Il flash mob davanti alla caserma Pastrengo in piazzetta Mario Morgantini, nel centro storico di Napoli, l’hanno fatto. Doveva essere un gesto di solidarietà da parte dei cittadini, che si schierano con i carabinieri e con le istituzioni, dopo la stesa contro la caserma, che aveva concluso la folle notte dello scorso sabato. Una notte incominciata con il tentativo di rapina di Ugo Russo, 15enne dei Quartieri Spagnoli, ai danni di un carabiniere di 23 anni che, per proteggere se stesso e la fidanzata, aveva sparato al rapinatore, uccidendolo. Prima della stesa, l’altro gravissimo episodio, con la devastazione del pronto soccorso del Pellegrini, da parte degli amici del giovane rapinatore, una volta appresa la notizia della morte del ragazzo.
Il padre del rapinatore ucciso al sit in di solidarietà ai carabinieri assaltati con le armi, succede a Napoli
Presenti anche le istituzioni, rappresentate dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli e dalla consigliera regionale Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle.
Poco dopo le 11 è arrivato anche Vincenzo Russo, il papà di Ugo. Appare molto contrariato. Si fa consegnare il cartello di solidarietà ai carabinieri. Lo espone malvolentieri per qualche minuto. Poi si allontana, scortato da amici e parenti.
Era stato invitato a partecipare al flash mob proprio da Borrelli nella giornata di ieri, quando era stato raggiunto al telefono durante la trasmissione radiofonica la Radiazza, su radio Marte. Che cosa ci sia venuto a fare, lo sa solo lui. Peraltro negli stessi momenti in cui era in piazza ad esporre un cartello senza crederci c’era l’autopsia sul cadavere del figlio.
“Apprezzo che sia venuto anche il papà del ragazzo – commenta Borrelli -, se queste persone vogliono cambiare è un segnale positivo, una vittoria dello Stato. Le nostre posizioni sono complicate e molto distanti, ma ha compiuto un primo passo verso la legalità. Questo territorio deve disprezzare la camorra anche pubblicamente. Mi risulta però complicato credere all’estraneità della famiglia rispetto alla devastazione del pronto soccorso”. Non è sulla stessa lunghezza d’onda la collega Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle. “La presenza del padre di Ugo alimenta la polemica e distoglie l’attenzione da quello che era il messaggio di oggi. Oggi si deve parlare di quanto accaduto in questa caserma; dei balordi sono venuti a sparare ad altezza uomo. Si devono accendere i riflettori su questa vicenda per affermare ‘io sto con i carabinieri’. Lo dovrebbero dire tutti gli abitanti di questa città”.
Accanto ai cartelli che recitano “solidarietà e sostegno ai carabinieri”, ce n’è un altro, dai toni più duri. C’è scritto “sparateci adesso”. Ad esporlo è Marco Limoncelli, organizzatore della manifestazione. “Sono un normale cittadino che s’è sentito ferito quando hanno sparato contro la caserma, un’istituzione che rappresenta lo Stato. Noi cittadini dobbiamo indignarci per episodi del genere, mostrare la nostra solidarietà, fare da scudo ai carabinieri e al loro lavoro quotidiano. Lo Stato siamo noi”. Che cosa resterà di questo flash mobile di solidarietà? Poco o peggio nulla. Il messaggio è che c’erano più giornalisti e cameramen che cittadini di Napoli. E tolta la sensibilità di Borrelli, Ciarambino e di Limoncelli, l’organizzatore, francamente anche queste immagini che vi mostriamo sono una sconfitta per chi crede nello Stato. I cittadini di Napoli non c’erano.