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Emergenza sanitaria e bomba sociale: scendono in campo Caritas, Sant’Egidio, Banco Alimentare e altri volontari

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L’emergenza sanitaria comincia a diventare una ‘bomba’ sociale per quel pezzo d’Italia che gia’ faticava ad arrivare a fine mese. Con il venire meno dei piccoli lavori, spesso in nero, e delle mense scolastiche che comunque assicuravano almeno ai bambini un pasto al giorno, le famiglie bussano ancora di piu’ alle porte degli enti caritativi. Ora per i volontari, da sempre accanto agli ultimi, si aggiunge la missione speciale di portare quei pacchi alimentari e buoni spesa che per molti, in questi giorni piu’ difficili, saranno l’unico mezzo di sostentamento. Il governo, come annunciato dal premier Giuseppe Conte, mette sul piatto 400 milioni di euro ai comuni per distribuire generi alimentari. I sindaci, in prima linea per sostenere i piu’ fragili, si appoggeranno alla fitta rete di volontariato che e’ al spina dorsale dell’Italia solidale. “Sono giorni molto difficili, rendiamo immediatamente disponibili risorse per i Comuni perche’ nessuno deve essere lasciato da solo”, ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. E sara’ l’esercito degli oltre 5 milioni di volontari a portare fisicamente da mangiare nelle case degli italiani che sono piu’ in difficolta’, in una stretta alleanza con i Comuni. “Arrivano centinaia di richieste da famiglie in difficolta’ economiche e sociali, questo provvedimento e’ una risposta veloce a chi ne ha bisogno. Faremo la nostra parte”, assicura il presidente Anci Antonio Decaro. Si rafforzera’ dunque quella rete tra enti locali e no profit che gia’ e’ il sostegno sul territorio per tanti indigenti. In campo ci sono Caritas, Sant’Egidio, Banco Alimentare, ma anche tante grandi e piccole associazioni laiche e i volontari della Protezione Civile. In particolare il Banco Alimentare, la onlus che recupera il cibo per ridistribuirlo a chi ne ha bisogno, in queste ultime settimane e’ stato sommerso da mail e telefonate per le situazioni piu’ disperate. Il Banco stima che le richieste in questi giorni sono aumentate mediamente del 20%, con punte anche del 40% in alcune Regioni come la Campania. Il problema ‘fame’, una parola che da tempo sembrava fuori dal vocabolario del nostro Paese, e’ stato anche evidenziato oggi dal Papa. Cominciano gia’ a farsi sentire “alcune conseguenze della pandemia, una di queste e’ la fame”, ha sottolineato nella messa mattutina a Santa Marta. Dal governo italiano anche la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova aveva chiesto di “provvedere subito a un coordinamento per l’assistenza alimentare agli indigenti”. L’assalto al supermercato di Palermo e’ stata la punta dell’iceberg di questa nuova emergenza nell’emergenza. “Ci arrivano nuove domande di aiuto, per esempio anche dai sindaci, soprattutto dai Comuni del Sud. Ci aspettiamo una esplosione del bisogno”, sottolinea il presidente della Fondazione Banco Alimentare Giovanni Bruno. Il Banco gia’ normalmente assiste attraverso 21 banchi regionali e circa 7500 strutture oltre un milione e mezzo di poveri ogni giorno. Le richieste di cibo stanno aumentando in tutta Italia da chi e’ gia’ assistito ma aumentano anche le nuove richieste. Per questo il Banco si appellera’ anche alle aziende alimentari per donazioni straordinarie di prodotti alimentari. Nel cuore dell’emergenza coronavirus, in Lombardia, Caritas ambrosiana e’ in piena attivita’ e registra un incremento del 30% dei generi alimentari richiesti e del 25% delle persone che domandano di poter fare la spesa gratuitamente. In fila ci sono anche persone “che non l’avevano mai fatto” racconta il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. La crisi e il bisogno sono entrati anche dentro i conventi: ci sono “ordini religiosi o monasteri che – racconta ancora il direttore di Caritas Ambrosiana ai media vaticani – sono rimasti privi della vendita dei prodotti che producevano e si sono trovati a chiedere aiuto alla Caritas per superare queste settimane”.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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