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Cronache

Eredità Agnelli,la nuova indagine su redditi 700 milioni

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Un tesoretto di circa 700 milioni. Per la precisione, 734.190,717 euro. E’ questo il bersaglio della nuova folata offensiva della procura di Torino nella battaglia giudiziaria sull’eredità di Gianni Agnelli. I pubblici ministeri hanno allargato l’ambito degli accertamenti e hanno allungato l’elenco degli indagati, che ora comprende i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann oltre allo storico commercialista di famiglia, Gianluca Ferrero, e al notaio svizzero Urs Von Grueningen. I 700 milioni in questione, secondo gli inquirenti, erano riconducibili al patrimonio di Marella Caracciolo ma alla morte della donna, avvenuta nel febbraio del 2019, la relativa tassa di successione non sarebbe stata versata in Italia. In procura si parla di truffa ai danni dello Stato.

Un secondo aspetto è la dichiarazione dei redditi di Marella: secondo le stime dei pm, il ‘tesoro’ fruttava una rendita di 30 milioni all’anno su cui le imposte avrebbero dovuto essere pagate in Italia in quanto la residenza in Svizzera della donna era soltanto fittizia (tesi da sempre contestata dalla famiglia). L’ammontare della presunta evasione, comunque, non è stato quantificato. Questo sviluppo dell’indagine segue di pochi giorni la decisione con cui il tribunale del riesame, accogliendo il ricorso delle difese, ha ordinato il dissequestro del materiale preso in consegna dalla guardia di finanza con le perquisizioni dell’8 febbraio.

I pm, con una mossa a sorpresa, hanno trattenuto quasi tutto (compresi i telefonini, i server e gli altri device) firmando un decreto che quasi certamente sarà impugnato dagli avvocati. Una carta che i legali potranno giocare è quella del ‘ne bis in idem’ perché si tratta di documenti su cui i giudici, di fatto, si sono già pronunciati. Sostengono i pm che i 700 milioni sono emersi (in parte) nell’estate 2023 dopo un’ispezione anti riciclaggio della guardia di finanza. Nell’ottobre dello stesso anno John Elkann presentò una ‘dichiarazione aggiuntiva’ per gli anni d’imposta 2019-21. In ambienti difensivi si sottolinea che quei beni sono sempre stati alla luce del sole e regolarmente comunicati fin dal 2019. Ma gli inquirenti tirano dritto: nel decreto di rinnovo del sequestro si intravedono le tracce degli indizi che ritengono di avere raccolto. Per esempio c’è un riferimento a intercettazioni telefoniche (anche se non compaiono frammenti di conversazioni). E c’è un documento, redatto da un’impiegata, dal titolo ‘Una vita di spostamenti’, che sembra riferirsi alla residenza di Marella.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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