Collegati con noi

Sport

Fiorentina bella a metà in Conference, 2-0 al New Saints

Pubblicato

del

Davanti a circa 10mila spettatori la Fiorentina di Raffaele Palladino inizia con una vittoria l’avventura in Conference League, battendo i gallesi del The New Saints per 2-0 grazie ai gol nella ripresa di Adli e Kean. Ma per circa un ora la viola non ha saputo incidere, entusiasmare, giocare con sicurezza e superiorità. Poco ritmo e poche idee. Il cambio di marcia dei viola arriva quando nel secondo tempo Palladino inserisce alcuni ‘titolari’. Contro un avversario come i gallesi del The New Saints, abbastanza modesto, la Fiorentina gioca un primo tempo tutto sommato da dimenticare. Una squadra viola che non è stata capace di avere un’idea di gioco, una sua identità vera e propria.

Non è riuscita a creare particolari azioni da gol e soprattutto non è riuscita a segnare. Rispetto alla gara di campionato contro l’Empoli Palladino ha rivoluzionato la squadra schierandola con il 4-2-3-1 (ancora uno schema di gioco diverso dall’inizio di stagione) schierando Terracciano in porta con Kayode, Moreno, Biraghi e Parisi in difesa, affidando ad Adli e Mandragora il centrocampo, con Ikoné, Beltran e Sottil alle spalle di Kouame in attacco. I gallesi del The New Saints, alla loro prima esperienza in una fase a gironi delle coppe europee, partono subito forte per sorprendere la Fiorentina e al primo minuto Wilson si trova la palla sui piedi per segnare in area viola ma sbaglia a calciare. Al 5′ arriva la risposta dei gigliati: Ikoné è bravo a servire Beltran, la palla torna al francese che da centro area manda però clamorosamente sul fondo. Al 10′ diventa protagonista il portiere dei gallesi Roberts con una gran sul diagonale di Kouame.

Ci si aspettava una Fiorentina più reattiva e veloce, invece i ritmi della partita sono bassi, lenti. La Fiorentina va vicina al gol in chiusura di primo tempo (43′) con Mandragora che da dentro l’area colpisce il palo alla destra di Roberts con un gran tiro a girare. Purtroppo per il giocatore e la Fiorentina, subito dopo aver calciato finisce a terra per un infortunio al ginocchio sinistra ed è costretto a uscire, al suo posto Richardson.

A inizio secondo tempo Palladino ripresenta gli stessi undici iniziali, sperando anche di una reazione d’orgoglio dai suoi ragazzi, invece, il tema della partita resta lo stesso. E al 57′ decide di inserire giocatori importanti come Kean, Gudmundsson e Dodo per Beltran, Sottil e Kayode. E al 65′ la Fiorentina riesce a sbloccare il risultato: Ikone entra in area sulla destra, palla al centro per Kouame che fa velo per l’inserimento di Adli, il francese vince un rimpallo e poi batte Roberts con un tiro secco sul secondo palo. Due minuti e la Fiorentina raddoppia: cross dalla destra di Dodo dentro l’area dove arriva Kouame ma svirgola, ci prova Moreno ma il suo tiro viene ribattuto ma la palla finisce sui piedi di Kean che a due passi dalla porta mette dentro senza problemi. Nel finale di partita la Fiorentina prova ad aumentare il suo bottino di gol, ancora con Kean, Kouame e Ikone senza però riuscirci.

Advertisement

Sport

Tre gol del Napoli a un bel Como, Lukaku mattatore: la capolista allunga

Pubblicato

del

Il Napoli si impone 3-1 al Maradona sul Como, in una gara valida per la settima giornata di Serie A. La squadra di Conte passata in vantaggio dopo pochi secondi con McTominay, subisce il gol del momentaneo pari della formazione di Fabregas alla fine del primo tempo con Strefezza, ma nella ripresa grazie al rigore trasformato da Lukaku e al gol di Neres appena entrato, si aggiudica l’intera posta e vola a 16 punti, in vetta, a +4 sulla Juve che domenica affronterà il Cagliari.

I lariani restano invece fermi a 8 punti dopo aver giocato una buona partita. In avvio Conte non cambia rispetto a Monza e schiera Lukaku al centro dell’attacco con Politano e Kvara a supporto. Olivera a sinistra e McTominay da mezzala in un centrocampo a tre con Lobotka e Anguissa, Caprile in porta al posto dell’infortunato Meret. Mentre Fabregas risponde affidandosi a Cutrone in avanti, alle sue spalle il talento merengue di Nico Paz con Fadera e Strefezza. L’ex blaugrana Sergi Roberto a guidare il centrocampo.

Il Napoli parte a mille dopo neanche 30 secondi passa in vantaggio con Scott McTominay che sfrutta al meglio il taglio di Lukaku e con un preciso fendente trova il palo interno e il gol dell’1-0. Il Como risponde subito e al 6′ Strefezza con il destro manda la palla di poco a lato. Poi all’8′ ci prova Sergi Roberto senza fortuna. Il Napoli gestisce pallone e partita cercando di sfruttare le ripartenze di Politano e Kvara, ma la squadra di Fabregas manovra bene e si rende pericolosa con Nico Paz al 25′ con un tiro a giro. Al 32′ l’argentino va ad un passo dal pareggio: altra conclusione a giro di NIco Paz che si stampa sul palo e nega all’ex Real Madrid la gioia del gol.

La squadra di Conte arretra troppo il baricentro e al 43′ subisce il pari: Perrone serve Strefezza che calcia di potenza nell’angolino e supera Caprile per l’1-1. Ad inizio ripresa entra in campo un Napoli spronato da Conte negli spogliatoi e al 53′ arriva il nuovo vantaggio: errore in impostazione di Sergi Roberto che poi stende Olivera in area. Per l’arbitro Feliciani é penalty confermato dal Var. Sul dischetto va Lukaku. Conclusione centrale del belga ma Audero non ci arriva ed è 2-1. Il Como cerca con il possesso palla a tornare avanti in cerca del pari, ma il Napoli è pronto a ripartire e al 76′ Kvaratskhelia punta due avversari, rientra sul destro e conclude, ma Audero blocca. All’86’ il Napoli cala il tris: Lukaku serve in profondità Neres, da poco entrato, con una grandissima palla no-look per il brasiliano che, a tu per tu con Audero, segna la rete del definitivo 3-1. Al 95′ lo stesso Neres in contropiede si invola in area ma il portiere del Como gli nega la doppietta.

Continua a leggere

Sport

Luna Rossa sconfitta, in America’s Cup va Ineos

Pubblicato

del

Luna Rossa è stata sconfitta nell’undicesima regata della finale della Louis Vuitton Cup, concedendo a Ineos Britannia (foto imagoeconomica) il punto decisivo del 7-4, per la vittoria nella Louis Vuitton Cup. Saranno dunque gli inglesi a contendere l’ America’s Cup ai detentori di Team New Zealand.

Per non perderti le ultimissime notizie di Juorno iscriviti al Canale Whatsapp cliccando qui 

Continua a leggere

Sport

Addio a Lea Pericoli, la ‘Divina’ del tennis italiano

Pubblicato

del

Il tennis italiano dice addio a Lea Pericoli, la Divina. Così l’aveva soprannominata Gianni Clerici, per l’eleganza che emanava in campo e nella vita. E ancor più oggi, nel giorno del lutto per la sua morte a 89 anni, riaffiora il ricordo delle sue tenute, un inno a grazia e bellezza: gonnelline in piume di struzzo, visone, petali di fiori. Capi firmati, che spesso meritavano la prima pagina quanto i successi sportivi. Ma con la racchetta tra le mani Lea si trasformava. Pioniera del tennis moderno non solo nell’abbigliamento, diventava tenace e combattiva. Nata il 22 marzo 1935 a Milano, era però cresciuta in Etiopia, dove si era trasferita a due anni con la mamma Jole, al seguito di papà Filippo, in Africa per lavoro.

E ad Addis Abeba aveva scoperto il tennis, su un campo fatto costruire dal padre. Tornata in Italia, lo sport non era la sua unica attività: lavorava come segretaria in una ditta di import-export a Milano. Nel suo palmares 27 titoli vinti ai Campionati italiani. Per ben quattro volte negli ottavi di finale nel singolare al Roland Garros, è poi arrivata in semifinale nel doppio e nel doppio misto. A Wimbledon per tre volte è entrata negli ottavi nel singolare, due volte nel doppio misto e una volta nei quarti nel doppio. Si era ritirata a 40 anni, dopo essere stata per un ventennio regina del tennis in Italia, alla cui diffusione e popolarità ha contribuito più di chiunque altro.

Lasciata la racchetta per la penna ed il microfono, aveva confermato la sua classe innata in ambito giornalistico segnalandosi per competenza, professionalità e buon gusto. In tv fu la prima donna a commentare una partita di tennis su Telemontecarlo. E scrisse per ‘Il Giornale’, dopo essere stata scoperta da Indro Montanelli. Appassionata giocatrice di golf, non va dimenticato il ruolo di testimonial nella lotta al cancro, nel quale l’aveva coinvolta Umberto Veronesi: malattia che aveva vissuto sulla propria pelle, e battuto. Nel 1973, sei mesi dopo l’operazione per un carcinoma, riconquistò il titolo italiano. Pericoli fu protagonista, tra gli anni ’55 e ’75, di un tennis ben lontano dai premi milionari di oggi, dove al massimo si poteva aspirare ad un invito e il viaggio pagato.

“Ma c’era tanta allegria, tanta voglia di vivere, di vincere e battere pure la fame” aveva ricordato in occasione degli 80 anni. E poi le sue famose tenute. Non negava di aver acquisito notorietà anche grazie a questi vestiti molto particolari, stravaganti. Consapevole, però, che non bisognava esagerare, soprattutto contro avversarie molto forti, “come Billie Jean King”, raccontava, perché “se perdi con un vestito un po’ ose’ la stampa ti crocifigge”. Alcune sue ‘mises’, disegnate dallo stilista inglese Ted Tinling, sono esposte nel Victoria and Albert Museum di Londra.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto