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Cronache

Dramma familiare nel Casertano: uccide un fratello e ne ferisce un altro poi scappa ma viene fermato

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Un dramma senza precedenti ha sconvolto la tranquilla comunità di Gioia Sannitica, lasciando dietro di sé un morto e un ferito grave, entrambi membri di una stessa famiglia. La serata del 14 febbraio 2024 si è trasformata in una scena da incubo quando tre fratelli, rispettivamente di 22, 24 e 19 anni, sono stati coinvolti in un violento litigio che ha portato a una tragedia senza precedenti.

I fatti sono stati agghiaccianti: uno dei fratelli torna a casa e fa una scoperta terrificante, del sangue macchia le scale interne e, una volta in camera, si trova di fronte al fratello più giovane che impugna un coltello mentre a terra giace senza vita il fratello maggiore di 24 anni.

Ma la tragedia non finisce qui: il secondo fratello viene a sua volta accoltellato e abbandonato ferito e sanguinante. Tuttavia, nonostante le ferite, riesce a chiamare il 112 per chiedere aiuto. Sul luogo del crimine intervengono prontamente i carabinieri della compagnia di Piedimonte Matese, mentre iniziano le ricerche  per rintracciare l’omicida che si è dato alla fuga, cercando rifugio tra i campi circostanti, disarmato.

I militari del nucleo investigativo di Caserta si sono immediatamente mobilitati per cercare di comprendere appieno la dinamica di quanto accaduto e attribuire le relative responsabilità. Il presunto assassino, il giovane di 19 anni, è stato rintracciato nei pressi di una fontana pubblica, era ferito ed è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso per ricevere le cure necessarie.

Secondo le prime ricostruzioni,  il colpevole potrebbe essere il fratello piùgiovane che avrebbe sferrato il colpo mortale al fratello maggiore, Alessio Melillo, di soli 24 anni. Nel corso della violenta lite, l’altro fratello, Giovanni, di 22 anni, è stato anch’esso accoltellato e al momento si trova in sala operatoria presso l’ospedale di Piedimonte Matese, dove i medici stanno lottando per salvargli la vita.

Le indagini sono ancora in corso, mentre la comunità locale è sconvolta da questo tragico evento che ha colpito duramente una famiglia e gettato nell’orrore l’intera città.

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Dati rubati: Del Vecchio jr: ho chiarito la mia posizione

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“Sono soddisfatto dell’interrogatorio in quanto ho potuto chiarire la mia posizione. Auspico che la giustizia faccia il suo corso e che il prima possibile venga richiesta l’archiviazione dell’inchiesta a mio carico per l’insussistenza dei reati contestati”. Lo ha dichiarato dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio al termine dell’interrogatorio reso ai pm della Dda di Milano e della Dna, nell’ambito dell’indagine su una presunta rete di cyber spie che ruotava attorno alla Equalize, e nel quele è indagato. L’imprenditore aveva chiesto di essere interrogato per chiarire e difendersi dalle accuse,

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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