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Dybala risponde a Koopmeiners, Roma-Atalanta finisce pari

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Finisce in parità la sfida Champions tra Roma e Atalanta nel solito Olimpico soldout. In una partita emozionante giocata più sui muscoli che sulla tecnica, le squadre di Mourinho e Gasperini ce la mettono tutta per superarsi ma senza riuscirci. I bergamaschi vanno subito in vantaggio con Koopmeiners, mentre al termine del primo tempo pareggia Dybala su rigore. Nella ripresa i giallorossi, grazie ai tanti cambi e anche all’ottimo esordio del nuovo e giovanissimo difensore Huijsen, ci credono di più ma si resta su un 1-1 che tutto sommato lascia la porta aperta per l’Europa che conta per entrambe. Veementi le proteste di Mourinho per i falli non fischiati dall’arbitro Aureliano che alla fine del primo tempo lo ammonisce e poco prima del fischio finale lo espelle.

La Roma deve rinunciare a Paredes e a centrocampo gioca Cristante con Kristensen sulla linea dei difensori. Gasperini schiera De Ketelaere e Miranchuk davanti. Pronti via con la Roma che nei primi minuti si lancia in avanti, ma a passare è subito l’Atalanta con un micidiale contropiede che si traduce in un cross pennellato di Miranchuk a centro area per la testa di Koopmeiners che, tutto solo, di testa, batte Rui Patricio. Subito lo svantaggio i giallorossi provano a reagire con Lukaku e Dybala sempre pericolosi. Il bomber belga servito alla perfezione prova la conclusione respinta da Carnesecchi in angolo.

A sua volta la Dea è micidiale in contropiede: sul capovolgimento di fronte De Ketelaere prova al conclusione e Rui Patricio questa volta è bravissimo ad opporsi. Alla mezz’ora la squadra di Mourinho ad un passo dall’1-1 in tre occasioni con Dybala, Bove e Karsdorp. Proprio il terzino olandese viene colpito da Ruggeri in piena area. Il fallo non scappa al Var che richiama l’arbitro Aureliano che decreta il calcio di rigore per la Roma. Calcia Dybala e la squadra di Mourinho conquista il meritato pari. Sull’1-1 i giallorossi aumentano il ritmo pressando i bergamaschi fino alla fine del primo tempo quando Mourinho viene ammonito al termine di una serie di proteste plateali per alcuni falli non fischiati su Dybala al limite dell’area atalantina. Il tecnico portoghese si fa sentire con l’arbitro con un duro faccia a faccia a bordo campo.

La ripresa comincia con due novità per squadra: esce De Ketelaere ed entra l’ex giallorosso Scamacca, mentre la Roma cambia in difesa con il nuovo acquisto Huijsen al posto di Llorente. Primo sussulto nei secondi 45′ è targato Atalanta con una conclusione pericolosa di Scalvini. Poi Dybala e compagni vanno vicini al vantaggio con il nuovo entrato Huijsen che si fa trovare pronto nonostante la giovane età. Tra tanti falli e ripartenze il match si accende con Roma e Atalanta a creare occasioni a ripetizione. Mourinho cambia gli esterni mettendo dentro Spinazzola e Celik per Zalewski e Karsdorp. Pochi minuti e nella Roma entra anche Paredes (lasciato in panchina perchè non in buone condizioni) al posto di Pellegrini. I giallorossi guadagnano campo grazie alla spinta dei nuovi innesti sfiorando più volte il 2-1 con Lukaku. Una vittoria per i giallorossi che non arriva ma che nonostante l’ottavo posto dietro anche alla Lazio (giovedì il derby in Coppa Italia) lascia la Champions a distanza di 4 punti. Stesso discorso per l’Atalanta che può continuare a sognare l’Europa che conta.

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Coppa Davis, Sinner: è stata dura, magnifico tornare in finale

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“E’ stata dura ma con tanti tifosi italiani in tribuna e un’atmosfera così è piu’ facile far bene”: lo ha detto Jannik Sinner dopo il successo su Alex De Minaur che ha regalato all’Italia la seconda finale di Coppa Davis di fila. “Matteo ha lottato e portato il primo punto, io volevo chiudere ed è andata bene”, ha aggiunto, “è magnifico essere di nuovo in finale dopo un anno. Daremo il 100% con l’Olanda e vedremo come andra’”. “Grazie mille a tutti!”, ha aggiunto in italiano rivolgendosi al pubblico. Sinner si conferma bestia nera di De Minaur: il punteggio di 6-3, 6-4 e’ stato più combattuto del 6-3, 6-0 della finale di Davis di un anno fa e speculare al 6-3, 6-4 rifilato all’australiano alle Finals di Torino. L’altoatesino ha una striscia aperta di vittorie in singolare (13, complessivamente sono 72 nel 2024) e in Davis non perde da due anni ed e’ reduce da 8 successi di fila tra singolo e doppio.

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Coppa Davis: Sinner batte De Minaur, Italia in finale

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L’Italtennis si qualifica per l’ultimo atto delle Davis Cup Finals. Nella seconda semifinale, sul veloce indoor del Palacio de Deportes José Maria Martin Carpena di Malaga, gli azzurri hanno sfruttato i due singolari per battere 2-0 l’Australia nel remake della finale dello scorso anno. Dopo la vittoria sofferta di Matteo Berrettini (35 Atp) su Thanasi Kokkinakis (77) per 6-7(6) 6-3 7-5, maturata in due ore e 46 minuti di gioco, a chiudere i conti è stato Jannik Sinner, leader del ranking mondiale, che nel match tra i numeri uno ha superato Alex de Minaur (9) con il punteggio di 6-3 6-4 in un’ora e 29 minuti di partita. Domani la squadra del ct Filippo Volandri, campione uscente, se la vedrà con l’Olanda, che ieri aveva eliminato la Germania per 2-0 nella prima semifinale.

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Verona sconfitto al Bentegodi, Inter fa cinquina

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Incubo Verona, cinquina Inter. Grandinata di reti per la squadra di Simone Inzaghi al Bentegodi. Un quarto d’ora di partita vera, poi un assolo, un autentico monologo per l’Inter capace di realizzare cinque reti nella sola prima frazione. Un divario assoluto, ma resa del Verona inspiegabile dopo la prima rete subita. Perchè, per assurdo, è l’Hellas a sfiorare per prima il vantaggio ma poi, dopo la rete di Correa, l’Inter fa il bello e cattivo tempo. Una sorta di allenamento per i campioni d’Italia che sbancano Verona senza eccessiva fatica. Inter senza Lautaro, influenzato e Calhanoglu infortunato, è Correa che forma con Thuram il tandem d’attacco. Verona che si schiera a specchio con Tengstedt che accompagna Mosquera per un Hellas a due punte.

Avvio a dir poco frizzante. Belahyane scalda i riflessi di Sommer, poi Tengstedt, ben assistito da Tchatchoua, spacca la traversa della porta di Sommer. Ma l’Inter reagisce alla grande. Correa di testa fa le prove generali del gol cogliendo la parte alta della traversa di Montipò, poi spettacolare l’azione del vantaggio. De Vrji spacca il pressing e cerca Correa, velo per Thuram che chiude il triangolo e colpo sotto dell’argentino a mandare in visibilio i tifosi nerazzurri. Ma l’Inter non è sazia e raddoppia di lì a poco. Correa ricambia l’assist a Thuram con una bella palla in profondità, male la coppia dei centrali gialloblù Magnani e Dawidowicz, Thuram salta Montipò e fa il bis. Difesa del Verona imbarazzante. Altra imbucata centrale, difesa schierata male e Thuram copia e incolla l’azione precedente per la propria doppietta personale.

Non c’è più partita, l’Inter gioca sul velluto, il Verona è già sotto la doccia. Alla mezz’ora è poker, Aslani per De Vrij che gira con il destro e fulmina Montipò. Alla festa ospite si iscrive anche Bisseck che difende palla nel cuore dell’area gialloblù e cadendo riesce a mettere le spalle sotto l’incrocio dei pali di un Montipò tristemente abbandonato al suo destino. Ad inizio ripresa Inzaghi toglie Barella ed inserisce Zielinski che prova subito la sestina ma trova una pronta risposta di Montipò, Zanetti, invece, effettua quattro cambi per dare un po’ di fiducia ad una squadra imbarazzante ed arrendevole. E’ una ripresa senza emozioni, l’unica proprio allo scadere con una gran traversa colpita da Correa. L’Inter agguanta, almeno momentaneamente, la testa della classifica e, indubbiamente, manda segnali forti alle dirette avversarie.

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