Collegati con noi

Economia

Ecco la manovra: tasse, bonus, ammortizzatori, bollette, imprese, famiglia, tamponi, Rdc

Pubblicato

del

Dal taglio delle tasse sul lavoro, che fara’ arrivare piu’ soldi nelle tasche degli italiani, agli interventi per arginare il caro-bollette. Dalle misure per scongiurare il ritorno alla legge Fornero sulle pensioni, alle riconferme dei bonus per ristrutturare casa. La manovra 2022 non ha ancora una forma definitiva ma la sostanza c’e’ anche se, per vederne tutti i dettagli, bisognera’ aspettare il suo varo in Consiglio dei ministri tra qualche giorno. Per ora il Cdm ha messo a punto il Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles, che contiene l’ossatura della prossima legge di bilancio da 23 miliardi. Di seguito gli elementi principali.

TASSE. L’intervento per ridurre il cuneo fiscale e’ quello che raccoglie un consenso trasversale, e su cui praticamente tutti i partiti spingono. Per questo gli otto miliardi che il ministro Daniele Franco avrebbe messo sul tavolo sono considerati pochi, soprattutto da Forza Italia e Italia Viva che ne vorrebbero almeno dieci. L’obiettivo sara’ comunque quello di favorire il ceto medio, soprattutto chi rientra nel terzo scaglione Irpef.

BONUS. Superbonus, ecobonus al 65% e sconti al 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici green verranno rinnovati. Il Superbonus pero’, misura molto richiesta, dovrebbe valere soltanto per i condomini. Sparisce – per ora – il bonus per il rifacimento delle facciate. Sara’ il lavoro sulla manovra a definire tutti i dettagli. Rifinanziati invece i bonus Tv e decoder: fino a 100 euro per rottamare la vecchia tv, senza limiti Isee, e 30 euro per i decoder ma per chi ha un Isee sotto i 20mila.

BOLLETTE. L’intervento e’ piu’ urgente che mai, visto che i prezzi dell’energia non scenderanno per il momento, anzi, le oscillazioni potrebbero portare a ulteriori aumenti almeno fino alla fine dell’inverno. Ci sara’ quindi uno stanziamento di un miliardo per il taglio delle bollette energetiche, e le risorse dovrebbero confluire in un apposito fondo che sara’ creato con la manovra.

PENSIONI. Punto molto sensibile per la Lega, che vuole mitigare l’impatto della fine di quota 100 ed evitare un brusco ritorno alla Fornero. In manovra potrebbe quindi essere introdotta nel 2022 ‘Quota 102′, cioe’ un meccanismo che consentirebbe di andare in pensione con 64 anni di eta’ e 38 di contributi (ci rientrerebbero poco meno di 50mila persone), e nel 2023 ‘Quota 104′. Questo consentirebbe di ammorbidire lo scalone della Fornero, che costringerebbe ad aspettare i 67 anni per dire addio al lavoro.

REDDITO DI CITTADINANZA. La misura bandiera del Movimento 5 Stelle sara’ riconfermata, ma passera’ attraverso una revisione. Ci sara’ con ogni probabilita’ un rafforzamento dei controlli preventivi e delle procedure per ottenerlo, e un meccanismo che incentiva a tornare sul mercato del lavoro. Nel caso di rifiuto di un’offerta, infatti, verra’ decurtato l’assegno con un sistema simile a quello della Naspi. Per quanto riguarda i fondi, con la legge di Bilancio dovrebbe arrivare un finanziamento aggiuntivo da circa 1 miliardo per il 2022. In totale, tra stanziamento gia’ previsto a regime e nuovi fondi, dovrebbero esserci a disposizione circa 8,8 miliardi, la stessa cifra di quest’anno, quando i fondi sono stati a piu’ riprese aumentati per fare fronte al maggior tiraggio della misura causa pandemia.

AMMORTIZZATORI. La riforma degli aiuti per chi perde il lavoro e’ ancora in via di definizione, ma si lavora per dar loro un taglio universalistico. C’e’ ancora una settimana per definire tutto e superare, ad esempio, i dubbi della Lega sull’aumento delle contribuzioni da parte delle imprese piu’ piccole. L’obiettivo e’ riformare ammortizzatori e politiche attive, con un percorso di formazione e reinserimento analogo per i percettori di Rdc, di Naspi o di altri ammortizzatori. Dovrebbero essere inoltre inseriti esoneri contributivi per lavoratori provenienti da imprese in crisi e rifinanziamento delle misure per l’autoimprenditorialita’ giovanile e femminile.

FAMIGLIA. La manovra indirizzera’ fondi anche alle famiglie, per intercettare i loro bisogni. Ad esempio, dovrebbe rendere strutturale il congedo di paternita’ di dieci giorni. E incentivare il lavoro femminile con una decontribuzione, in particolare per le donne che tornano al lavoro dopo la maternita’. Inoltre, aumenteranno i fondi per la gratuita’ dei libri testo nella scuola dell’obbligo.

TAMPON TAX. Dovrebbe anche vedere attuazione la richiesta, piu’ volte inoltrata, di ridurre dal 22% al 10% l’Iva sugli assorbenti, la cosiddetta ‘tampon tax’. Inoltre diventerebbe strutturale il piano antiviolenza e sulla parita’ di genere, ivi compresa la premialita’ per la certificazione delle politiche di genere.

IMPRESE. Il Mise punta a rifinanziare il Fondo di garanzie per le Pmi, la Nuova Sabatini e i contratti di sviluppo e creare un fondo ad hoc per la transizione industriale.

SANITA’. Il Fondo Sanitario Nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. Nuove risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia COVID-19.

Advertisement

Economia

I grandi investitori italiani puntano sulla Rainbow: 90 milioni per le Winx e il coniglietto Pinky

Pubblicato

del

Un’operazione da 90 milioni di euro per rilanciare la Rainbow, la casa di produzione italiana celebre per le Winx e il fumetto del coniglietto Pinky. Il progetto, che coinvolge 400 investitori, porterà l’acquisizione del 40% delle azionidella società fondata nel 1995 da Iginio Straffi a Loreto, nelle Marche.

Tra gli investitori figurano nomi di spicco come Dompè, Branca, Riello, Tadolini e Lucchini, coordinati da The Equity Club (Tec), la piattaforma di investimento promossa da Mediobanca.


L’obiettivo: crescita e nuovi mercati

L’investimento da 90 milioni sarà destinato a sostenere i piani di espansione di Rainbow, che includono:

  • Nuove produzioni originali.
  • Acquisto di licenze da sviluppare.
  • Acquisizione di concorrenti, con particolare interesse per il mercato europeo e nordamericano.

La recente acquisizione dei diritti di Pinky, il famoso coniglietto rosa di Massimo Mattioli, segna solo l’inizio di una strategia di fusione e acquisizione (m&a) che si estenderà tra Italia, Spagna, Gran Bretagna e Nord America, con un occhio alle società indipendenti attive nei giochi per smartphone.


Obiettivo: raddoppiare i ricavi entro il 2024

Rainbow punta a raddoppiare i ricavi rispetto agli attuali 115 milioni di euro, con l’obiettivo di raggiungere un margine operativo lordo del 42,5% entro la fine del 2024. Già oggi, il 70% del fatturato è generato sui mercati internazionali, che saranno centrali nei piani di crescita grazie al sostegno di Tec.


Un passato di partnership strategiche

Rainbow non è nuova a collaborazioni di alto profilo. Nel 2011, aveva ceduto una quota del 29% al gruppo americano Viacom, che ha supportato l’azienda in acquisizioni strategiche, come quella della Colorado Film, oggi responsabile del 30% del fatturato.

Tra le operazioni di rilievo ci sono state anche le acquisizioni di Moviement, San Isidro e Gavila, che hanno rafforzato la posizione della società nel settore dei film per TV e cartoni animati.


The Equity Club: un pilastro per il made in Italy

L’operazione su Rainbow è il secondo investimento di The Equity Club 2, dopo quello nel gruppo dei campeggi Club del Sole. Dal 2017, Tec ha promosso investimenti per circa 500 milioni di euro in aziende del made in Italy, come Jakala, La Bottega, Philogen, Lincotek, HSA, Regi, ART e Tatuus, coinvolgendo oltre 640 famiglie imprenditoriali italiane.


Un futuro luminoso per Rainbow

Con il supporto di Tec e dei nuovi investitori, Rainbow si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, puntando sull’innovazione, sull’espansione internazionale e sul consolidamento del marchio come eccellenza italiana nel mondo dell’animazione e dell’intrattenimento.

Continua a leggere

Economia

Campania, cresce economia e occupazione, calo industria auto

Pubblicato

del

Nel primo semestre del 2024 l’attività economica in Campania è cresciuta in misura contenuta, per la debolezza della fase ciclica. Secondo le stime della Banca d’Italia, basate sull’indicatore Iter, nella prima metà dell’anno il prodotto è aumentato dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2023, un incremento superiore alla media italiana e a quello del Mezzogiorno. E’ quanto emerge dal dossier sui primi sei mesi dell’anno in corso, pubblicato oggi da Banca d’Italia della Campania. Secondo lo studio sui dati economici la debole espansione dell’attività ha risentito di andamenti eterogenei tra i settori dell’economia, con i dati per le imprese che evidenziano nei primi nove mesi dell’anno il permanere di un andamento sfavorevole per la manifattura: il saldo tra la quota di imprese con un incremento delle vendite in termini reali e quella delle aziende che ne hanno registrato un calo è stato negativo, risultando moderatamente più ampio rispetto all’intero 2023.

Il comparto automotive, interessato da un recente calo dei livelli di attività, è condizionato dalle incertezze legate alla definizione dei tempi e delle modalità della riconversione tecnologica. Tra le imprese dei servizi l’attività è risultata pressoché stabile: è cresciuta la percentuale di imprese che ha valutato stazionari i livelli delle vendite in termini reali, mentre si sono sostanzialmente equivalse le quote delle aziende tra vendite in aumento e in calo. Il comparto turistico, in ripresa nel precedente biennio, ha risentito della riduzione della domanda interna a fronte di una sostanziale stabilità dei visitatori esteri che hanno continuato a sostenere il traffico aeroportuale che, insieme a quello portuale, registra un aumento dei passeggeri.

Il turismo influisce anche sul mercato degli immobili residenziali che nel primo semestre del 2024 hanno una crescita del prezzo del 3,6%, con un compravendita di abitazioni in calo nelle città campane dell’1,3%. Il settore delle costruzioni è rimasto in espansione, sostenuto dall’accelerazione degli investimenti pubblici degli enti locali campani e dall’avanzamento dei lavori finanziati dal Pnrr, mentre il comparto delle ristrutturazioni abitative, pur risentendo della rimodulazione degli incentivi fiscali, ha beneficiato nei primi mesi dell’anno del protrarsi degli interventi attivati sul finire del 2023 in vista della riduzione delle agevolazioni. Oltre i tre quarti delle imprese industriali e dei servizi valutano di avere realizzato nell’anno investimenti prossimi a quelli programmati, comunque attesi su livelli più contenuti di quelli realizzati nel 2023.

Per il 2025 le attese di ampliamento della spesa per investimenti sono più diffuse tra le imprese dei servizi. Sulle esportazioni campane c’è ancora crescita, anche se a ritmi più contenuti, trainate pressoché esclusivamente dalle vendite estere del comparto farmaceutico. Aumenti moderati si registrano anche per l’agroalimentare e l’aerospaziale mentre si osserva un calo per l’automotive, le cui vendite si sono ridotte sui mercati europei e nordamericani. Nella prima parte dell’anno l’occupazione è cresciuta sensibilmente con un +2,9%, superiore a quella italiana, sia su dipendenti che su autonomi, ma con crescita per contratti a tempo determinato e calo per gli indeterminati. Il tasso di attività vede però una disoccupazione pressoché stabile al 17,4% e la richiesta di sussidi di disoccupazione è arrivata al 7,1%, rispetto al 6,3% nazionale. Nei primi nove mesi del 2024 si sono ampliate le richieste di ricorso alla Cassa integrazione, in particolare per alcuni comparti dell’industria in senso stretto, mentre si sono ridotte quelle per l’edilizia e i trasporti.

Continua a leggere

Economia

Allarme Bce, rischio eurocrisi dal mix dazi-alto debito

Pubblicato

del

Una possibile guerra dei dazi innescata da Trump, con l’escalation militare in Medio Oriente e Ucraina, rischia di innescare, assieme alla bassa crescita, all’elevato debito in alcuni Paesi e all’esito delle elezioni non esattamente pro-Ue in alcuni Paesi come la Francia, una nuova crisi nel cuore dell’area euro. L’allarme viene dalla Bce, lo stesso istituto che un decennio fa aveva tirato fuori l’Europa dalla sua crisi esistenziale. Che mette in guardia anche il settore privato – banche e imprese – e gli investitori sui rischi di correzioni improvvise in Borsa. A parlare è il Financial Stability Review, un aggiornamento che mette in fila ogni sei mesi i rischi per la stabilità finanziaria.

Ma questa volta nel documento, di per sé necessariamente sbilanciato sulle criticità, emerge continuamente il rischio di un’escalation commerciale targata ‘Trump’ per un’economia europea che fa oltre il 50% di Pil con l’export. E c’è una preoccupazione più marcata che nelle edizioni passate per il debito le cui vulnerabilità “stanno aumentando”, spiega il vice presidente della Bce Luis de Guindos nell’introduzione al rapporto, con i mercati che hanno iniziato a fare “più attenzione”. La Bce si sofferma sulla fragilità dei Paesi “più soggetti allo scrutinio dei mercati – Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Slovacchia – dove i rendimenti negli anni passati hanno mostrato la tendenza a “salire significativamente” di fronte a eventi inattesi come la pandemia.

Un avvertimento a non dare troppo per scontati – in un periodo che si preannuncia volatile sui mercati oltre che sul piano politico – gli attuali bassi spread, come quello italiano che da un paio di mesi gravita attorno ai 120 punti base. Perché “livelli elevati di debito e alti deficit, sommati a una crescita potenziale debole e a incertezze sulla direzione delle politiche, aumentano il rischio che si riaccendano timori dei mercati per la sostenibilità”. Il riferimento alle “incertezze” – a non deviare dagli impegni concordati con l’Ue – arriva proprio mentre la Francia è in stallo sulla legge di bilancio. E a ragion veduta forse spiega la cautela dell’Italia sulla manovra 2025. Le magagne interne dei Paesi dell’euro, insomma, rischiano di diventare un mix pericoloso se ad esse si aggiunge “un possibile ulteriore rafforzamento delle tendenze protezionistiche”.

Senza considerare l’impatto sulla crescita globale di un’escalation Usa-Cina, alcuni governatori, come il greco Yannis Stournaras, hanno già evocato il rischio di una recessione europea coi dazi Usa al 10% promessi da Trump. Abn Amro stima l’impatto a -1,5 punti di Pil, Goldman Sachs si ferma a -1 punto, Natixis ipotizza un impatto pari a -0,5 punti percentuali di Pil in Germania, -0,4 in Italia, -0,3 in Francia. Numeri che farebbero sballare il rientro del debito previsto dai piani nazionali. Con conseguenze sulla stabilità finanziaria perché nelle Borse “le elevate valutazioni e la concentrazione del rischio rendono i mercati più suscettibili a correzioni improvvise”.

Ma anche per le aziende e le banche: “le vulnerabilità del rischio di credito potrebbero indebolire la qualità degli attivi”, scrive la Bce nel rapporto soffermandosi sui problemi irrisolti del settore immobiliare commerciale. Un settore più problematico per le banche nordiche che quelle italiane. Ma anche la Banca d’Italia, in una nota di stabilità finanziaria e vigilanza, osserva che con tanta volatilità ‘esogena’ “è necessario migliorare la capacità del sistema bancario di far fronte alle ripercussioni negative derivanti da eventuali shock esterni”. E “fattori specifici del sistema bancario italiano, quali la dimensione, il livello di concentrazione e il suo ruolo centrale nel finanziamento dell’economia reale, potrebbero amplificare l’effetto negativo sull’intera economia di un eventuale deterioramento dei bilanci bancari”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto