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Spettacoli

Emmy, a sorpresa ‘Hacks’ è la miglior commedia

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‘Hacks’ ha vinto a sorpresa come miglior serie comica alla 76ma edizione degli Emmy. Lo show Hbo/Max su una matura comedian che deve riconquistare pubblico e verve, ha strappato il premio più pesante tra le commedie per il piccolo schermo alla favorita The Bear, che si aspettava di bissare con la seconda stagione il trionfo della passata edizione. ‘Hacks’ vince anche per la scrittura (nella squadra anche la sceneggiatrice italiana Lucia Aniello) e per la protagonista, la 73enne Jean Smart. Nessun imprevisto, invece, all’apertura della busta per la migliore serie drammatica: ‘Shogun’ si è portata a casa la statuetta senza smentire i pronostici, arrivando a un montepremi da record di 18 Emmy in un’unica stagione, se si sommano i 14 ottenuti nelle categorie tecniche. Finora, deteneva il primato l’ultima stagione di ‘Games of Thrones’, che aveva guadagnato 12 Emmys. Lo show prodotto da Hulu-Disney+ e girato anche in giapponese è il primo in lingua non inglese a ottenere il riconoscimento più prestigioso degli ‘Oscar della televisione’. Solo il sudcoreano ‘Squid Game’ era arrivato in finale due anni fa, ma poi aveva vinto ‘Succession’.

L’epopea sugli intrighi del Giappone feudale ha vinto anche per la regia e per i migliori protagonisti con Hiroyuki Sanada, che interpreta l’imponente lord Yoshii Toranaga, e Anna Sawai, per il suo ruolo della finta placida Lady Mariko. La miniserie che è piaciuta di più alla Television Academy è stata la black comedy di Netflix ‘Baby Reindeer’, che conquista altri tre premi per la sceneggiatura e per il ruolo da protagonista a Richard Gadd, che ha raccontato la propria esperienza di vittima di stalking, e all’attrice secondaria Jessica Gunning, che veste i panni dell’ossessiva Martha. “Non pensavo che avrei rimesso insieme i cocci della mia vita dopo quello che mi è successo – ha detto il comedian accettando la statuetta, sul palco del Peacock con il kilt a ricordare le origini scozzesi -. Questa è per tutti quelli che attraversano periodi difficili: niente dura per sempre, alla fine la situazione migliora”. Anche ‘The Bear ha vinto quattro Emmy che, sommati a quelli vinti ai Creative Arts dello scorso fine settimana, diventano 11 vittorie quest’anno, rispetto alle 10 ottenute nella 75ma edizione del premio, che si è tenuta a gennaio, in ritardo rispetto alla consueta data di metà settembre, per via degli scioperi a Hollywood.

Anche se i Berzatto non sono più la commedia dell’anno, lo chef tormentato Carmy è ancora il miglior protagonista di una serie comica: un bis sul palco del Peacock per Jeremy Allen White, che ha dichiarato: “Questo show mi ha cambiato la vita e racconta che cambiare è sempre possibile. Basta crederci”. Vince per ‘The Bear’ anche Liza Colón-Zayas, 52 anni, alla prima nomination. La sua Tina, la cuoca latina che trova una seconda occasione proprio tra i fornelli e i piatti rotti del ristorante che dà il nome alla serie Fx, le ha fatto ottenere l’Emmy come miglior interprete non protagonista. Ebon Moss-Bachrach trionfa per la seconda volta di fila per il ruolo secondario del cugino Richie. Lo showrunner Chris Storer ha vinto per la regia, anche lui bissando la vittoria per la prima stagione. ‘Ripley’, la serie Netflix girata in Italia, ha portato a casa l’Emmy per la miglior regia di una serie limitata a Steven Zaillian, che era già stato nominato nel 2017 per ‘The Night Of’. “Fare ‘Ripley’ in Italia è già un premio, è stato un sogno. Condivido questo premio con le centinaia di persone che hanno lavorato con me, gli attori, la troupe e le maestranze”. Secondo il produttore romani Enzo Sisti, era italiano il 97% della crew che ha creato le otto puntate sull’enigmatico artista della truffa interpretato da Andrew Scott.

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Cinema

Sophia Loren e i suoi primi 90 anni

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Per tutti gli amanti del cinema, per l’immagine del Ventesimo secolo, per chi come Sophia Loren e’ stata divina nella vita e resta l’incontrastata star del cinema italiano, ma anche una delle stelle piu’ brillanti del firmamento di Hollywood, il giorno del suo compleanno, il 20 settembre, resta una “giornata particolare”. Loren festeggerà a Roma i suoi primi 90 anni venerdì. Per l’occasione il Ministero della cultura, insieme a Cinecittà, ha previsto una serata speciale, interamente a lei dedicata in uno dei templi della cinefilia italiana, a Roma. Una serata strettamente privata con ospiti e contributi da tutto il mondo per farle gli auguri. Insieme alla sua famiglia la diva ha confermato la sua presenza e riceverà uno speciale riconoscimento da parte del sottosegretario Lucia Borgonzoni accompagnata dalla presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia.

Sarà in verità solo la prima tappa di un articolato omaggio in programma oltre oceano da parte di Cinecittà che annuncia una sua retrospettiva al Lincoln Center di New York e poi, a novembre, al museo dell’Academy a Los Angeles. La vita di Sophia Loren e’ ormai leggenda, dall’infanzia stentata a Pozzuoli sotto la guida della ferrea mamma Romilda Villani che la vede come il riscatto delle occasioni perdute (doveva andare a Hollywood ma rimase incinta), ai primi passi sui rotocalchi e nei fotoromanzi fino al Premio Miss Eleganza creato per lei al concorso di Miss Italia nel 1950. Strano a dirsi per un’attrice che meglio di chiunque altro ha incarnato la “napoletanita’” come essenza della vita e cultura di strada dai valori universali, Sofia Villani Scicolone, è nata a Roma il 20 settembre 1934, figlia del marchese siciliano Riccardo Scicolone Murillo, che riconobbe la bimba ma non sposo’ mai Romilda.

La sua carriera nel cinema ha tappe tanto precise quanto note: dapprima una quindicina di piccoli ruoli a fianco dei mostri sacri dell’epoca (memorabile la sua apparizione senza veli in “Due notti con Cleopatra” con Alberto Sordi); poi il concorso di bellezza che la fa notare al produttore Carlo Ponti e il contratto di esclusiva che per lui firma nel 1951: sette anni per diventare una diva internazionale prima col nome di Sofia Lazzaro e poi come Sophia Loren. Il primo film che fara’ storia e’ “Carosello napoletano” di Ettore Giannini poi a fianco di Toto’ in “Tempi nostri” (Alessandro Blasetti), per approdare all’incontro con il suo partner irripetibile, Marcello Mastroianni in “Peccato che sia una canaglia” ancora di Blasetti e infine con il suo vero pigmalione, Vittorio De Sica, in “L’oro di Napoli” tutti nel 1954.

Per la Loren quello restera’ l’anno memorabile e da li’ parte tutto: il suo personaggio, la sua icona, la sua anima d’attrice. Dopo essere diventata una diva italiana, una “maggiorata” degna di rivaleggiare con Gina Lollobrigida di cui prende il posto nel terzo episodio della trilogia “Pane amore e…” (Dino Risi, 1956) arriva per lei il successo internazionale grazie alla celebre copertina di “Life” che la incorona come emblema della bellezza mediterranea. Carlo Ponti (che nel frattempo convive con lei dando scandalo perche’ non puo’ divorziare dalla prima moglie secondo la legge italiana) la accompagna nell’avventura a Hollywood dove trovera’ partner come Cary Grant (amico fedele e assiduo quanto sfortunato corteggiatore), Frank Sinatra, John Wayne, William Holden, Tony Perkins e perfino Marlon Brando. Nonostante una lunga e fortunata stagione americana in cui si confronta da pari a pari con le dive piu’ popolari come Marilyn Monroe, Liz Taylor, Ingrid Bergman, e’ tornando a casa che ottiene la consacrazione mondiale.

Ed e’ di nuovo grazie ai due soli uomini che nella vita ha tenuto nel cuore oltre al marito: Vittorio De Sica che le fa vincere l’Oscar per “La ciociara” (1962) e Marcello Mastroianni con cui farà coppia fissa in ben 15 film. I tre si ritrovarono tutti insieme sul set di “Ieri, oggi, domani” del ’63 e portarono il film fino all’Oscar per il miglior film straniero e poi in “Matrimonio all’italiana” dell’anno successivo. La lista dei suoi film indimenticabili e’ lunghissima, ma un capitolo a parte meriterebbe “Una giornata particolare” del 1977 quando Ettore Scola la rimette a fianco di Mastroianni per quello che resta forse il piu’ bel film sul fascismo nella storia del cinema italiano. Altrettanto lunga e’ la lista dei premi conquistati in circa 60 anni di attivita’: dall’Oscar alla carriera del 1991 ai 10 David di Donatello, dalla Coppa Volpi del 1958 (“Orchidea nera” di Martin Ritt) alla Legion d’onore del ’91, dall’Orso d’oro del ’94 al Leone d’oro alla carriera del ’98. Ma i riconoscimenti sono talmente tanti che nel 2009 e’ entrata nel Guinness dei primati come l’attrice italiana piu’ premiata di sempre ed è stata coronata nel 2021 dall’ovazione ai David, premiata per il suo ultimo film “La vita davanti a sè” (diretto dal figlio Edoardo e vincitore all’Oscar per la migliore canzone, di Laura Pausini).

Nello stesso anno riceve anche il Nastro di platino dei giornalisti di cinema. Se la sua vita privata e’ sempre stata improntata alla massima riservatezza (moglie esemplare, madre felice di Carlo Jr. e Edoardo, nonna di quattro nipotini), quella pubblica e’ stata burrascosa: dall’ingenuo flirt giovanile con Achille Togliani all’accusa di concubinato per la sua storia d’amore con Ponti fino al cambio forzato di cittadinanza (divenne francese per poter sposare l’uomo della sua vita) e alle accuse di evasione fiscale in cui difese a spada tratta il marito seguendolo nell’esilio americano. Né le è mancato un arresto per frode finanziaria che le costo’ 17 giorni di prigione a Caserta salvo poi essere interamente scagionata nel successivo giudizio penale.

L’abbiamo amata in 97 film e oltre 120 volte è apparsa nel ruolo di se stessa, compreso il cortometraggio “Cosa farebbe Sophia Loren” di Ross Kauffman proposto da Netflix nella primavera del 2021 e il bel documentario di Marco Spagnoli del 2022. Oggi salutiamo in lei una donna e una diva che non è possibile separare, tanto ha dedicato al cinema tutta se stessa, portando sullo schermo la sua indole, la sua fierezza, la sua umanità.

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Spettacoli

Sabrina Salerno: operata per un nodulo al seno

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L’annuncio è arrivato stamani all’improvviso attraverso quei canali social che la tengono legata ai suoi fans, con immagini provocanti e allegre. Sabrina Salerno, la showgirl nota dagli anni ’80 con canzoni come ‘Boys’ o ‘Siamo donne’, si è mostrata struccata, in pigiama, una flebo al braccio da una stanza di ospedale. “Tra poche ore – scrive – entrerò in sala operatoria per un intervento al seno a causa di un nodulo maligno”. La foto è stata scattata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, che dista pochi chilometri da Preganziol, dove Sabrina vive e ha il suo quartier generale.

“Come ogni anno – prosegue – a luglio ho fatto la mammografia. Sono stati mesi accompagnati da tanta paura, ansia, malinconia ma soprattutto tanta speranza e voglia di reagire”. Conclude quindi con un invito e un monito: “La prevenzione e la diagnosi precoce può salvarci la vita”. Solo quattro giorni era stata postata una fotografia di ben altro tenore, con la cantante in tuta in palestra; la didascalia “Questo settembre sarà per me un mese importantissimo! Sono pronta” alla luce della notizia di oggi assume un significato diverso, finora tenuto nascosto.

Come già successo in altre circostanze, i vari canali social sono stati ben presto invasi da messaggi di sostegno, speranza e in bocca al lupo, da parte di semplici fan o da colleghi e colleghe più famosi: tra i primi a solidarizzare con Sabrina sono state Mietta, Alessia Marcuzzi, Natasha Stefanenko, e anche altri personaggi che hanno rivelato di essere malati di tumore come Carolina Marconi e la giudice di “Ballando con le stelle” Carolyn Smith. Poi il coreografo Luca Tomassini, e la colleghe Antonella Clerici, Simona Ventura e Caterina Balivo.

Nata a Genova nel 1968, “regina” sexy della “Italo disco” tra gli ’80 e ’90, Sabrina Salerno non è stata una meteora ma ha coltivato la sua immagine negli anni, fino a oggi. Nel 1994 si è fidanzata con l’imprenditore tessile Enrico Monti, con il quale si è sposata nel 2006; nel 2004 ha dato alla luce il suo primogenito Luca Maria. “Lavoro da quando avevo 17 anni – ha raccontato -, ho spesso avuto a che fare con persone che pensavano che la mia carriera sarebbe finita. E invece me ne frego dei giudizi, continuo a usare il mio corpo, la bellezza, la salute, la forza, vado avanti per la mia strada, dico quello che penso, non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno. Mi è capitato di subire prevaricazioni, ho sempre denunciato, affrontando anche cause di 15 anni. Mi sono sempre battuta per non subire”. Lo stesso carattere con il quale sta affrontando la malattia.

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Musica

Il megashow Rock in Rio celebra i suoi 40 anni con Mariah Carey

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Il festival Rock in Rio, il più grande di musica rock del Brasile, celebra quest’anno i 40 anni dalla sua nascita, nel 1985, anno della fine dell’ultima dittatura militare. Tra le star internazionali più attese Ed Sheeran (il 19 settembre), Cyndi Lauper, che si esibirà il giorno dopo dando il cambio alla pop star verde-oro Ivete Sangalo e Mariah Carey, che salirà sul palco domenica 22 settembre, subito dopo il mitico cantante brasiliano Ney Matogrosso e prima di Shawn Mendes. A Rio de Janeiro, quella iniziata venerdì scorso e che si concluderà il 22 di settembre, è però solo la decima edizione perché le altre trenta si sono celebrate nella penisola iberica, in Portogallo col nome di “Rock in Rio Lisboa” e in Spagna come “Rock in Rio Madrid”. Il mega-evento si svolge nella City of Rock, una struttura di 385.000 metri quadrati situata nel Parco Olimpico di Rio de Janeiro, con sette palchi. Si attendono almeno 700 mila spettatori per i prossimi giorni.

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