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Figc: assemblea statutaria il 4/11, elezioni nel 2025

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“E’ stata occasione gradita per comunicare al Consiglio federale la volontà, già espressa il 22 luglio, di dare attuazione, nell’ambito del rispetto delle norme statutarie, di sconvocare l’assemblea elettiva e quindi aggiornarci con un nuovo regolamento elettorale per poi procedere subito alla convocazione della nuova assemblea elettiva. Su questo il Consiglio federale ha preso atto”. Con queste parole il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha reso nota la convocazione dell’assemblea statutaria del prossimo 4 novembre. Una data che, inizialmente, avrebbe dovuto vedere le componenti del calcio convocate per eleggere il presidente Figc e che invece le vedrà esprimersi sul cambio delle norme statutarie, alla luce delle richieste della Serie A e soprattutto del nuovo Dl sport, approvato in via definitiva.

Stante l’impossibilità ad agire nell’ambito del 34% riservato ai professionisti, Gravina ha quindi condiviso con i consiglieri l’opportunità di convocare tempestivamente l’assemblea statutaria straordinaria per il 4 novembre a seguito della quale sarà immediatamente convocata quella elettiva che, tempi statutari alla mano, sarà nel 2025. L’elezione del presidente federale, quindi, slitterà per forza di cose al nuovo anno visto che devono passare almeno 60 giorni. E che potrebbe vedere ancora protagonista proprio Gravina, il quale scioglierà la riserva solo “quando avrò chiuso il percorso di rispetto di alcuni principi, cioè quelle che sono le nuove regole del gioco, poi deciderò”, ammette tornando sulla possibilità di ricandidarsi al ruolo che già ricopre. Il n.1 federale, sottolinea poi di avere “la netta sensazione che si stia lavorando a livello aritmetico, si tracciano traiettorie di ogni genere per capire se è rilevante un peso politico e questo è un approccio superficiale per verificare le esigenze del calcio”. “Io sto lavorando su qualcosa di profondo – afferma -. Subito dopo la pausa estiva, quando tutti avremo recuperato energie, affronteremo questo tema. Ci sono delle componenti che devono rendersi conto che quando si fa parte di un sistema si deve dare un contributo sempre più responsabile nell’ammodernare il calcio”.

Una soluzione, quella della convocazione dell’assemblea statutaria, che soddisfa anche il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, convinto che adesso sia il momento di “mettersi subito a lavorare sulle modifiche di statuto. Ora si tratterà di lavorare per trovare la soluzione più giusta, equa ed equilibrata”. Si apre, quindi, una nuova fase il calcio italiano che porterà quindi a un nuovo assetto non solo con una modifica dei pesi elettorali, ma anche con una Serie A più forte. Casini, però, ribadisce come “nessuno vuole da solo, come unica componente, prendersi la maggioranza delle decisioni. Ci sono vari strumenti; c’è uno statuto speciale come salvaguardia del diritto d’intesa e poi c’è un riequilibrio dei pesi che riguarda sia quelli all’interno della componente del professionismo, sia quelli all’interno dell’intero sistema federale”. La partita, quindi, sarà da giocare da qui alla data del 4 novembre quando il mondo del calcio sarà chiamato a cambiare le proprie regole per darsi un nuovo assetto e iniziare quelle riforme invocate da tanto tempo.

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Proteine e test per diagnosi, nuove frontiere sulla Sla

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Nove progetti di ricerca sulla Sla, dallo sviluppo di un nuovo test diagnostico all’identificazione di possibili biomarcatori tramite lo studio del ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia. Con un finanziamento di 840mila euro, AriSLA, Fondazione italiana di ricerca per la Sla Ets, supporterà i progetti, coinvolgendo 15 gruppi di lavoro distribuiti in sette diverse regioni italiane Tra i nuovi studi, due sono quelli quelli ‘full grant’, cioè che sviluppano ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari. ‘Defineals’, coordinato da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, ha l’obiettivo di sviluppare un test affidabile per diagnosticare e monitorare la progressione della Sla correlata a TDP-43, una proteina che in condizioni normali svolge un ruolo fondamentale in diverse funzioni cellulari, e nei pazienti con Sla risulta aggregata.

Saranno raccolti tramite tampone nasale campioni da 60 pazienti con diagnosi di probabile Sla e da 60 soggetti controllo (30 controlli sani e 30 con altre patologie neurologiche). Per la ricerca della proteina TDP-43 sui campioni saranno effettuati studi immunocitochimici e molecolari. Il progetto ‘MoonAls’, coordinato da Giovanni Nardo dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, studierà la fisiopatologia della Sla indagando il ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia per identificare possibili biomarcatori. In particolare, nei modelli murini a lenta e rapida progressione e nelle colture cellulari verranno studiate le molecole rilasciate dalle cellule satellite, ossia le cellule staminali del muscolo scheletrico, per verificare se possono contrastare l’atrofia muscolare indotta dalla Sla.

Infine, sarà valutato l’effetto del trapianto di cellule satellite sull’atrofia muscolare e sulla progressione della Sla in modelli murini. Gli altri sette progetti sono ‘Plot Grant’, ossia studi esplorativi con lo scopo di sperimentare idee innovative. ‘Flygen’, coordinato da Arianna Manini dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, intende identificare nuove cause genetiche di Sla in pazienti con un’alta probabilità di avere mutazioni genetiche, come quelli con forte storia familiare di Sla o esordio estremamente precoce, sinora non diagnosticati dal punto di vista genetico. Tra questi, anche il progetto coordinato da Riccarda Granata dell’Università degli Studi di Torino, nel quale saranno valutati gli effetti protettivi della molecola Mr-409, e quello coordinato da Antonio Orlacchio dell’Università di Perugia, con il quale si mira a identificare nuovi geni correlati alla Sla giovanile.

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Cop29, respinta ipotesi di aiuti per 300 miliardi

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Alla Cop29 di Baku i paesi ricchi provano a chiudere l’accordo sul fondo di aiuti climatici, alzando l’offerta a 300 miliardi di dollari all’anno dal 2035. Ma ai paesi più poveri sembrano ancora troppo pochi: così lasciano il tavolo delle trattative, anche se non escono dal negoziato. La situazione è confusa, le riunioni si susseguono. In serata viene fissata una nuova assemblea plenaria. La Cop29 doveva chiudersi venerdì. Ma l’accordo sugli aiuti climatici (il dossier più importante) non è stato raggiunto, e la conferenza è stata prolungata ad oggi. Venerdì era stata pubblicata una bozza di documento finale sulla finanza, con un compromesso proposto dalla presidenza azera. I paesi sviluppati si impegnavano a versare 250 miliardi di dollari all’anno dal 2035 in aiuti ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Questa cifra era fatta di contributi pubblici a fondo perduto, ma anche di prestiti da banche multilaterali di sviluppo e banche private. La proposta era stata respinta dai paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina.

Questi chiedono 1.300 miliardi di dollari all’anno dal 2025, prevalentemente in contributi pubblici a fondo perduto, e sostengono che non si possa scendere sotto 300 miliardi all’anno dal 2030 e 390 dal 2035 (le cifre minime di aiuti indicate da uno studio di consulenti della Cop). Oggi i paesi sviluppati hanno provato ad alzare l’offerta, arrivando a 300 miliardi. In più, hanno precisato nella bozza che i paesi in via di sviluppo possono erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo: Pechino vuole erogare i suoi aiuti senza avere vincoli. La bozza accontenta anche l’Arabia Saudita, perché non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. La Ue ha dovuto cedere su questo, come pure su diritti umani e delle donne, citati in modo generico.

Ma il gruppo dei paesi meno sviluppati (Ldc) e quello dei piccoli stati insulari (Aosis) hanno bocciato anche questa proposta. “Siamo temporaneamente usciti, ma rimaniamo interessati nei negoziati finché non otteniamo un accordo equo”, ha scritto su X Jiwoh Emmanuel Abdulahi, ministro dell’Ambiente e del cambiamento climatico della Sierra Leone. Cedric Schuster, presidente dell’Alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis), in un comunicato ha detto che “siamo usciti dalle discussioni in stallo sull’Ncgg (l’obiettivo di finanza climatica, n.d.r.), che non stava offrendo alcun progresso. Ci siamo ritrovati continuamente insultati dalla mancanza di inclusione, le nostre richieste sono state ignorate”. “Un’altra Cop sta fallendo – ha commentato Greta Thunberg su X -. La bozza attuale è un completo disastro”. Più ottimista l’invia americano sul clima, John Podesta: “Spero che sia la tempesta prima della calma”.

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Coppa Davis, Berrettini soffre ma vince: Italia 1 – Australia 0

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Inizia nel migliore dei modi la semifinale di Coppa Davis per l’Italia, grazie alla straordinaria vittoria di Matteo Berrettini. L’azzurro ha sconfitto l’australiano Thanasi Kokkinakis in tre set con il punteggio di 6-7, 6-3, 7-5, regalando il primo punto agli Azzurri nella sfida contro l’Australia.

La partita non è stata priva di difficoltà per il tennista romano, che nel primo set ha sprecato ben tre set point, cedendo poi il parziale al suo avversario nel tie-break. Sembrava che l’inizio in salita potesse compromettere l’esito del match, ma Berrettini ha dimostrato ancora una volta grande carattere e capacità di reazione.

Nel secondo set, l’azzurro ha imposto il suo ritmo, dominando Kokkinakis e chiudendo il parziale con un netto 6-3. Il terzo e decisivo set è stato più equilibrato, ma Berrettini ha saputo mantenere la lucidità nei momenti cruciali, strappando il servizio all’australiano nel finale e conquistando la vittoria con un 7-5 decisivo.

Grazie a questo successo, l’Italia si porta sull’1-0 nella semifinale contro l’Australia. Ora tutte le attenzioni si spostano sulla seconda sfida di giornata, che vede impegnati Jannik Sinner e Alex De Minaur. In caso di parità dopo i singolari, sarà il doppio a decidere l’esito della semifinale.

Una prestazione di grande carattere per Berrettini, che conferma la sua capacità di brillare nei momenti più importanti. Gli Azzurri mettono un primo tassello verso la finale di Coppa Davis

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