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Politica

Festa della Repubblica, Mattarella: l’Italia vuole la pace

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario della Repubblica, ha reso omaggio al Monumento del Milite Ignoto all’Altare della Patria e ha assistito alla Parata ai Fori Imperiali.

Il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro della Difesa, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa ha passato in rassegna il reparto d’onore schierato con Bandiera e Banda.

Il Presidente Mattarella ha, quindi, deposto una corona d’alloro al Sacello del Milite Ignoto, in ricordo di tutti i militari e i civili che hanno servito e servono lo Stato con impegno ed abnegazione, alla presenza dei Presidenti di Senato e Camera, del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Corte Costituzionale.

Al termine, le Frecce Tricolori hanno sorvolato su Piazza Venezia.

Il Capo dello Stato ha quindi assistito alla Parata Militare ai Fori Imperiali che si è conclusa con il sorvolo delle Frecce Tricolori.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il seguente messaggio:

«Il 2 giugno di settantasei anni fa, con la scelta della Repubblica, il popolo italiano si incamminò sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario come quello fascista. Una opzione che venne poi solennemente ratificata nella Costituzione.
Il nostro contributo – e in esso delle Forze Armate – alla causa della pace e della cooperazione internazionale si è caratterizzato con l’adesione al Trattato del Nord-Atlantico sottoscritto fra Paesi amanti della libertà, con la costruzione graduale e crescente della unità europea, con la partecipazione all’ONU e alle sue iniziative.
Fu possibile realizzare un clima di crescente fiducia che, diminuendo le tensioni, consentiva di ridurre ragioni e clima di un confronto talvolta ai limiti del contrasto, senza tuttavia mai oltrepassare quelli che conducono al conflitto.
L’attuale contesto internazionale ci interroga profondamente su come sia possibile garantire oggi il bene indivisibile della pace. Le aggressioni ai civili, le devastazioni delle città nel cuore della nostra Europa, pensavamo appartenessero a un passato remoto, ma la drammatica cronaca di questi giorni ci ricorda come stabilità e pace non sono garantite per sempre.
La pace non si impone da sola ma è frutto della volontà e dell’impegno concreto degli uomini e degli Stati. Una pace basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica; una pace basata sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle crisi tra Nazioni; una pace basata sul rispetto dei diritti umani.

L’Italia e tutta la comunità internazionale, hanno un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo uniti, insieme. La nostra esperienza ci ha mostrato come si possa costruire una convivenza stabile e duratura, anche all’indomani di conflitti sanguinosi.
Lo ribadiamo oggi mentre siamo a fianco dell’aggredita Ucraina. La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate, sulla base dei mandati affidati da Governo e Parlamento, concorrono a questo compito.
Come settantasei anni fa ribadiamo le ragioni che hanno spinto il popolo italiano, dopo le sofferenze di due guerre mondiali e della dittatura, a percorrere il lungo cammino verso uno Stato democratico, i cui valori di libertà, pace, uguaglianza e giustizia, diventarono i principi di supremo riferimento per i cittadini e il Paese.
Le Forze Armate, protagoniste in questo percorso, in Italia e all’estero, si confermano una risorsa preziosa, come evidenziato anche dalle vicende della gestione della pandemia.
I riconoscimenti che pervengono alle nostre Forze Armate sono la prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità che si sono conquistati.
Ai soldati, marinai, avieri, carabinieri, finanzieri e al personale civile, di ogni ordine e grado giungano, in questo giorno di festa, l’apprezzamento e la gratitudine per il servizio offerto alla comunità.
Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica!»

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Politica

Al via G7 agricoltura. Meloni, da export 70 miliardi

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L’agroalimentare è una “questione di popolo”. Per questo l’Expo DiviNazione 24 costruito intorno al G7 dell’Agricoltura a Siracusa, sulla suggestiva isola di Ortigia, è “un evento stupendo” e “l’iniziativa del ministro Lollobrigida è bella e intelligente” perchè ha trasformato un evento chiuso come il G7 in una manifestazione aperta ai cittadini. E se le cose quest’anno “andranno come noi crediamo le esportazioni di prodotti agroalimentari varranno fino a 70 miliardi di euro”.

La premier Giorgia Meloni arriva nella città siciliana, visita la Cattedrale, dove è in svolgimento un matrimonio, visita la cappella di Santa Lucia che contiene il simulacro della patrona, e riceve un libro per la figlia. Poi sul palco accanto al ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, davanti a un banchetto con prodotti made in Italy, loda l’iniziativa. Una vicinanza che ha il sapore di un endorsement pubblico dopo un periodo in cui si sono rincorse ipotesi di isolamento del ministro anche in seguito alla separazione da Arianna, sorella della premier.

Ipotesi che Lollobrigida, alla vigilia dell’Expo, aveva respinto al mittente in diverse interviste facendosi anche forza della presenza della premier e di 600 imprenditori che hanno creduto nell’iniziativa siracusana. Volti distesi e sorridenti e partecipazione da entrambi. Dopo il momento istituzionale, per la premier bagno di folla tra i 200 stand che animano l’Expo. Tanti i selfie, foto con le forze dell’ordine. Indossa poi un cappello della Guardia Costiera dinanzi a una motovedetta, e aiuta una signora a scattare un ricordo insieme insegnandole come fare. Un lungo percorso in cui c’è tempo per parlare anche dei 20 milioni stanziati per le “prime necessità” in seguito all’alluvione in Emilia Romagna. “Polemiche? Io lavoro”, risponde mentre stringe mani e sorride ai cittadini.

Tema, questo degli eventi estremi, che entra dirompente nei dibattiti di questa nove giorni di Ortigia. Serve cambiare strategia rispetto al passato, dice Lollobrigida ai cronisti, esprimendo solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione. Da una parte la siccità in Sicilia e dall’altra ancora una alluvione in Emilia Romagna. “Situazioni drammatiche a relativamente pochi chilometri di distanza, che devono prevedere da parte nostra una responsabilità maggiore rispetto al passato per realizzare infrastrutture e strategie di intervento”, afferma Lollobrigida.

“Bisogna prendere atto che non si tratta di emergenze ma di eventi ciclici dovuti alle accelerazioni del cambio climatico e vanno previste opere che mettano in condizione di diminuirne gli effetti”. E agricoltori e pescatori sono i primi ambientalisti per loro terra e mare sono beni preziosi, Dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l’invito ad “affrontare queste calamità in chiave strutturale, organica e strategica”. Agricoltura, dice, come polmone dell’economia. Il contesto europeo sta migliorando, sottolinea Lollobrigida “perchè abbiamo convinto, con l’Italia protagonista, a cambiare rotta in Europa”, sottolinea Lollobrigida. “La presidente Meloni il 21 marzo è riuscita che i leader europei tornassero a parlare di agricoltura insieme alla crisi mediorientale e all’aggressione della Russia all’Ucraina”. Chiusura della prima giornata sotto la regia del coreografo Giuliano Peparini con una marcia a ritmo di danza e musica.

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Valentino Valentini: guidare innovazione tecnologica per sostenibilità

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“La rivoluzione digitale sta rimodellando il nostro mondo a un ritmo senza precedenti. Il rapido progresso della tecnologia offre immense opportunità, ma porta con sé anche la responsabilità di garantire che queste innovazioni sostengano la sostenibilità ambientale e una crescita equa. Per realizzare un futuro in cui la tecnologia sia una forza positiva, dobbiamo concentrarci sull’integrazione di soluzioni digitali con pratiche sostenibili e sulla promozione di collaborazioni che colmino le lacune e guidino il progresso, garantendo che nessuno venga lasciato indietro”. Lo afferma Valentino Valentini, vice ministro delle Imprese e del Made in Italy, oggi a New York per intervenire al “Summit of the future” nell’ambito dell’Assemblea generale dell’Onu. In questa ottica, Valentini ha spiegato il senso dell’AI Hub, progetto della Presidenza italiana del G7 in collaborazione con il Programma di sviluppo dell’Onu, rivolto in particolare all’Africa, nell’ambito del Piano Mattei.

Un progetto che ha richiesto un notevole lavoro preparatorio: “Abbiamo lavorato – spiega – con l’Unione africana, avuto il sostegno dei nostri partner del G7, ci siamo consultati con oltre 100 stakeholder, abbiamo collaborato con più di 300 startup di intelligenza artificiale in tutta l’Africa e abbiamo avviato 80 partenariati incentrati sulla digitalizzazione della lingua locale. Questo sforzo collaborativo garantisce che il futuro dell’intelligenza artificiale sia plasmato da voci, prospettive e idee innovative diverse. Il nostro approccio è incentrato su quattro pilastri fondamentali: dati, potenza di calcolo, talento ed ecosistemi abilitanti. Ci impegniamo ad approfondire le partnership con il settore privato e l’industria per rafforzare queste basi e ampliare le soluzioni di intelligenza artificiale che affrontano le sfide globali più urgenti. Che si tratti di trasformare l’energia, rivoluzionare l’agricoltura, migliorare l’assistenza sanitaria, gestire le risorse idriche o potenziare l’istruzione e le infrastrutture, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per affrontare questi problemi in modi che abbiamo solo iniziato a immaginare”.

L’iniziativa, conclude Valentini, “va oltre il trasferimento tecnologico: si tratta di co-creare soluzioni, imparare gli uni dagli altri e crescere insieme. Crediamo che l’Africa debba essere un vero partner nel plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale e ci impegniamo a garantire che questo viaggio sia un percorso di crescita reciproca e vantaggi condivisi”.

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Mafia: Dalla Chiesa, mio padre ucciso per favore a un politico

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Ucciso “per fare un favore a un politico”. Lo ha ribadito Rita Dalla Chiesa, ospite della trasmissione Rai Tango, parlando dell’uccisione del padre avvenuta a Palermo nel 1982. La parlamentare di Forza Italia lo aveva gia’ sostenuto in un post pubblicato lo scorso agosto sul suo profilo Facebook. E adesso torna a sostenerlo: “Ho sempre pensato che sia stato un omicidio politico”, ha spiegato davanti alla telecamera. Lei sui social ha scritto che “fu ucciso per fare un favore a qualcuno”, chi era? E’ stata quindi la domanda della giornalista. E Rita Dalla Chiesa ha replicato: “Era un politico” e “potrebbe anche essere passato il tempo per dirlo, ma c’e’ una famiglia di questo politico e io evito di parlarne. Era comunque una persona che quando mio padre e’ andato a Palermo gli aveva detto ‘Stia attento a non mettersi contro la mia corrente perche’ chi lo ha fatto e’ sempre tornato praticamente in una bara’”. La frase in questione negli anni e’ stata attribuita ad Andreotti, ma Dalla Chiesa durante l’intervista non ha fatto alcun nome.

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