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Fonte Hezbollah, ‘Nasrallah non è raggiungibile’

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Una fonte vicina a Hezbollah ha riferito che il leader del gruppo armato libanese, Hassan Nasrallah, non è raggiungibile dopo gli attacchi israeliani alla periferia sud di Beirut di ieri sera: lo riporta l’agenzia di stampa Reuters.

Da parte sua, Hezbollah non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla sorte di Nasrallah. Una fonte vicina al vicina al movimento sciita libanese aveva detto in precedenza che Nasrallah “sta bene” e anche l’agenzia di stampa iraniana Tasnim aveva riferito che il leader “si trova in un luogo sicuro ed è ancora vivo”. Un alto funzionario della sicurezza iraniana ha affermato che Teheran stava controllando il suo stato. Ieri sera, il portavoce dell’esercito israeliano (Idf), Daniel Hagari, aveva detto che L’Idf stava ancora esaminando i risultati del suo attacco al quartier generale di Hezbollah a Beirut, dove si ritiene ci fosse anche Nasrallah.

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Esteri

Idf: ucciso il capo dell’unità missilistica di Hezbollah Muhammad Ali Ismail

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L’esercito israeliano ha reso noto di avere “eliminato il comandante dell’unità missilistica di Hezbollah nel sud del Libano”. Si tratta del “terrorista Muhammad Ali Ismail”, si legge in un comunicato pubblicato su Telegram. Nell’operazione è stato ucciso anche il suo vice, “il terrorista Hussein Ahmad Ismail – prosegue la nota -. Altri comandanti e operatori di Hezbollah sono stati eliminati insieme a loro”.

“Il terrorista Muhammad Ali Ismail era responsabile della direzione di numerosi attacchi terroristici contro lo Stato di Israele, tra cui il lancio di razzi verso il territorio israeliano e il lancio di un missile terra-superficie verso il centro di Israele mercoledì”, scrive l’Idf. “Questo segue l’eliminazione del terrorista Ibrahim Muhammad Qabisi, capo della Forza missili e razzi di Hezbollah, e di altri comandanti di alto livello di questa unità – conclude la nota -. L’Idf continuerà ad operare contro l’organizzazione terroristica Hezbollah e a colpire ed eliminare i terroristi Hezbollah di alto livello”.

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Cuba, Raúl Castro riappare dopo voci in rete sulla sua morte

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Il 93enne Raúl Modesto Castro Ruz è riapparso in pubblico a Cuba per salutare nel pomeriggio il presidente del Vietnam, To Lam, al termine di una visita di due giorni del leader asiatico nell’isola. La sua ultima apparizione risaliva a metà settembre durante una cerimonia militare ma, poco dopo, le reti sociali avevano rilanciato, per l’ennesima volta, le voci di una sua presunta morte. A scatenarle era stato Juan Juan Almeida, un noto influencer e figlio del defunto comandante della Rivoluzione cubana, Juan Almeida Bosque, che in un video pubblicato il 18 settembre sul suo canale YouTube aveva dichiarato che l’ex presidente “sta malissimo”.

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L’arresto di Puff Daddy tra abusi, favoreggiamento della prostituzione, traffico sessuale e stupro

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L’industria musicale americana potrebbe trovarsi di fronte a una crisi simile a quella vissuta dal mondo del cinema con il movimento #MeToo, che esplose dopo le denunce contro il produttore Harvey Weinstein. Questa volta, al centro delle accuse, c’è il noto rapper e produttore Sean ‘Diddy’ Combs, conosciuto anche come Puff Daddy o P. Diddy.

Le accuse e l’arresto di Puff Daddy

Sean Combs è stato recentemente arrestato a Manhattan dalle forze dell’ordine, in seguito a diverse denunce presentate dalla sua ex compagna, la cantante Cassie. Le accuse sono gravi e includono abusi sessuali, favoreggiamento della prostituzione, traffico sessuale, e stupro. Il procuratore Damian Williams ha confermato che Combs è stato incriminato per traffico sessuale e associazione a delinquere, aggiungendo che ulteriori dettagli verranno rivelati nelle prossime ore.

I White Party e gli ospiti illustri

A rendere la vicenda ancora più inquietante è il contesto in cui si inseriscono le accuse. I famosi White Party organizzati da Combs, noti per la presenza di personalità di spicco della politica e dello spettacolo, potrebbero essere stati il palcoscenico di attività illecite legate alle accuse mosse contro di lui. Nel corso degli anni, queste feste sono diventate simbolo del potere e dell’influenza di Combs nel mondo dello spettacolo.

L’effetto domino di un possibile nuovo #MeToo

L’arresto di Puff Daddy potrebbe rappresentare solo l’inizio di un nuovo capitolo di accuse e denunce all’interno dell’industria musicale americana. Come accadde nel mondo del cinema, dove il movimento #MeToo portò alla luce decenni di abusi e molestie, il settore musicale rischia ora di affrontare una nuova ondata di scandali.

In attesa di ulteriori sviluppi, l’industria si trova a fare i conti con la possibilità che uno dei suoi protagonisti più noti e influenti possa essere l’epicentro di uno scandalo destinato a scuotere l’intero sistema.

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