L’ingresso di Antonio Conte sul terreno di Carciato è accolto da un boato di mille napoletani. Conte, visibilmente imbarazzato, sorride e con un gesto delle mani chiede di attendere: «Dopo dopo…». Vuole prima dimostrare il suo valore con le vittorie, sentendo di non meritare ancora gli applausi.
Questo primo giorno è diverso dagli altri. Conte ha voluto che la squadra arrivasse nel primo pomeriggio per iniziare l’allenamento alle 17:30. Il suo motto, “amma fatica’”, non è solo uno slogan. L’allenamento di un’ora e venti è stato intenso, con i giocatori esausti anche a causa del caldo.
Nonostante una nuova palestra, Conte preferisce che i giocatori si allenino sul campo, usando la palestra solo in casi particolari. «Lavoro lavoro lavoro», ripete Conte, enfatizzando l’importanza dell’impegno sul terreno di gioco. Dopo venti minuti di corsa, spunta il pallone e il ritmo diventa infernale. I primi gol sono segnati da Lindstrom e Gaetano, ma ciò che conta di più è il tempo dedicato al lavoro. Durante la sessione di stretching, Conte si avvicina ai giocatori, uno per uno, per stringere loro la mano, dimostrando il suo apprezzamento per il loro impegno.
Conte è noto per la sua schiettezza e il suo orgoglio: se è deluso, critica pubblicamente; se è soddisfatto, difende i suoi giocatori. Non tollera cali di tensione né atteggiamenti poco coinvolti, nemmeno in allenamento.
L’estate di Conte rappresenta una delle sfide più intriganti: far rinascere il Napoli non è facile. Ha parlato spesso alla squadra, ricordando che solo con l’impegno si può tornare in alto. Dopo un anno e mezzo di inattività post-Tottenham, si affida ai suoi collaboratori Stellini e il fratello Gianluca per gestire le partitelle sette contro sette.
Una cosa che Conte non apprezza è la tradizione degli allenamenti a porte aperte della Val di Sole. Pertanto, ha deciso che i primi 40 minuti dell’allenamento pomeridiano saranno a porte chiuse. Anche Sarri, in passato, aveva chiuso alcune sedute ai tifosi per provare gli schemi. Conte è geloso del suo lavoro tattico e vuole evitare distrazioni.
L’intensità imposta da Conte è evidente fin dalle prime mini-gare. Va su e giù per il campo monitorando la situazione, con un cappellino in testa e un fischietto in mano. La squadra lo segue con entusiasmo e fedeltà, convinta che con Conte al comando ci siano grandi traguardi da raggiungere.
A bordo campo c’è anche il direttore sportivo Manna, in attesa dell’arrivo del presidente De Laurentiis e dell’amministratore delegato Chiavelli. Spinazzola e Marin sono gli osservati speciali, mentre Osimhen riceve un’accoglienza calorosa nonostante sia destinato a partire. Esce dal campo con una fasciatura e del ghiaccio al piede sinistro, ma non sembra nulla di preoccupante.
Conte vuole vedere i suoi giocatori con il pallone tra i piedi e ha programmato altre partitelle a campo ridotto per osservare meglio i suoi uomini sotto esame.