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Effetto Covid su farmaci, boom di acquisti di clorochina e vitamine

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Un boom del consumo di idrossiclorochina. Piu’ vitamina C e vitamina D, brusco calo per la pillola dell’amore. Il previsto aumento di ansiolitici e un “incremento numericamente importante” per i farmaci delle terapie intensive: ossigeno, anestetici generali e sedativi. L’effetto Covid si e’ fatto sentire pesantemente sul consumo di farmaci in Italia, allo stesso tempo il consumo di medicinali. A descriverlo nel dettaglio e’ il Rapporto OsMed sull’uso dei farmaci durante l’epidemia Covid-19, presentato oggi dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). “La mancata disponibilita’ di terapie di provata efficacia – si legge – combinata al dilagare di una malattia grave e sconosciuta, ha comportato la proliferazione di una serie di protocolli di trattamento spesso basati su evidenze decisamente insufficienti”. Un fenomeno che Aifa ha cercato di governare, emanando raccomandazioni sul loro utilizzo. Ciononostante, il confronto tra i mesi dell’EMERGENZA con i due mesi precedenti, mostra un una variazione del 4.662% del consumo di confezioni idrossiclorochina per 10.000 abitanti al giorno a livello nazionale rispetto ai mesi pre-Covid. Su questo antimalarico autorizzato per la terapia dell’artrite reumatoide sono state riposte inizialmente molte speranze, anche supportate dai numerosi endorcement di Donald Trump, non sostenute pero’ risultati positivi nelle sperimentazioni. Inoltre, l’aumento dei consumi di idrossiclorochina si nota anche in farmacia, dove ad acquistarla, di tasca propria, sono state i cittadini: a marzo c’e’ stato un incremento di oltre il doppio delle confezioni ordinate. Dai dati si nota anche un incremento, pur con forti variazioni regionali, dell’uso di antivirali approvati per l’Hiv e antibiotici come l’azitromicina, usata per contrastare le sovrainfezioni batteriche in pazienti Covid. Concentrato a inizio pandemia e’ stato anche l’incremento di tocilizumab, un anticorpo monoclonale utilizzato per ridurre la risposta autoimmune nei pazienti gravi ma su i risultati dei trial, appena arrivati, non evidenziano la capacita’ di ridurre in modo significativa la mortalita’. “Soprattutto nell’emergenza – osserva il direttore Aifa Nicola Magrini – ci siamo resi conto che solo gli studi randomizzati rappresentano uno standard solido in grado di guidare la pratica clinica”. A pesare, rispetto ai consumi di farmaci ospedalieri, osserva, sono state anche “le elevate e eccessive aspettative generate dai media”. Le stesse che hanno portato a un picco di richieste di vitamina C, a marzo, complice un susseguirsi di notizie che attribuivano ad alte dosi di acido ascorbico proprieta’ curative e preventive contro il Sars-Cov-2. Allo stesso fenomeno e’ da attribuirsi il picco di scorte in farmacia degli integratori di vitamina D, descritti nei media come utili per ridurre i rischi di infezioni acute delle vie respiratorie. Gli ansiolitici dispensati direttamente con ricetta sono tra i prodotti per i quali le farmacie si sono approvvigionate maggiormente, e lo hanno fatto soprattutto nel mese di marzo, in corrispondenza del lockdown. Nello stesso periodo e’ stata invece marcata la riduzione degli acquisti di farmaci per la disfunzione erettile, segno di “una modifica nei comportamenti abituali” durante la quarantena. Infine si nota il calo dell’utilizzo di Fans, antinfiammatori non steroidei, dopo l’allarme per un possibile effetto negativo sui pazienti positivi al coronavirus lanciato a inizio pandemia. “Le differenze dei consumi pre e durante il Covid sono marcate”, osserva Magrini. Tuttavia, le terapie per i malati cronici, come antidiabetici, anticoagulanti e oncologici, “sono state sostanzialmente stabili, dato molto positivo, perche’ mostra che il sistema ha saputo di reagire in maniera continuativa a favore dei pazienti piu’ fragili”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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