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Cronache

Fedez dimesso dall’ospedale San Raffaele: sto bene

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Fedez ha lasciato l’ospedale San Raffaele di Milano dove e’ stato operato per un tumore endocrino al pancreas. Il cantante era ricoverato dal 22 marzo nel reparto solventi. “Sto bene” le prime parole dette all’uscita dall’ospedale, con accanto la moglie Chiara Ferragni. “Bello uscire dall’ospedale” ha aggiunto il rapper con accanto la Ferragni. Proprio ieri in una storia su Instagram aveva postato la foto abbracciato alla moglie sul letto d’ospedale con scritto “grazie per essere sempre la mia roccia”. Dopo aver camminato fino alla macchina ed essere salito in auto, il cantante ha salutato e ringraziato i presenti.

“Grazie a voi che mi avete letteralmente salvato la vita, che mi avete accompagnato e accudito in questi giorni che non sono stati semplici ma che dall’altra parte mi hanno restituito una nuova prospettiva da cui affrontare la vita”: con queste parole Fedez ha voluto ringraziare, anche via social, medici e sanitari del San Raffaele dove e’ stato operato per un tumore al pancreas. Oggi nel giorno delle dimissioni ha scattato una foto insieme alla moglie Chiara Ferragni e al personale. “Grazie al Prof. Falconi e a tutto il suo incredibile staff Grazie a tutti gli infermieri e infermiere del reparto. E grazie a voi – ha aggiunto – per la grande umanita’ e il supporto che mi avete dato. L’amore e’ la medicina piu’ potente”.

“Si torna a casa, si torna a vivere” ha aggiunto Fedez, che ha postato alcune immagini ed un video del personale sanitario, ma anche uno scambio di messaggi con Mark Hoppus, musicista dei Blink-182 che ha annunciato di essere guarito dal cancro nei mesi scorsi. “Domani saro’ operato per rimuovere un piccolo tumore al pancreas. Questo e’ il mio portafortuna” gli aveva scritto Fedez postando la foto del suo braccio con accanto la copertina di Enema of the State, uno dei loro album piu’ famosi, con una sexy infermiera. “Buona fortuna! Spero che sia tutto semplice e vada tutto bene!!” gli ha risposto con “affetto”. Anche Chiara Ferragni ha voluto ringraziare via social il personale del San Raffaele. “Grazie a tutti i medici, infermieri e allo staff del San Raffaele per averci sempre fatto sentire sicuri e a casa, e per averci dato speranza” ha scritto.

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Cronache

Porto di Napoli, operaio travolto e ucciso da un mezzo meccanico

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Un lavoratore della Magazzini Generali Spa, Antonio Nazzaro, di 60 anni, e’ morto all’interno del porto commerciale cittadino, travolto da un mezzo meccanico. Il fatto e’ avvenuto questa mattina tra le 12 e le 12.30. A dare la notizia, in una nota, la segreteria Filt Cgil Napoli e Campania. “Siamo in attesa che gli organi preposti facciano chiarezza sulla dinamica. Certo e’ – ha dichiarato nella nota il segretario generale Filt Cgil Napoli e Campania, Angelo Lustro – che non si puo’ morire lavorando. L’ennesima tragedia che colpisce i lavoratori portuali del porto di Napoli, ma anche di Salerno e Castellammare di Stabia. Tragedie che non possono e non debbono accadere in un Paese civile come il nostro”.

“Occorre intervenire maggiormente con la prevenzione, il rispetto delle regole, con una maggiore formazione, adeguati strumenti tecnologici e soprattutto con una cultura della sicurezza che va messa al primo posto, per evitare che possano accadere sciagure come questa di oggi – ha aggiunto Lustro. La sicurezza nei luoghi di lavoro e’ un diritto fondamentale e irrinunciabile”. “Nello stringerci al dolore della famiglia del lavoratore – ha concluso la Filt Cgil Napoli e Campania -, riteniamo necessari ed urgenti atti ed interventi concreti da parte di tutti i soggetti che operano nel sistema portuale, perche’ il lavoro non puo’ e non deve significare morte”.

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A fuoco zaino, sette studenti intossicati a Napoli

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Lo scorso 4 ottobre, ma la notizia è stata comunicata solo oggi ai carabinieri della stazione Arenella, a Napoli, lo zaino di una studentessa 17enne è andato a fuoco a causa del malfunzionamento di un power bank che era al suo interno e che stava caricando un Ipad. I militari si sono recati nella scuola, un liceo scientifico, e hanno appurato che sempre quel giorno i fumi hanno causato una lieve intossicazione di 7 studenti e due di questi sono stati trasferiti in ospedale con l’evacuazione dell’aula mentre lo zaino venne lanciato dalla finestra. I ragazzi ora stanno tutti bene. Non furono chiamate forze dell’ordine ma oggi i carabinieri sono andati nella scuola e hanno sequestrato ciò che resta del power bank e lo zaino danneggiato.

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Cronache

Pompei, sequestrati dai carabinieri 45 chioschi e gazebo abusivi

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Nella mattinata di oggi a Pompei, i Carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento ha coinvolto 63 persone, tutte indiziate del reato di invasione, e riguarda 45 strutture abusive, tra chioschi e gazebo, che occupavano illegalmente diverse zone di Pompei, nelle vicinanze degli ingressi del Parco Archeologico, come piazza Esedra, piazza Anfiteatro e via Roma. Inoltre, un 46° chiosco abusivo è stato sequestrato d’iniziativa dai Carabinieri.

Indagine sull’occupazione abusiva del suolo pubblico

Il provvedimento cautelare è il risultato di un’indagine approfondita coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dai Carabinieri di Torre Annunziata. Le indagini, realizzate attraverso sopralluoghi tecnici e supportate da consulenze specializzate, hanno rilevato anomalie significative riguardo all’occupazione del suolo pubblico da parte degli esercizi commerciali. È stato accertato che i chioschi e i gazebo, pur utilizzati per attività di vendita, avevano assunto caratteristiche di strutture non amovibili, stabilmente ancorate al suolo, configurando quindi un’occupazione abusiva e permanente.

Violazioni urbanistiche e mancanza di titoli concessori

Le indagini hanno confermato l’assenza di regolarità urbanistica delle strutture, che erano state realizzate in violazione dei vincoli gravanti sulle aree di interesse archeologico. Inoltre, è emersa la totale assenza di titoli concessori necessari per l’occupazione legittima del suolo pubblico. Questa situazione di illiceità è stata mappata in modo dettagliato dai Carabinieri, che hanno individuato i responsabili delle strutture abusive. Nessuno degli indagati aveva mai ottenuto provvedimenti concessori o di sanatoria per l’occupazione del suolo pubblico, che si è protratta per anni.

Il sequestro e la chiusura delle strutture

Il sequestro preventivo si è reso necessario per far cessare il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico. Le operazioni di sequestro hanno portato alla chiusura di tutti i chioschi e gazebo interessati, con l’apposizione dei sigilli e di cartellonistica monitoria. L’obiettivo è ora procedere allo sgombero e alla rimozione delle strutture abusive.

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