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Ferragnez, accordo di separazione: Chiara non vuole soldi da Fedez, solo la firma per il divorzio

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L’addio è definitivo anche dal punto di vista legale: dopo lunghe trattative, gli ormai ex Ferragnez stanno firmando l’accordo di separazione e contestuale divorzio. In base all’accordo, il rapper di Rozzano non dovrà versare alcun assegno di mantenimento all’imprenditrice digitale, ma pagherà le scuole, le spese mediche e per le attività sportive dei bambini, che saranno collocati con la madre in maniera prevalente. I genitori si occuperanno poi delle spese di mantenimento di Leone e Vittoria nei periodi in cui saranno con loro.

“L’accordo, in fase di sottoscrizione e deposito – spiega l’avvocatessa Daniela Missaglia, legale dell’influencer per la separazione – non prevede un contributo pecuniario di mantenimento per i figli, misura del tutto legittima cui la Signora Chiara Ferragni ha rinunciato privilegiando, con spirito conciliativo e con buon senso, il rapido raggiungimento di un’intesa, anche nel superiore e preminente interesse dei minori”.

Missaglia per lei, l’avvocato Pompilia Rossi con Alessandro Simeone ed Andrea Pietrolucci per lui depositeranno a breve l’accordo di separazione che sarà omologato dal Tribunale di Milano che dopo sei mesi pronunzierà il divorzio, chiudendo anche legalmente la love story più mediatica degli ultimi anni. Per quanto riguarda il fronte patrimoniale e societario della coppia, sono aspetti che risultavano già divisi e, dunque, non rientrano nell’accordo di separazione. Già nelle scorse settimane si era saputo che il 35enne Fedez e la 37enne Chiara – che si erano sposati il primo settembre 2018 a Noto, in Sicilia – puntavano a un addio pacifico. Una separazione senza problemi, a fronte dei tanti vissuti singolarmente. Lui – che non è indagato – è finito nell’inchiesta che a fine settembre ha decimato le curve milanesi e ha portato agli arresti il suo ormai ex bodyguard Christian Roisiello.

Lei è pronta a difendersi con una memoria scritta dopo la chiusura delle indagini per truffa aggravata per gli ormai noti casi del pandoro e delle uova di Pasqua. La crisi tra i due era iniziata proprio con il pandoro gate, che ha messo fine al periodo d’oro di Chiara, prima scaricata da brand come Pantene, Cartiere Pigna, Safilo e oggi sostituita al vertice della sua società, Fenice, dall’amministratore unico Claudio Calabi. Quando per la prima volta si era diffusa la voce della crisi di coppia, in tanti avevano addirittura pensato che fosse una sorta di mossa di marketing per distogliere l’attenzione dalle vicende giudiziarie.

E invece Chiara e Federico alla fine si sono separati per davvero: lui è andato via di casa, hanno messo in vendita la villa da sogno sul lago di Como acquistata per cinque milioni di euro, hanno avuto flirt o glieli hanno attribuiti, hanno smesso di mostrare sui social i volti dei figli. E oggi postano le loro storie da genitori single, con l’ultimo weekend trascorso lei in bici nella natura, lui nella nuova casa con i bambini. Proprio lui, in coda alle stories, ha aggiunto il testo del suo brano del 2013 ‘Pensavo fosse amore e invece…’, che dice ‘non se se mi rifiuti per i miei Gucci tarocchi o perché il conto in banca non mi risalta gli occhi’, che qualcuno ha visto come una frecciatina all’ormai ex moglie Chiara.

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“Appalti irregolari”: arrestati 2 carabinieri e imprenditore

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Due carabinieri (tra cui uno attualmente in quiescenza) e un imprenditore edile, operante nel comune di San Genesio e Uniti (Pavia), sono stati arrestati questa mattina dalla Guardia di Finanza di Pavia nell’ambito di un nuovo filone dell’indagine della Procura per presunti appalti irregolari. L’inchiesta, ribattezzata “Clean II”, ha preso le mosse dagli esiti di alcune perquisizioni compiute nell’ambito dell’attività investigativa “Clean I” per la quale ieri sono stati notificati 15 avvisi di chiusura indagini. Le Fiamme Gialle stanno operando congiuntamente all’Arma dei carabinieri.

“Contestualmente – sottolinea una nota della Procura di Pavia -, sono in corso di esecuzione perquisizioni, acquisizioni documentali – sia presso persone giuridiche (enti pubblici, studi professionali e società) sia persone fisiche (pubblici ufficiali. legali rappresentanti di società, professionisti) – nonché audizioni di persone informate, al fine di ricercare ulteriori prove e riscontri”. “L’analisi dei dispositivi sequestrati a un militare, il cui nominativo era emerso come collegato a soggetti emersi nelle predetta indagine – continua il comunicato -, ha permesso di accertare la sussistenza di un sistema corruttivo particolarmente radicato, con asservimento della funzione pubblica a fini personali e con compimento di atti contrari ai doveri di ufficio in cambio di molteplici favori. Particolare allarme ha destato lo sviamento della funzione dei due militari arrestati, in danno di una ex fidanzata, vessata anche attraverso l’abuso dei poteri dei pubblici ufficiali”.

In tale sistema, particolare attenzione è stata rivolta alle “vicende relative alla localizzazione di un’area all’interno del comune di San Genesio in cui (oltre ad alcune irregolarità urbanistiche, in cui risultano coinvolti anche esponenti dell’amministrazione comunale) si è inserita un’ulteriore vicenda corruttiva. Le indagini, infatti, hanno permesso di accertare come un imprenditore di San Genesio abbia accordato un prezzo di acquisto di particolare favore a uno dei due carabinieri arrestati, in cambio della garanzia della immunità dei controlli nel cantiere”. Risultano iscritte nel registro degli indagati anche altre persone, tra esponenti politici, imprenditori e professionisti. Le indagini proseguono e la Procura ha annunciato che “continueranno nelle prossime settimane con ulteriori attività istruttorie”.

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Consiglio di Stato, bocciati appelli Img su multe diritti tv

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I ricorsi in appello devono essere in parte respinti e in parte dichiarati inammissibili. Così il Consiglio di Stato ha definito la vicenda della legittimità delle multe inflitte dall’Antitrust a conclusione di una complessa istruttoria che nel 2019 accertò l’esistenza di un’intesa nelle gare per l’assegnazione dei diritti internazionali del calcio in tv. Davanti ai giudici di Palazzo Spada c’erano i ricorsi in appello proposti da Img Media Ltd e Img Worldwide Llc per contestare la sentenza con la quale il Tar del Lazio nel maggio dello scorso anno confermò la legittimità delle maximulte.

Lungo l’iter storico-processuale della vicenda. A fine aprile 2019 l’Antitrust accertò che le condotte di una serie di società – tra cui il gruppo Img – avevano costituito un’intesa restrittiva della concorrenza al fine di coordinare la partecipazione e il contenuto delle offerte economiche nelle procedure di gara indette dalla Lega Calcio di serie A per l’assegnazione dei diritti televisivi delle competizioni di calcio dei territori diversi dall’Italia. Si arrivò a sanzioni complessivamente milionarie (in particolare le società del gruppo Img furono sanzionate con 343.645,50 euro).

Il provvedimento dell’Autorità fu impugnato; ci fu la conferma della legittimità dell’accertamento, ma con la rideterminazione di alcune delle sanzioni. Restavano pendenti i ricorsi in appello proposti da Img Media Ltd e Img Worldwide Llc per contestare la sentenza del Tar di rigetto del loro ricorso. Preliminarmente il Consiglio di Stato ha respinto i motivi di appello in tema di congruità del tempo occorso per contestare l’illecito e di non conformità alla previsione normativa che impone d’informare l’incolpato nel più breve tempo possibile e in modo dettagliato della natura e dei motivi dell’accusa.

Successivamente i giudici di Palazzo Spada hanno evidenziato “l’insussistenza di evidenze in ordine alla lamentata compromissione delle garanzie difensive” delle società, ritenendo che “la durata non ragionevole del procedimento (esclusa nel caso di specie) non può, comunque, ritenersi circostanza ex se idonea a determinare un vulnus alla loro posizione soggettiva”; sotto un ulteriore profilo “deve, poi, evidenziarsi, seppur ad abundantiam, come l’estensione della durata del procedimento sia stata determinata dalle deduzioni articolate dalle stesse parti del procedimento”. Come ulteriore passaggio, il Consiglio di Stato ha ritenuto inammissibili le censure relative al tema degli effetti dell’illecito antitrust e ai soggetti ritenuti danneggiati da tali condotte.

“Deve, infatti, considerarsi come l’illecito in esame abbia integrato una intesa restrittiva per oggetto… Ora, la distinzione tra intese restrittive per oggetto o per effetto rileva sul piano degli elementi costitutivi dell’illecito e comporta un regime probatorio diverso. Infatti, nel primo caso, non occorre dimostrarne gli effetti sulla concorrenza al fine di qualificarle come ‘restrizione della concorrenza’”.

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L’ecumenismo al centro della Facoltà teologica di Capodimonte

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L’ecumenismo è al centro di una iniziativa della Facoltà Teologica di Capodimonte, a Napoli, in corso oggi. Il Convegno, dal titolo “Unità in cammino”, che vede la partecipazione di relatori di diverse comunità cristiane, “si propone di presentare l’attualità del decreto ‘Unitatis redintegratio’ del Concilio Vaticano II nel 60° anniversario della sua promulgazione”, riferiscono i promotori dell’iniziativa.

Allo stesso tempo si cercherà di riflettere sugli sforzi compiuti negli ultimi sessant’anni e su quelli ancora da fare per arrivare a una vera unità dei cristiani. “In un mondo sempre più globalizzato la mappa ecumenica sta cambiando”, afferma il Decano della Facoltà Teologica di Capodimonte, prof. Antonio Foderaro, “e la stessa Chiesa è passata dall’essere prevalentemente eurocentrica a mondocentrica e a dialogare sempre più spesso con uomini e realtà diverse”. D’altra parte, quello che Papa Francesco ha definito “ecumenismo del sangue” ha sollevato alcune urgenze e questioni da affrontare.

“Restano necessarie, allora, le tre dimensioni del dialogo: il cosiddetto ecumenismo delle mani, della testa e del cuore”. Tra gli interventi di oggi quelli di mons. Gaetano Castello, vescovo ausiliare di Napoli, di mons. Donato Oliverio, vescovo dell’Eparchia di Lungro, Riccardo Burigana (Direttore del Centro studi per l’ecumenismo in Italia) ed Edoardo Scognamiglio (Direttore del Centro studi per il dialogo interreligioso e le culture di Maddaloni), e mons. Andrea Palmieri del Dicastero vaticano che si occupa dell’Unità dei cristiani.

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