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Corona Virus

Ema: variante Delta contagiosa ma non letale 2 dosi di vaccino

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A breve la variante Delta del virus SarsCoV2, molto più contagiosa delle altre e per questo ‘sorvegliata speciale’ sorpassera’ la mutazione Alfa e diventera’ prevalente in Europa, ed anche in Italia. La previsione del Centro europeo per il controllo delle malattie Ecdc fa scattare l’allerta ed il ministro della Salute, Roberto Speranza, assicura che verranno potenziati il tracciamento e sequenziamento dei casi proprio per poter controllare la diffusione delle varianti, mentre l’Agenzia europea dei medicinali Ema avverte che in questa situazione diventa “vitale” effettuare il ciclo completo di immunizzazione con due dosi. Ma il sorpasso, secondo il Ceinge darebbe gia’ avvenuto con la delta al 42% contro il 41% della variante Alfa. La preoccupazione per il diffondersi della Delta e’ accresciuta proprio dai numeri giornalieri, che indicano un trend nuovamente in risalita dei casi. Il bollettino del ministero della Salute indica 2.153 positivi nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 1.534), mai cosi’ tanti dal 6 giugno scorso e sono piu’ che raddoppiati in una settimana rispetto ai 1.010 di mercoledi’ scorso. Le vittime in un giorno sono invece 23 (di queste, 9 si riferiscono ad un aggiornamento della Regione Sicilia). Anche il tasso di positivita’ e’ in risalita, all’1,02% rispetto allo 0,8% di ieri e gli attualmente positivi – che ieri per la prima volta da mesi erano tornati a crescere – sono 41.700, in aumento di ben 1.051 unita’ nelle ultime 24 ore. Al momento, non vi sono pero’ segnali di una maggiore pressione sugli ospedali: sono 151 i pazienti in terapia intensiva per Covid, 6 in meno di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 1.108, quindi 20 in meno rispetto a ieri. “Non vi e’ alcun dubbio che la Delta – ha spiegato Speranza intervenendo al question time alla Camera – sta producendo in tutta Europa, ma non solo, un significativo aumento dei casi che richiede la massima attenzione. L’Ecdc prevede che molto presto questa variante diventi prevalente in tutta Europa e tutti gli elementi fanno pensare che la stessa valutazione sara’ valida anche per l’Italia”. Da qui la necessita’ di rafforzare la capacita’ di sequenziamento dei casi: “ci sono – ha precisato – 112 laboratori sotto la regia dell’Istituto superiore di sanita’ che lavorano per sequenziare. Il dato definitivo per il mese di giugno e’ al momento quello del 6% dei casi che vengono sequenziati ma dobbiamo aumentare questo numero”. Che la variante Delta sia sempre piu’ presente lo confermano anche le analisi del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate, secondo cui la Delta ha gia’ superato l’Alfa nella diffusione in Italia ed e’ attualmente presente nel 42% delle sequenze pubblicate nella banca dati internazionale Gisaid, contro il 41% della variante Alfa. Anche se l’analisi “si basa solo sulle sequenze pubblicate in Gisaid, che inevitabilmente – rilevano i ricercatori – non possono rappresentare l’esatta diffusione del virus sul territorio”. Secondo i dati Ceinge, la Delta in 2 mesi in Italia e’ aumentata 12 volte ed e’ la prima delle 9 varianti in circolazione. Contro la Delta, ribadisce Speranza, l’arma piu’ potente resta dunque la vaccinazione. Sulla stessa linea l’Ema e l’Ecdc, che avvertono come completare la vaccinazione sia “vitale” per avere la massima protezione. “L’adesione al ciclo di vaccinazione raccomandato – affermano – e’ fondamentale per beneficiare del piu’ alto livello di protezione contro il virus” e le sue varianti. I due enti sono anche intervenuti rispetto alla vaccinazione eterologa – ovvero l’utilizzo di un vaccino diverso per la seconda dose – affermando che “ci sono buone basi scientifiche per aspettarsi che sia sicura ed efficace quando applicata contro Covid-19”, anche se “non siamo nelle condizioni – precisano – di fare una raccomandazione definitiva sull’utilizzo di diversi vaccini per le due dosi”. L’andamento pandemico nel nostro Paese impone comunque cautela, commenta Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute: “Non possiamo rilassarci adesso per poi aumentare la guardia ad ottobre ma dobbiamo continuare a rispettare le misure. Allentare le misure di sicurezza in questo momento – afferma – e’ assolutamente imprudente”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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