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Dopo disordini al derby, Genoa-Juventus a porte chiuse

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Sarebbe stata una gara da tutto esaurito e invece domani al Ferraris risuoneranno soprattutto le voci dei due tecnici e quella dell’arbitro Colombo. Genoa-Juventus, fischio d’inizio alle ore 18, si giocherà a porte chiuse. Intanto la digos di Genova ha effettuato cinque arresti “in differita” di altrettanti ultras, 3 appartenenti alla tifoseria organizzata del Genoa, rispettivamente di 20, 26 e 61 anni e 2 appartenenti alla tifoseria organizzata della Sampdoria di 29 e 23 anni. Le perquisizioni hanno portato ulteriori elementi di indagine.

La decisione è arrivata oggi dalla Prefettura di Genova dopo le determinazioni dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive. Il provvedimento è arrivato in seguito agli incidenti che si sono verificati prima, durante e dopo il derby Genoa-Sampdoria di Coppa Italia di mercoledì scorso. Gli scontri andati in scena sia nel primo pomeriggio di mercoledì che nella serata hanno provocato alla fine 48 feriti, 36 dei quali di appartenenti alle forze dell’ordine, tenendo in scacco sino a notte fonda un intero quartiere. Per fermare quanto stava accadendo gli agenti sono dovuti ricorrere anche all’uso degli idranti come non accadeva a Genova dai tempi del G8 del 2001, mentre è stato utilizzato dalla Polizia anche un elicottero con speciali telecamere a infrarossi.

A pagare le intemperanze di qualche centinaio di tifosi saranno soprattutto gli abbonati dei due club genovesi. Sono 28.093 quelli del Genoa che dovranno rinunciare a seguire dal vivo la sfida di domani, ore 18, contro la Juventus, gara sempre da tutto esaurito con moltissimi tifosi bianconeri in arrivo a Genova. Oltre 19.400 gli abbonati della Sampdoria che dovranno rinunciare alla prossima gara casalinga del 4 ottobre contro la Juve Stabia ma soprattutto 3.600 i tifosi blucerchiati già in possesso del biglietto per la trasferta di domenica 29 settembre a Modena.

Infatti, non solo porte chiuse per le due sfide casalinghe, i tifosi dovranno rinunciare a seguire in trasferta le proprie squadre per tre gare. Quelli rossoblù salteranno quindi la sfida con l’Atalanta del 5 ottobre, quella del 27 ottobre a Roma con la Lazio e del 4 novembre a Parma. Per i sampdoriani vietate le trasferte di Modena di domenica 29 settembre, di Cesena del 19 ottobre e di Cittadella del 29 ottobre. E proprio in merito alla trasferta di Modena il club blucerchiato si è già attivato per rimborsare i propri sostenitori che avevano acquistato i biglietti. Da parte del Genoa invece verrà comunicato nei prossimi giorni la modalità di rimborso per chi aveva già in mano il tagliando per la gara con la Juventus.

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Calcio: Milan va in vetta con tre gol in cinque minuti

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Il Milan assopito si risveglia dal torpore in cui sembrava caduto per mezz’ora contro il Lecce e in cinque minuti segna tre gol, di fatto assicurando la terza vittoria consecutiva in campionato e conquistando, anche se forse solo per una notte, la vetta della classifica al fianco del Torino. Il periodo buio di inizio campionato sembra ormai superato, il Milan macinando successi prova a recuperare il terreno perso e guarderà le rivali dal divano sperando nel colpaccio. E pensare che per 39′ i rossoneri sono lenti, sbagliano tanto e non riescono neppure a centrare lo specchio della porta.

Poi Leao si guadagna una punizione dal limite dell’area, se ne incarica Theo Hernandez e Morata di testa svetta su Krstovic: traversa e rete. Esplode San Siro, lo spagnolo – che alla vigilia sembrava destinato alla panchina per una borsite e invece gioca titolare con un nuovo look e capelli rasati – corre a bordo campo per festeggiare con i suoi tre figli presenti allo stadio per fare il tifo per papà. Arrivano anche tutti i compagni di squadra ed è un abbraccio collettivo ai bimbi. Una bella immagine e un gol importantissimo perché dà la scossa al Milan fino a quel momento apatico. Infatti dopo appena due minuti, Theo Hernandez sigla il tabellino imboccato da un bell’assist di Leao sulla fascia sinistra, Falcone non riesce ad opporsi. Non è finita, perché dopo altri due giri di orologio è ancora una volta Pulisic a trovare il gol.

Abraham colpisce il palo, poi impegna Falcone in una respinta, Baschirotto respinge sui piedi dell’americano che non sbaglia. Tris e festa grande a San Siro. E’ la risposta che voleva Fonseca, preoccupato dalla possibilità che mancasse un po’ di energia nervosa, un po’ di motivazione rispetto al derby. Invece il Milan segna tanto (14 gol realizzati in sei partite, miglior attacco della Serie A, secondo match casalingo con più di tre reti nel primo tempo: non accadeva dal 2009) e per la seconda partita casalinga resta a porta imbattuta. Fa bene il tecnico portoghese a non stravolgere gli equilibri faticosamente conquistati dal Milan. In campo scende la stessa formazione del derby nonostante martedì sera ci sia la trasferta di Leverkusen altrettanto importante. Sicuramente, il Milan ci arriverà rinfrancato dalla netta vittoria sul Lecce che era pure sceso in campo intraprendente e deciso a vender cara la pelle. Ma il blackout del primo tempo è costato caro alla squadra pugliese. Nella ripresa Morata, acciaccato, è costretto al cambio al 10′, al suo posto Loftus Cheek. Ha stretto i denti, ha voluto a tutti i costi giocare e per fortuna del Milan. Lo spagnolo lotta, corre, ha voglia di dimostrare di aver fatto la scelta giusta trasferendosi in rossonero.

Poco dopo iniziano le sostituzioni per non affaticare i titolari come Fofana e Pulisic e concedere una chance a Musah e Chukwueze. La partita resta piacevole, Loftus Cheek colpisce la parte alta della traversa, e poco dopo squillo del Lecce che prende il palo con Banda. Ultimo quarto in panchina anche per Abraham e Theo Hernandez, rilevati rispettivamente da Jovic e da Bartesaghi, diciottenne cresciuto nelle giovanili del Milan e al debutto in Serie A. Ma quello che poteva essere un sogno realizzato, si trasforma in un incubo. Dopo appena cinque minuti in campo entrata pericolosa con piede a martello su Banda e l’arbitro estrae il rosso diretto. Il Milan resta in dieci ma manca troppo poco perché cambino gli equilibri. Il Diavolo è per una notte primo in classifica ritrovando definitivamente entusiasmo e sorriso.

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Morta a 18 anni la campionessa di ciclismo Muriel Furrer, ma i mondiali di ciclismo non si fermano

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Amava il mare dell’Elba e le salite di montagna della Svizzera, “un inno alla vita per cui ringraziare Dio”, come raccontava sul suo profilo Instagram. E pedalava su strada o in mountain bike fino al sorriso finale, scesa dalla sua bici. Ma Muriel Furrer ha incrociato la sua tragedia sulle strade di casa, in quella che doveva essere la sua ultima gara di stagione, il Mondiale di Zurigo. Diciotto anni compiuti da poco, e festeggiati col bronzo a squadre agli Europei di Mountain Bike, la ragazza col sorriso contagioso e’ morta oggi dopo il ricovero in gravi condizioni per una caduta nella sua gara di ieri, la Juniores.

E’ uscita di strada ed e’ andata a sbattere contro un albero, lei abituata a fare slalom tra rocce, boschi e fango. Ma il Mondiale non si e’ fermato, solo lo stop alle premiazioni e un lutto formale che lascia perplessi. Ancora poco chiare le circostanze dell’incidente: in una conferenza stampa, il direttore sportivo dell’Uci, Peter Van den Abeele, ha dichiarato che “l’indagine da parte delle autorità competenti” è “in corso” e che non è in grado di fornire ulteriori dettagli sulle circostanze. Muriel Furrer è caduta pesantemente sotto la pioggia battente durante la gara junior su strada. Non è stato comunicato il luogo esatto della caduta.

Secondo i media svizzeri, l’incidente è avvenuto in un bosco sopra Küsnacht, sulla sponda orientale del lago di Zurigo, e ci sono voluti diversi minuti prima che la ciclista venisse individuata. Nonostante la tragedia, i Mondiali continuano, per volontà della famiglia di Muriel, è stato sottolineato dall’Uci. “Le bandiere dei Campionati del Mondo saranno esposte a mezz’asta per il resto della competizione e le cerimonie ufficiali sono state ridotte – ha aggiunto Olivier Senn, vicedirettore del comitato organizzatore – Il gala dell’Uci che avrebbe dovuto svolgersi domani sera è stato annullato”.

“Siamo profondamente addolorati per la morte di Muriel Furrer, atleta junior, avvenuta oggi. I nostri pensieri sono rivolti alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi compagni di squadra in questo momento difficile”, ha commentato il presidente dell’Uci David Lappartient su X. La ragazza viveva a Egg, a soli dieci minuti dal presunto luogo dell’incidente, che non è stato confermato dall’UCI. “Al momento non abbiamo informazioni precise”, ha insistito Senn, quando gli è stato chiesto se la ragazza fosse rimasta a terra diversi minuti prima di essere soccorsa.

“I nostri cuori sono spezzati. Abbiamo perso una giovane donna calorosa e meravigliosa”, ha dichiarato la Federazione ciclistica svizzera. Le polemiche sulla sicurezza dei ciclisti continuano. La prima metà della stagione è stata segnata anche da diversi incidenti molto gravi nel gruppo dei professionisti, che hanno colpito corridori di spicco come Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel. E sono in molti a sottolineare che le biciclette stanno diventando sempre più potenti, il che aumenta il pericolo.

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Europa League: Dovbyk illude la Roma, l’Athletic la punisce

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Il colpo di testa di Aitor Paredes al 40′ della ripresa rovina la partita della Roma che sembrava in controllo nel suo esordio in Europa League. Una rete che pareggia quella di Artem Dovbyk del primo tempo della sfida contro l’Athletic Bilbao e lascia l’amaro in bocca ai giallorossi, fino a quel momento mai in sofferenza. Un’occasione sfruttata solo a metà sulla strada per riconquistare il proprio pubblico. E rovina in parte una prestazione nel complesso attenta, di grande dedizione. Un premio che avrebbe meritato la prima di Ivan Juric in Europa. Il tecnico affida l’attacco a Dybala ed all’ucraino. Fuori Lorenzo Pellegrini, infortunato. Valverde tiene in panchina Nico Williams e schiera Djaló sulla fascia sinistra. I 60mila dell’Olimpico non firmano assegni in bianco: nel riscaldamento fischi per tutti.

E per i primi 15′ la Sud resta in silenzio. Intanto fonti interne al club negano che Ryan Friedkin intenda assumere personalmente la carica di Ceo. I baschi, quarti nella Liga, dimostrano fin da subito di avere personalità, proiettandosi nella metà campo giallorossa. Osservato speciale Dovbyk: i difensori dell’Athletic sanno bene quanto sia pericoloso l’ex del Girona e raddoppiano sempre la marcatura. La Roma cerca di spegnere l’avvio elettrico degli avversari con il possesso palla, ma il pressing altissimo complica le ripartenze. Su un lancio dalle retrovie, al 21′ Dovbyk riesce ad eludere i due centrali. L’uscita di Agirrezabala è tempestiva. In questa fase la Roma spinge con maggiore intensità ed arrivano i primi applausi. L’Athletic è schiacciato nella propria metà campo ma si difende con ordine. Fino al 32′, quando lascia sguarnita la propria corsia di destra, dove si infila Angelino.

Il cross del difensore spagnolo è preciso, la schiacciata di testa di Dovbyk imprendibile. Terzo centro di fila per lui. Passata in vantaggio, la Roma punta a raffreddare il ritmo e Svilar arriva all’intervallo senza interventi importanti. Dybala lascia spazio al connazionale Matias Soulé, che al 9′ della ripresa approfitta della scivolata di Parades ed impegna Agirrezabala nella sua parata più difficile. All’Athletic serve una scossa ed al 15′ entra Nico Williams, campione d’Europa con la Spagna a Berlino, al posto di Djalò. Baldanzi si fa ammonire e lascia il posto a Pisilli.

La squadra basca fatica a costruire gioco, Dovbyk si mangia un’intuizione di Soulé, però é in fuorigioco. Valverde decide altri cambi, Entrano De Marcos e Berenguer, escono Gorosabel e Gomez. La Roma dà segni di stanchezza ed il pericolo si materializza a 5′ dal termine, quando gli spagnoli colpiscono con Paredes, bravo a sfruttare una torre di Unai Nunez per battere Svilar e raggiungere i giallorossi sull’1-1. Dopo 6′ di recupero festeggiano soprattutto i tifosi baschi.

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