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Facevano shopping a sbafo senza pagare, smascherati dalla polizia e arrestati. C’è pure la sorella di Genny a carogna

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Il sistema era ben collaudato. Uno entrava e poi usciva dal nel negozio dopo aver tolto il sistema antitaccheggio al capo d’abbigliamento da rubare. Il complice rientrava, prendeva il prodotto libero dal sistema di protezione e usciva col bottino. Così facevano shopping ma senza pagare. Fino a quando la polizia, grazie alle telecamere di sorveglianza non li ha impacchettati e spediti in carcere. Sono quattro gli arresti fatti a Napoli; tre sono donne, e una di loro si chiama Filomena De Tommaso, ha 43 anni, vive  a Forcella ed è la sorella di Gennaro, detto ‘Genny ‘a carogna”, l’ex capoultras, quello della finale di coppa Italia di Roma con al Fiorentina quando fu ferito gravemente (e poi morì) Ciro Esposito. Ad ammanettarla la signora De Tommaso sono stato gli agenti della polizia del commissariato Poggioreale.
Oltre a lei in carcere anche Pietro Perez 34enne, Antonella Raimo, 44 anni e Teresa Esposito, 48 anni, tutte di Forcella. Nel primo pomeriggio di ieri, i poliziotti, sono intervenuti presso uno store d’abbigliamento di via Nuova Poggioreale, angolo Corso Malta, dove le guardie giurate avevano segnalato i quattro intenti a trafugare merce per poi  nasconderla all’interno di una autovettura. Gli agenti hanno accertato che poco prima la banda aveva asportato 43 capi dal valore di 776 euro. Processati per direttissima Perez ha avuto l’obbligo di firma e una multa di 200 euro. Le donne sono state condannate a un anno di reclusione e portate agli arresti domiciliari.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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