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Cronache

Droga, spacciavano anche sotto scuola a Torre Annunziata: 5 misure cautelari

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Smantellate due piazze di spaccio nella zona di Torre Annunziata, 5 le persone sottoposte a misura cautelare. Le indagini alla base del provvedimento scaturiscono da attività info-investigativa che hanno permesso di accertare l’esistenza delle due floride “piazze”  gestite, tra il novembre 2022 e il gennaio 2023, in  via Cavour nr.21, stabile adibito a tale attività, dove abitano tutti gli indagati dimorano: grazie alle telecamere installate nei pressi dello stabile, si riusciva a monitorare gli ingressi alle abitazioni degli indagati  e con il supporto di attività di intercettazione telefonica, si cristallizzava un quotidiano e costante flusso di soggetti che si recavano per acquistare droga (nel periodo oggetto d’indagine i poliziotti hanno contato 1760 accessi all’abitazione di Evacuo Michele e 700 accessi a quella di De Simone Oreste).

 

 

 

I poliziotti  del Commissariato di P.S. Torre Annunziata, della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del Reparto Prevenzione Crimine, hanno proceduto all’esecuzione di un’ordinanza cautelare di applicazione dela custodia cautelare ni carcere e del divieto di dimora, emesa dal giudice dele indagini preliminari del Tribunale di Tore Annunziata us richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di cinque persone, abitanti in Tore Annunziata, tutte gravemente indiziate in concorso tra loro, dei reati di detenzione ilecita espaccio di sostanze stupefacenti (cocaina e canapa indiana), aggravati dall’aver agito nei pressi di due istituti scolastici.
Per due degli indagati è stata disposta la misura coercitiva della custodia in carcere, mentre per i restanti indagati è stata disposta la misura coercitiva del divieto di dimora nella provincia di Napoli.
Le indagini, espletate dalla Polizia di Stato e coordinate da questa Procura, hanno permesso di accertare l’esistenza di due floride “piazze” di spaccio di sostanze stupefacenti, gestite, tra il novembre 2022 e il gennaio 2023, nello stabile sito ni Torre Annunziata ove dimorano gli attuali indagati, imparentati tra loro, i quali avrebbero “spacciato” la droga avvalendosi della collaborazione dei loro familiari.

Le attività di riscontro effettuate hanno permesso di sequestrare 5,62 grammi di cocaina e 137,64 grammi di canapa indiana.
Ad uno degli indagati, già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, sono state contestate anche 45 evasioni dagli arresti domiciliari nel periodo d’indagine.
I due indagati destinatari della custodia cautelare ni carcere, all’esito delle formalità di rito, sono stati associati alla Casa Circondariale G.Salvia di Napoli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre ad uno degli indagati destinatari del divieto di dimora al misura è stata notificata ni carcere, ni quanto già detenuto per altra causa.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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