
  • Giardino terapeutico: Uno spazio verde destinato al benessere dei pazienti.

Funzioni sanitarie rinnovate

Pur ridimensionata, la parte ospedaliera continuerà a svolgere un ruolo importante. Sono previsti:

  • Tre moduli riabilitativi con 12 posti letto ciascuno.
  • 20 letti per lungodegenti.
  • Un centro Alzheimer e Demenze con 20 posti per riabilitazione cognitiva.
  • Spazi per diagnostica, laboratori e ambulatori polispecialistici.

Un nuovo futuro per gli Incurabili

La riapertura della Farmacia e il progetto di restyling non sono solo interventi architettonici, ma un rinnovamento funzionale e culturale che mira a restituire al complesso degli Incurabili il suo ruolo centrale nella vita della città.

Con una combinazione di storia, arte, sanità e cultura, gli Incurabili si preparano a diventare un luogo di connessione tra passato e futuro, consolidando Napoli come punto di riferimento per l’inclusione e l’innovazione.

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Il nuovo Codice della strada è legge tra le polemiche

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La riforma del Codice della strada passa anche al Senato e diventa legge. L’approvazione definitiva del provvedimento, fortemente voluto dalla Lega e dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, viene accolta con soddisfazione dai banchi della maggioranza e dal governo. Critiche invece le opposizioni e alcune associazioni di categoria, che esprimono forti dubbi sulla misura.

Al centro delle polemiche, la stretta sui monopattini, le nuove norme sugli autovelox e sulla definizione delle zone Ztl, e sui controlli per la guida sotto effetto di stupefacenti. E mentre arriva l’ok al testo, a pochi metri da Palazzo Madama, un flash mob di ciclisti attacca una riforma “ostile alla mobilità sostenibile”. “Non è un omaggio alle vittime della strada”, protestano una cinquantina di manifestanti. Di tutt’altro avviso, il vicepremier e leader della Lega. Per Salvini, la riforma è “frutto di un lungo confronto durato più di un anno con associazioni, enti locali, realtà dell’automotive ed esperti, con un obiettivo comune: ridurre le stragi sulle strade italiane”. Il testo della legge delega è rimasto bloccato al Senato per mesi.

Oggetto di un aspro scontro tra Forza Italia, che avrebbe voluto proporre modifiche sostanziali, e la Lega, incline invece ad accelerare l’approvazione evitando il doppio passaggio alla Camera. Ora, dopo i ripetuti annunci del vicepremier, la riforma passa con il plauso di tutta la maggioranza. Per Salvini, il provvedimento porterà “più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera”. L’esultanza è di tutto il gruppo leghista, che sottolinea le misure chiave: dallo stop “ai monopattini selvaggi”, alle “pene più severe per i trasgressori”. Il senatore azzurro Roberto Rosso, che pure tiene a sottolineare le proposte di Fi “riconosciute dal governo”, parla di “una stretta assolutamente necessaria per salvare vite”. Per il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante, di Forza Italia, la riforma è un “punto di svolta dopo anni di immobilismo”. Stessa posizione espressa da Noi moderati.

Per il senatore di Fratelli d’Italia Etelwardo Sigismondi, il ddl “non risolve tutti i problemi”, ma “mette un freno a una vera e propria strage che insanguina le nostre strade”. Dalle opposizioni, invece, piovono le critiche. Il Pd accusa “un governo dalla visione miope e anacronistica, che allenta le regole per i veicoli a motore e restringe quelle per la mobilità sostenibile”. Il M5s attacca sia “l’obbrobrio delle sanzioni cumulative relative agli autovelox”, sia la norma sui monopattini “messi fuorilegge con problemi forse fatali per la neonata filiera”. Iv si scaglia contro la centralizzazione delle decisioni sulle Ztl e sulle zone a 30 all’ora, che limiterebbe gli enti locali. E Avs incalza: “il governo ostacola la creazione di Ztl e aree ciclabili, ignorato il dolore dei familiari delle vittime”.

Mentre Più Europa punta il dito sui controlli per la guida sotto effetto di stupefacenti. “Non sarà necessario – spiega Riccardo Magi – dimostrare che il conducente si trovi al volante in uno stato di alterazione psicofisica, basterà risultare positivi al tampone salivare, il problema è che sostanze come la cannabis sono rintracciabili anche a distanza di una settimana dal consumo”. “La stretta – aggiunge la 5s Gabriella Di Girolamo – viene trasformata in sostanza in un divieto a usare qualsiasi farmaco”. Da utenti e consumatori, pareri contrastanti. Giudizio positivo da parte di Aci, Conftrasporto e delle autoscuole Confarca. L’Asaps, associazione Sostenitori e amici Polizia stradale, parla invece di “riforma in chiaroscuro”. Sotto accusa le norme sul sorpasso dei ciclisti, ma non solo. C’è un “ulteriore indebolimento nel contrasto al sistematico superamento dei limiti di velocità”, incalza l’associazione. Critica anche la Federazione italiana ambiente e bicicletta (Fiab Onlus). Assoutenti, guardando all’obbligo di assicurazione per i monopattini, teme “una stangata per consumatori”. A evidenziare il “rischio stangata” è anche il Codacons, che aggiunge: “senza controlli, l’inasprimento delle sanzioni resta lettera morta”.

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