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Esteri

Flop Secret Service, Crooks fu visto in anticipo

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L’attentatore di Donald Trump è stato avvistato almeno due volte dagli agenti prima che aprisse il fuoco. Nuovi video mostrano quella che appare sempre più la cronaca di un fallimento da parte del Secret Service e degli agenti di polizia che hanno consentito a un uomo armato di 20 anni senza addestramento militare di agire indisturbato e alla luce del sole. Alcuni video citati dal Washington Post segnalano che 86 secondi prima degli spari, almeno due dei presenti all’evento dell’ex presidente avevano urlato in direzione di un agente per richiamare la sua attenzione e avevano puntato il dito sul tetto dove Thomas Matthew Crooks si trovava. Ancora prima, riporta il New York Post, l’unità dei servizi di emergenza della contea di Beaver aveva notato Crooks sul tetto, gli aveva scattato una foto e lo aveva riportato ai chi di dovere circa 26 minuti che entrasse in azione.

Nonostante questo Crooks è riuscito a posizionarsi sul tetto dell’edificio da cui ha colpito, salendovi senza problemi con il suo fucile. Alcune indiscrezioni riferiscono che il ragazzo è salito sul tetto grazie a una scala acquistata nella stessa giornata di sabato, altri che vi è salito arrampicandosi. Un agente della polizia municipale della contea di Butler, secondo Cbs, si è trovato sul tetto con l’attentatore: Crooks gli ha puntato il fucile senza suscitare in lui alcuna reazione. Lo sceriffo Michael Slupe difende il poliziotto e non solleva dubbi o criticità nella sua azione. “Avrei fatto la stessa cosa”, ha detto Slupe, ammettendo senza però entrare nel dettaglio carenze sulla sicurezza. Il tentato omicidio di Trump è “inaccettabile”, ha detto la direttrice dei Secret Service Kimberly Cheatle, sottolineando che anche se la responsabilità le spetta, lei non si dimetterà.

Cheatle quindi ha spiegato che l’edificio selezionato da Crooks aveva il tetto spiovente e per questo era stato deciso di metterlo in sicurezza dall’interno, così da non esporre i cecchini a rischi. Il Secret Service era perfettamente consapevole che da un punto di vista della sicurezza il tetto senza agenti era una debolezza ma, nonostante questo, la decisione di lasciarlo scoperto non è stata capovolta. Le indagini per chiarire il movente continuano ma al momento ancora non è chiaro cosa abbia spinto Crooks ad agire. Mentre la sua città natale viene passata al setaccio per raccogliere informazioni e fare chiarezza, nuovi dettagli emergono sull’attentatore, soprannominato al liceo “l’assassino della scuola” e preso ripetutamente in giro e bullizzato dai suoi compagni di classe anche per la sua scarsa igiene. Descrizioni e dettagli che, ad anni di distanza, hanno una valenza ben più pesante.

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Media, lettera Sinwar ringrazia capo Hezbollah per il ‘sostegno’

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Il capo di Hamas, Yahya Sinwar, ricercato numero uno di Israele, ha inviato al leader dell’Hezbollah, Hassan Nasrallah, una lettera di ringraziamento e di apprezzamento per il sostegno dato dall’organizzazione filoiraniana libanese dall’inizio della guerra contro Israele. Lo si legge sui media israeliani, che citano l’emittente libanese filo-Hezbollah al-Mayadeen, la quale ha pubblicato il testo della lettera. Nel testo, Sinwar ringrazia Nasrallah per le sue condoglianze per l’uccisione in un attentato a Teheran a luglio, attribuito a Israele, del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il capo dell’organizzazione terrorista palestinese afferma inoltre che “la beata processione dei martiri crescerà in forza e in potenza nella lotta contro l’occupazione nazi-sionista” e s’impegna a combattere il “progetto sionista” insieme al resto del cosiddetto ‘asse della resistenza’ anti-Israele, “fino a quando l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra e il nostro stato indipendente con piena sovranità non sarà stabilito con Gerusalemme come capitale”.

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Morte di Maradona: rinviato a marzo processo contro i sanitari

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Il processo contro gli operatori sanitari per la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta nel 2020, è stato rinviato all’11 marzo. Lo hanno annunciato i tribunali. Si tratta di un nuovo rinvio – la prima udienza era previsto il prossimo ottobre – contro i sanitari accusati di ‘potenziale negligenza’ che avrebbe portato al decesso del fuoriclasse argentino. Il tribunale di San Isidro (a nord di Buenos Aires) “ha accolto la richiesta di rinvio dell’udienza” chiesta dai difensori di tre degli otto imputati, aggiornando il processo all’11 marzo 2025 alle 9:30. Inizialmente previsto per giugno, il processo era già stato posticipato una volta, al 1° ottobre.

Una delle accusate, l’infermiera Gisela Madrid – che fin dall’inizio aveva affermato di aver seguito solo le indicazioni dei medici – aveva chiesto di essere giudicata separatamente e da una giuria popolare. Maradona, icona argentina e leggenda del calcio mondiale, è morto all’età di 60 anni per una crisi cardio-respiratoria il 25 novembre 2020, solo, su un letto medico in una residenza a Tigre, dove era convalescente dopo un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa. Per due volte, nel 2022 e poi in appello nel marzo 2023, i tribunali hanno confermato l’avvio di un processo per l’équipe medica che aveva in cura Maradona. Sono tutti accusati di ‘potenziale negligenza ‘. Tra gli otto professionisti indagati figurano il medico curante (neurochirurgo), un medico clinico, uno psichiatra, uno psicologo, una caposala e infermieri. Il reato di cui sono accusati è punibile con una pena da 8 a 25 anni di carcere.

(Nella foto Maradona con. Leopoldo Luque, medico di Diego)

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Ue boicotta Orban, Ecofin a Budapest senza commissari

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Riunioni senza commissari europei e con una manciata di ministri: arriva all’Ecofin il boicottaggio Ue della presidenza di turno ungherese dell’Ue. Dopo la visita plateale del primo ministro Viktor Orban al presidente russo Vladimir Putin a poche ore dall’avvio della guida a rotazione dell’Unione da parte dell’Ungheria l’ordine della presidente Ursula von der Leyen era stato perentorio: nessun commissario sarebbe andato alle riunioni informali organizzate da Budapest per il semestre Ue. Prima di questo altri consigli informali sono stati disertati e quelli di Esteri e Difesa si son tenuti a Bruxelles e non più nella capitale ungherese grazie a un escamotage, ovvero la convocazione ‘ad hoc’ fatta dall’Alto rappresentante Josep Borrell.

Più recentemente alla riunione dei ministri dell’ Agricoltura di Budapest le assenze non sono mancate. E ora arriva il momento dei ministri dell’Economia: alla riunione informale nella capitale ungherese domani e sabato non ci saranno né il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e né il commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Il ministro italiano Giancarlo Giorgetti invece ci sarà. Ma l’Italia ha la presidenza di turno del G7 e ci sarà un aggiornamento sui lavori per arrivare all’uso degli extraprofitti degli asset russi immobilizzati nell’agenda dell’Eurogruppo, il coordinamento dei ministri dell’Economia dell’Eurozona (forum indipendente dal Consiglio Ue e dalla presidenza ungherese).

Ad un certo punto era persino parso che l’Eurogruppo potesse saltare o venir convocato a Bruxelles, sempre per opportunità politica. Ma la prassi è sempre stata quella di riunirlo a ridosso dell’Ecofin, per evitare raddoppi agli spostamenti dei ministri, e così sarà anche questa volta. Il coordinamento ha bisogno di riunioni periodiche, a prescindere dalle presidenze di turno presenti e future, è stato il ragionamento, e così si andrà avanti su questa linea. Saranno comunque molti i ministri europei assenti, magari per impegni concomitanti spesso legati all’approvazione dei bilanci nazionali e non esplicitamente per ‘boicottare’ Orban. Fatto sta che i ministri di Olanda, Spagna e Germania non ci saranno. Mentre quelli di Francia e Belgio hanno la giustificazione di essere dimissionari. A livello di Eurogruppo l’attesa è comunque che i ministri presenti saranno solo otto su 20. Nella riunione dell’Ecofin i ministri presenti dovrebbero essere dieci, Ungheria inclusa.

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