Prima presa di mira a colpi di mitra dai militari libici in mezzo al mare. Poi – giunta in porto – multata e fermata dalle autorità italiane. Giorni difficili per la Mare Jonio dopo il rischioso intervento di soccorso di 56 migranti giovedì scorso in acque internazionali. Non ci sta Luca Casarini, capo missione della ong Mediterranea saving humans: “è una rappresaglia del governo – sostiene – nei confronti di chi ha fatto il proprio dovere, ma dico a Giorgia Meloni che non ci fa paura: continueremo a salvare vite”. La nave era giunta venerdì a Pozzallo (Ragusa). Li la Guardia costiera ha notificato al comandante e all’armatore il provvedimento con multa fino a 10mila euro e fermo amministrativo di 20 giorni, come previsto dal decreto Piantedosi del gennaio 2023.
Ci sono anche stati interrogatori all’equipaggio. Hanno scritto, spiega il capomissione Denny Castiglione, che “abbiamo creato pericolo per la vita umana durante l’operazione. E’ assurdo”. Nella ricostruzione della ong, che ha anche postato alcuni filmati di quanto avvenuto, la Mare Jonio è intervenuta giovedì pomeriggio per aiutare un’imbarcazione sovraffollata, col motore in avaria. Il ‘rescue team’ della nave ha provveduto inizialmente a distribuire i giubbotti di salvataggio alle persone sulla barca. In quei momenti è arrivata la motovedetta ‘Fezzan’ della Guardia costiera libica; una delle unità donate dal governo italiano. Sul mezzo c’erano già alcune decine di migranti presumibilmente prelevati in precedenti operazioni di intercettazione in mare. I libici hanno intimato alla Mare Jonio di allontanarsi. Al rifiuto opposto hanno sparato raffiche di mitragliatore in aria provocando il panico tra le persone sull’imbarcazione in difficoltà e anche tra quelle sulla stessa motovedetta, spiega Mediterranea, aggiungendo che “i miliziani libici percuotevano con fruste e bastoni le persone a bordo”. Alcune si sono gettate in acqua.
“L’equipaggio del nostro gommone ha iniziato il recupero dei naufraghi. A questo punto i miliziani libici hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco e raffiche di mitra all’indirizzo del nostro secondo gommone. Il nostro equipaggio è riuscito tuttavia a completare il recupero di tutte le persone visibili in acqua”. Con a bordo 56 migranti la Mare Jonio è approdata quindi a Pozzallo, dove è stata bloccata e multata. Il secondo stop in pochi mesi per la nave di Mediterranea. “Sulla base delle affermazioni mendaci della cosiddetta guardia costiera libica, che ha sparato addosso ai soccorritori italiani ed ai migranti che stavano per affogare”, afferma Casarini. A difesa della nave umanitaria si schiera Antonio Nicita del Pd. La sua colpa, osserva, è “aver salvato vite, sotto gli spari di una motovedetta libica, pur essendo i primi ad arrivare ed essendo ‘on scene coordinator’. Il verbale di fermo descrive un ‘fatto’ acquisito senza sentire l’equipaggio che pure dispone di video e di registrazioni.
Interrogazione urgente in Senato!”. Sulla stessa linea Nicola Fratoianni, dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Invece di perseguire chi spara contro dei naufraghi e chi, come è stato documentato dalla ong, frusta degli esseri umani sulle imbarcazioni regalate e finanziate dal governo italiano – rileva – si accaniscono contro chi salva delle vite. Meloni, Piantedosi, Crosetto non hanno nulla da dichiarare?”. Negli ultimi mesi le ong denunciano un’escalation di fermi da parte dell’Italia: la flotta del soccorso civile è stata fermata complessivamente 20 volte in poco più di un anno. Attualmente sono bloccate, oltre alla Mare Jonio, la Sea Eye 4 e la Geo Barents, mentre il Tribunale di Ragusa lo scorso 29 marzo ha sospeso il fermo della Sea Watch 5. Proseguono a ritmo serrato, intanto, gli arrivi. Oggi si sono registrati 9 sbarchi a Lampedusa, per un totale di 394 persone. L’hotspot dell’isola è strapieno con 1.141 ospiti.