L’influenza inizia a farsi sentire pesantemente anche in Veneto con due morti negli ultimi giorni a Vicenza, pazienti relativamente giovani (47 e 55 anni) ma con patologie gravi e non vaccinati. Un’altra vittima si era registrata all’inizio dell’ondata influenzale. Secondo i tecnici della Direzione regionale Prevenzione, comunque, l’andamento risulta statisticamente sovrapponibile alle stagioni influenzali pre-pandemiche, e non è eccezionale rispetto al passato. L’ultima rilevazione in Veneto dava oltre 70mila casi, e un nuovo aggiornamento statistico è in previsione per domani. La stagione con la mortalità più bassa è stata quella del 2010, con 17 decessi, quella maggiore il 2019, con 61. Allo stato attuale la mortalità riscontrata è legata ai pazienti con sindromi respiratorie acute gravi.
L’unica risposta resta la vaccinazione, per la quale in Veneto sono state finora erogate 850mila dosi, oltre a 200mila contro il Covid-19. L’Ulss 8 Berica per sabato 13 gennaio ha in programma un “open day” per i vaccini anti-Covid e antinfluenzali, presso il Poliambulatorio dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. La pressione sugli ospedali c’è ma si mantiene in un range di normalità: 95% dei letti occupati, 90% le terapie intensive, +10% gli accessi al pronto soccorso negli ultimi 15 giorni, il tutto senza registrare un rallentamento delle attività chirurgiche. La Direzione Prevenzione tiene anche a precisare che non esiste alcun nuovo caso di “influenza suina”, ossia il passaggio di virus dall’animale all’uomo, il famigerato “spillover”. I due decessi vicentini – e i tre ancora in gravi condizioni – rientrano nell’influenza “normale”, che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009.
“Ogni anno – riassumono i tecnici regionali – i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale è in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. Il recente report dell’Oms conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”. In questo contesto ha destato dolore e cordoglio a Padova la morte in ospedale di una bambina di 5 anni, residente in un comune della provincia, portata d’urgenza a inizio anno al nosocomio con febbre alta. Il decesso, secondo quanto avrebbero accertato i sanitari, non è tuttavia correlato all’influenza stagionale ma sarebbe da imputare a quattro virus che l’hanno colpita, che hanno causato anche un’emorragia cerebrale, e le hanno intaccato gli organi.