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Economia

Emanuele Orsini: necessario un piano di sostegno alle imprese italiane

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Il leader di Confindustria, Emanuele Orsini (nella foto Imagoeconomica in evidenza), lancia un appello al Governo dal palco del convegno dei Giovani Imprenditori a Capri, chiedendo un intervento strutturale per sostenere le imprese italiane attraverso la prossima manovra di bilancio.

La richiesta di una politica industriale strutturale

Orsini ha rivolto un appello al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolineando l’importanza di una politica industriale strutturale per il Paese. La proposta principale di Confindustria include una Ires premiale per chi investe, incentivando le imprese a rimanere sul territorio italiano e a sviluppare nuovi progetti industriali.

L’estensione del piano Transizione 5.0

Una delle proposte più innovative riguarda l’estensione delle risorse del piano Transizione 5.0 agli investimenti avviati nel 2023 nell’ambito del precedente piano Industria 4.0, ma non ancora completati. Orsini ha chiesto al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di modificare le regole del piano per consentire alle aziende di beneficiare delle nuove agevolazioni, accelerando così la modernizzazione industriale.

Le sfide per la filiera dell’automotive

Orsini ha inoltre affrontato il tema della crisi della filiera dell’automotive, criticando la richiesta di incentivi da parte di Stellantis e ribadendo la necessità di piani industriali seri per le imprese del settore. “È fondamentale che le imprese che operano in Italia continuino a costruire qui i loro prodotti, senza fare affidamento esclusivo sugli incentivi statali”.

L’emergenza energetica e il nucleare

Un altro punto cruciale sollevato da Orsini è la questione del gap energetico tra le imprese italiane e quelle europee. Il leader di Confindustria ha ribadito la necessità di accelerare verso il nucleare di nuova generazione, affermando che “bisogna correre senza se e senza ma” per risolvere il problema dei costi energetici e garantire la competitività delle aziende italiane.

Un piano casa per i lavoratori

Tra le priorità delineate da Orsini c’è anche il piano casa per i lavoratori, che il ministro Urso ha rassicurato sarà presente nella manovra. Il piano prevede un fringe benefit per gli affitti e la costruzione di nuove abitazioni, un passo importante per migliorare l’attrattività delle imprese italiane.

Conclusioni: la necessità di investimenti per il futuro

Concludendo il suo intervento, Orsini ha evidenziato l’importanza di destinare risorse significative per stimolare gli investimenti nelle imprese italiane, riducendo le misure fiscali meno efficaci e concentrando gli sforzi su politiche industriali in grado di garantire una crescita sostenibile.

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Economia

Abi, frenata del Pil pesa sulla domanda dei prestiti

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I tassi calano, viste le mosse compiute e in procinto di arrivare della Bce, ma il rallentamento del Pil continua a frenare la domanda di prestiti alle banche con solo qualche segnale di ripresa che viene dalle famiglie, dove i tassi sui mutui sono in calo. Il rapporto mensile dell’Abi descrive una situazione che collima con quella descritta dalla Banca d’Italia nel bollettino economico di venerdì: il quadro economico non brillante sia a livello italiano sia in Europa, dove diversi paesi mostrano risultati anche peggiori (in primis la Germania), deprime le richieste delle imprese, specie gli investimenti. Un elemento questo che non lascia ben sperare nemmeno per i prossimi mesi, visto l’effetto più diluito nel tempo dei finanziamenti a medio lungo termine e di magnitudo maggiore.

Come recita il rapporto dell’associazione bancaria “il calo dei volumi di credito è conseguente al rallentamento della crescita economica che contribuisce a deprimere la domanda di prestiti”. A settembre 2024, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,2% rispetto a un anno prima, in rallentamento rispetto al calo registrato ad agosto 2024 (-2,0%) quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 3,5% e quelli alle famiglie dello 0,6%. E il vice dg Gianfranco Torriero nel corso della conference call sul rapporto rileva che “i dati Banca d’Italia ci mostrano un aumento dei depositi delle imprese ad agosto di 26 miliardi rispetto allo stesso mese del 2023”.

Una crescita che indica “una maggiore robustezza delle aziende” e una forte liquidità a disposizione. Un elemento che emerge, ha ricordato, anche dalle indagini della banca centrale secondo cui nei prossimi mesi le aziende non prevedono necessità liquide e investimenti. Uno scenario che pesa quindi sulla domanda di prestiti che rimane negativa, anche in prospettiva, sebbene le condizioni migliorate sui tassi abbiano attenuato il calo. Le mosse della Bce, che la settima prossima taglierà oramai quasi sicuramente i tassi e si appresta a imboccare con decisione la strada delle riduzioni nei prossimi mesi, hanno fatto già muovere il mercato.

Gli indici Euribor ed Irs si sono mossi per tempo e ora viaggiano al 3,2 e al 2,4% rispettivamente con cali fra 76 e 110 punti base rispetto ai massimi del 2023. Anche per questo il tasso medio sui nuovi mutui rilevato dall’Abi a settembre è sceso da 3,59 al 3,33%, e in calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023. Scende sotto la soglia del 5% quello invece alle imprese, pari al 4,96% rispetto al 5,13% di agosto 2024 e al 5,45% di dicembre. Livelli comunque ancora elevati e che, associati a regole sul merito del credito strette, portano le banche e le associazioni d’impresa a chiedere il rafforzamento del Fondo di garanzia gestito da Mcc per sostenere alcuni dei settori d’impresa.

Per Torriero comunque si tratta di “una parte dei prestiti totali”, “non tutto viaggia sulle garanzie” e molti di quelli erogati durante il Covid si stanno ripagando. Per questo è in corso un lavoro comune con il Mimit e il Mef allo scopo di proseguire e rilanciare lo strumento in scadenza a fine anno. Come ha spiegato l’ad di Invitalia Bernardo Mattarella “Gli incentivi che noi gestiamo, quasi la totalità degli incentivi alle imprese, sono rivolti a quelle che devono ancora nascere, quindi startup, alle imprese che vogliono consolidarsi, fino alle grandi imprese che vogliono fare investimenti strategici. Solo nel 2023 abbiamo sostenuto 64.000 imprese, senza contare quelle assistite dal Fondo di Garanzia di Mediocredito Centrale che Invitalia controlla. Sono 4.200 le nuove imprese, per la maggior parte nel Mezzogiorno e quasi la metà sono imprese femminili”.

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Economia

La settimana decisiva per la BCE: i mercati in attesa delle decisioni

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La prossima settimana, i mercati globali saranno focalizzati sull’attesissima riunione della Banca Centrale Europea (BCE). Con un taglio dei tassi di interesse ormai quasi certo, tutte le attenzioni sono rivolte ai possibili sviluppi futuri. L’andamento delle trimestrali aziendali e gli aggiornamenti economici internazionali completeranno il quadro di una settimana decisiva per l’economia mondiale.

Attesa per il taglio dei tassi della BCE

Giovedì sarà il giorno cruciale: la BCE terrà la sua riunione di politica monetaria e, secondo le previsioni degli analisti, ci sarà un taglio di 25 punti base. Questa decisione è ormai scontata per i mercati, ma l’attenzione è già rivolta al 2025, quando si prevede una serie di tagli che potrebbero influenzare l’economia europea. A confermare questo scenario sono gli analisti di Mps, che sottolineano come i tagli del 2025 catturino l’attenzione degli investitori.

L’Italia sotto osservazione: i rating di S&P e Fitch

Oltre alla BCE, venerdì sarà una giornata importante anche per l’Italia. Le agenzie di rating S&P e Fitch si pronunceranno sullo stato economico del Paese, anche se non si attendono cambiamenti significativi nei livelli di rating. Le decisioni delle agenzie di rating avranno comunque un impatto sul sentiment degli investitori, specialmente in un contesto economico delicato come quello attuale.

Calendario macroeconomico: inflazione, produzione industriale e PIL cinese

Nel panorama internazionale, i dati macroeconomici della settimana saranno relativamente pochi ma cruciali. Martedì, l’attenzione si concentrerà sulla produzione industriale dell’Eurozona, attesa in crescita dopo la flessione di luglio, e sull’indice Zew per la Germania, che potrebbe mostrare un recupero delle aspettative economiche a 6 mesi. L’inflazione nel Regno Unito (mercoledì) e in Giappone (venerdì) saranno monitorate con attenzione, poiché influenzeranno le prossime mosse delle rispettive banche centrali.

In Cina, si attendono i dati sul PIL del terzo trimestre, le vendite al dettaglio e la produzione industriale di venerdì, che forniranno una visione più chiara dello stato di salute dell’economia cinese, in attesa di un piano di stimoli governativi.

Le trimestrali delle big statunitensi e l’impatto sulle borse

Sul fronte delle trimestrali, gli Stati Uniti vedranno i risultati di giganti del settore bancario come Bank of America e Goldman Sachs (15 ottobre), seguiti da Morgan Stanley (16 ottobre). Anche società come Johnson & Johnson, Netflix e Taiwan Semiconductor presenteranno i loro risultati, mentre in Europa l’attenzione sarà sui conti di Asml, attesi per il 16 ottobre.

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Economia

Gli investitori retail scelgono i titoli della Old Economy in Europa

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Gli investitori retail stanno sempre più puntando su azioni di società del Vecchio continente, alla ricerca di opportunità nei settori tradizionali della “Old economy”. Questo è quanto emerge da una recente ricerca condotta da eToro, piattaforma di investimento che ha analizzato i titoli più popolari tra i suoi utenti. L’indagine mostra un particolare interesse degli italiani per società locali, confermando un approccio campanilistico negli investimenti.

La crescita dell’interesse per i titoli europei

Nella classifica dei titoli che hanno guadagnato maggiore popolarità tra il secondo e terzo trimestre del 2024, emergono grandi nomi europei appartenenti a settori chiave come energia, difesa, servizi pubblici e finanza. Il colosso energetico italiano Eni si colloca per la prima volta in vetta, con un aumento dell’80% nelle posizioni aperte, seguito dal gigante francese TotalEnergies (+48%). Altri importanti titoli che hanno attirato l’attenzione degli investitori includono Leonardo (+47%), leader italiano dell’aerospazio e della difesa, e due grandi gruppi bancari come Banco Santander (+38%) e Bnp Paribas (+37%).

Il campanilismo negli investimenti italiani

Una particolarità evidenziata dall’indagine di eToro riguarda la preferenza degli italiani per società locali. Gli investitori tendono a scegliere aziende con una forte presenza sul territorio. A Milano, per esempio, titoli come Moncler e A2A sono molto popolari, mentre nelle città come Torino e Genova spicca l’interesse per Iren. Questo comportamento sottolinea non solo un forte senso di appartenenza geografica, ma anche una connessione economico-finanziaria radicata.

La reazione degli investitori al contesto macroeconomico

Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro, l’attenzione degli investitori si è spostata dai titoli tecnologici americani verso controparti europee più economiche e sensibili ai tassi d’interesse. Dopo il taglio dei tassi da parte della Bce a giugno e le deludenti relazioni sugli utili di alcune società tecnologiche statunitensi, gli investitori hanno rivolto lo sguardo ai titoli della Old economy europea.

Un legame profondo tra territorio e investimenti

L’analisi di eToro mostra come gli investitori italiani non scelgano solo in base alla performance economica, ma anche in relazione alla loro appartenenza territoriale. A Torino, l’interesse per la Juventus è elevato, mentre a Modena l’attenzione è rivolta a Ferrari. A Trieste, invece, Banca Generali domina i portafogli dei risparmiatori locali.

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