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‘Drastico peggioramento’, Regioni gialle salgono a 15

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La corsa del virus pandemico in Italia non si raffredda e fa registrare, questa settimana, un “drastico peggioramento” con un nuovo balzo dell’indice di trasmissibilita’ Rt, che sale a 1,43 da 1,18, mentre l’incidenza raggiunge un valore piu’ che doppio rispetto a 7 giorni fa passando da 783 a 1669 casi per 100mila abitanti. Il quadro fotografato dal monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Istituto superiore di sanita’ (Iss) si complica e aumenta il carico sugli ospedali, mentre le Regioni in fascia gialla salgono a 15 con 4 nuovi ‘ingressi’: sono Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo e Valle d’Aosta che, con l’ordinanza firmata oggi dal ministro della Salute, passano al giallo da lunedi’. Un’emergenza confermata anche dai numeri odierni, che segnalano 108.304 nuovi positivi e 223 vittime. “L’aumento dei casi preoccupa, ma l’attenzione piu’ grande dobbiamo metterla sui nostri ospedali, sull’occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. I contagi, secondo i dati del bollettino giornaliero del ministero, sono calati rispetto ai 219.441 di ieri per effetto del diminuito numero di tamponi processati nella giornata di festivita’ del 6 gennaio, mentre le vittime sono aumentate da 198 a 223 in 24 ore. Sono 492.172 i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, rispetto a 1.138.310 di ieri, ed il tasso di positivita’ e’ al 22% (ieri era al 19,3%). Quanto alle ospedalizzazioni, sono 1.499 i pazienti in terapia intensiva, 32 in piu’ in 24 ore, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 14.591 (+764). Il quadro che emerge dal monitoraggio non e’ migliore e segnala che il tasso di occupazione in intensiva e’ salito al 15,4%, mentre quello di area medica ha raggiunto il 21,6%. In questo contesto, ha avvertito il presidente Iss Silvio Brusaferro, “la probabilita’ superiore al 50% che in 4 settimane si raggiunga una saturazione pari al 30-40% delle aree mediche, se il trend si mantiene come quello attuale, e’ presenta in molte regioni”. La crescita dei casi, ha evidenziato, e’ “soprattutto nella fascia d’eta’ 20-29 anni, ma cominciano ad essere coinvolte anche le fasce d’eta’ piu’ avanzate e questo e’ un elemento su cui occorre particolare precauzione. C’e’ stato invece un rallentamento della crescita della curva tra i 5 e 11 anni ma c’e’ comunque la necessita’ di ricoveri ospedalieri anche tra gli under19”. Inoltre, il trend delle reinfezioni e’ “in aumento e cio’ conferma il dato – rileva – che c’e’ un rischio di infezione elevato nelle persone che non effettuano il booster”. Tutto questo, avverte, indica dunque che siamo di fronte ad un “drastico peggioramento dell’epidemia” con una “rapida impennata nel numero dei nuovi casi e una fortissima circolazione del virus in tutte le Regioni tranne che nella PA di Bolzano dove ci sono segnali di decrescita”. Cruciale e’ pertanto una “piu’ elevata copertura vaccinale in tutte le fasce d’eta’, cosi’ come rallentare e invertire il trend dei casi con misure di mitigazione, l’uso delle mascherine e la riduzione degli assembramenti”. Questi dati, ha evidenziato anche il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, “mostrano che Omicron, sebbene in parte meno virulenta, e’ una variante estremamente contagiosa ed e’ bene rallentarne la corsa, mantenendo comportamenti prudenti e soprattutto effettuando il richiamo vaccinale per prevenire le forme piu’ gravi di malattia”. Tuttavia, sottolinea il presidente della Federazione delle aziende sanitarie (Fiaso) Giovanni Migliore, “le previsioni epidemiologiche ci dicono che la curva dei contagi cosi’ come cresce rapidamente decrescera’ altrettanto rapidamente e ci aspettiamo una fase di picco che durera’ meno rispetto all’inverno scorso e poi la situazione dovrebbe stabilizzarsi”. Quanto al picco, “guardando alla Germania, rispetto alla quale abbiamo un ritardo di circa un mese come aumento di contagi, me lo aspetterei nella seconda meta’ di gennaio e poi – conclude Clelia Di Serio, Ordinario di Statistica Medica all’Universita’ Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche (CUSSB) – ci sarebbe una decrescita”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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