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Cronache

Domani giudici si pronunciano sui migranti in Albania

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Sei giudici della sezione immigrazione del tribunale monocratico di Roma si riuniranno domani per pronunciarsi sulle ordinanze di trattenimento dei sette migranti albanesi nel centro italiano in Albania (nella foto in evidenza di Imagoeconomica) di permanenza per il rimpatrio. Alcune settimane fa i magistrati si erano espressi – facendo riferimento a una sentenza della Corte di giustizia europea del 4 ottobre – con l’annullamento del trattenimento di dodici migranti, tra egiziani e albanesi, che sono quindi stati portati al Cara di Bari. Nelle prossime ore ci saranno altri provvedimenti, ma stavolta alla luce del nuovo decreto legge che aggiorna la lista dei Paesi di provenienza dei migranti che sono ritenuti Sicuri dall’Italia.

Nel cpr in Albania sono stati portati due giorni fa sette nuovi richiedenti asilo: uno degli otto selezionati per la procedura accelerata di frontiera – tre egiziani e cinque bengalesi – si era scoperto essere vulnerabile per problemi sanitari durante lo screening medico ed è stato portato in Italia. “Il provvedimento di domani, nel quale io non sono coinvolta, è un provvedimento monocratico – ha spiegato la presidente di Magistratura Democratica, Silvia Albano, giudice della sezione immigrazione del tribunale di Roma, la quale non ha convalidato il trattenimento di uno dei primi dodici migranti in Albania. “La sezione immigrazione del tribunale di Roma – annuncia – si è già riunita e c’è un verbale, ci sono delle questioni giuridiche importanti da affrontare e non sono posizioni dei singoli magistrati. Sono discussioni giuridiche che noi facciamo ma non solo su questo. Lo facciamo sempre quando entra in vigore una nuova normativa perché la dobbiamo analizzare e dobbiamo capire come questa nuova normativa si rapporta al diritto e sovranazionale”.

Parlando di questo tipo di provvedimenti in generale, Albano ha anche spiegato: “Se noi pensiamo che ci siano elementi di frizione tra la Costituzione o tra il diritto dell’Unione e certe norme, abbiamo l’obbligo o di sollevare la questione di costituzionalità o di disapplicare o di mandare alla Corte di giustizia. E questo è un obbligo rispetto alla Corte di giustizia previsto dai trattati”. Nelle precedenti ordinanze sulla mancata convalida del trattenimento, quelle risalenti allo scorso 18 ottobre, i giudici scrissero che “i due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri, anche alla luce della sentenza della Corte di giustizia”.

Per i giudici lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e per questo dovranno essere riaccompagnati nel nostro paese. Solo qualche giorno dopo, il 21 ottobre, in Cdm il governo ha poi approvato il decreto in cui ha deciso di affidare la lista dei Paesi sicuri ad una norma primaria – ovvero una regola che il giudice dovrà obbligatoriamente prendere in considerazione nelle sue valutazioni – cercando di blindare la sua posizione di fronte alle norme del diritto europeo, che fino ad ora hanno prevalso pesando sulle decisioni dei giudici.

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Cronache

Operatori ecologici denunciato per abbandono di rifiuti in proprietà privata, un video li inchioda

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Due operatori ecologici, dipendenti di una ditta incaricata del servizio di igiene ambientale a Bagnara Calabra, sono stati identificati e denunciati per aver abbandonato rifiuti solidi indifferenziati in una proprietà privata. Il comportamento illecito è stato registrato dalle telecamere di sorveglianza installate nella zona, le quali hanno fornito prove fondamentali che hanno permesso di risalire ai responsabili.

La vicenda ha avuto inizio quando il proprietario dell’area privata ha rilevato la presenza anomala di rifiuti sul proprio terreno. Subito dopo, ha sporto denuncia ai Carabinieri di Bagnara Calabra, che hanno prontamente avviato le indagini. Analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza, i militari sono riusciti a identificare i due operatori ecologici nel giro di pochi giorni, portando alla loro denuncia presso l’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria per il reato di abbandono di rifiuti.

In seguito a questo episodio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno lanciato un appello alla cittadinanza, sottolineando l’importanza di preservare l’ambiente e contrastare comportamenti dannosi. “L’abbandono indiscriminato di rifiuti rappresenta una minaccia concreta per la salute pubblica e deturpa il nostro patrimonio naturale,” affermano i Carabinieri. Invitano, inoltre, la comunità a segnalare situazioni sospette o episodi di degrado ambientale come parte del proprio dovere civico per prevenire danni irreparabili al territorio.

Le autorità ricordano che l’abbandono di rifiuti comporta conseguenze legali gravi e sanzioni economiche che pesano sulla collettività. I Carabinieri ribadiscono il loro impegno a intensificare controlli e attività di monitoraggio per contrastare chiunque metta in pericolo il territorio e il benessere della comunità attraverso comportamenti irresponsabili.

Il procedimento si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, e per gli indagati vale il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. Questo caso mette in luce l’importanza del monitoraggio costante e dell’impegno delle istituzioni per garantire la tutela ambientale e la salute pubblica, responsabilità che tutti i cittadini sono chiamati a condividere.

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La Corte dei Conti e il caso degli immobili comunali occupati abusivamente

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Da un’indagine avviata dalla Corte dei Conti, emerge una situazione complessa e preoccupante: numerosi immobili di proprietà comunale, destinati a fini pubblici o sociali, risultano occupati abusivamente, anche in spazi delicati come le scuole. Antonio Giuseppone, procuratore della Corte dei Conti della Campania, in un’intervista rilasciata a Repubblica Napoli, esprime soddisfazione per il risveglio del Comune di Napoli su questo tema, pur sottolineando che questa azione arriva solo dopo un intervento di natura deterrente da parte della Procura contabile.

La Corte dei Conti come “deterrente”

Giuseppone spiega come la funzione della Corte dei Conti vada oltre il numero di udienze e condanne, operando come un deterrente psicologico per scoraggiare la cattiva gestione dei beni pubblici. “Il solo fatto di sapere che esiste una Procura che vigila è un freno psicologico,” commenta Giuseppone. Questa attenzione ha portato il Comune ad avviare controlli approfonditi su centinaia di immobili comunali, con l’obiettivo di sgomberare le occupazioni abusive e assegnare gli spazi a chi ne ha diritto.

Una società per la gestione degli immobili comunali: la scelta del Comune di Napoli

Di recente, la giunta Manfredi ha annunciato la creazione di una società specifica per gestire il patrimonio immobiliare comunale. La Corte dei Conti accoglie positivamente l’iniziativa, purché sia garantita la trasparenza e il rispetto della legalità. Giuseppone evidenzia come l’utilizzo degli immobili comunali possa anche prevedere una finalità sociale, ma solo seguendo criteri oggettivi, evitando favoritismi e occupazioni non autorizzate.

I rischi di limitare l’azione della Corte dei Conti

Un altro tema trattato nell’intervista è la possibile riforma della Corte dei Conti in discussione in Parlamento, che potrebbe ridurre il numero di Procure regionali e limitare l’azione di responsabilità contabile. Giuseppone si interroga sull’efficacia di questa possibile riduzione, riflettendo su come la presenza territoriale della Corte sia cruciale per identificare casi di gestione impropria, come dimostrato nel caso degli abusi immobiliari nelle scuole napoletane. La Corte, infatti, non si limita ad attivare procedimenti, ma agisce come un “cane da guardia” della pubblica amministrazione, incentivando le istituzioni a evitare comportamenti illeciti.

L’importanza della responsabilità nella gestione pubblica

Infine, Giuseppone si oppone all’idea che la “paura della firma” possa bloccare i dirigenti pubblici, rallentando lo sviluppo. Afferma invece che i funzionari ben preparati apprezzano l’esistenza della Corte dei Conti come presidio di buona amministrazione e legalità, mentre chi è coinvolto in cattive pratiche percepisce la Corte come un ostacolo.

L’intervento della Corte dei Conti, come emerge da questa intervista, si configura non solo come una garanzia per la legalità, ma anche come un segnale per amministratori e cittadini, evidenziando la necessità di una gestione più trasparente ed efficiente del patrimonio pubblico.

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Erri De Luca all’Università Vanvitelli: Campania modello di rinascita ambientale

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Erri De Luca ha recentemente sottolineato l’importanza della salvaguardia dell’ambiente e dell’acqua durante un incontro presso l’Università Vanvitelli di Napoli, in occasione dell’evento “Laudato sii mio Signore per sorella acqua”. Con una visione decisa, ha affermato che le generazioni future saranno costrette a investire per riparare i danni che abbiamo inflitto al pianeta. La Campania, secondo lo scrittore, rappresenta un esempio positivo, grazie alla bonifica del fiume Sarno, un tempo tra i più inquinati d’Europa, e al ripristino della balneabilità del mare a Castellammare di Stabia.

L’acqua come bene comune

De Luca ha poi criticato le recenti proposte del governo Meloni sull’affidamento delle risorse idriche a società in house, ricordando che l’Italia si è già espressa a favore dell’acqua come bene comune in un referendum. Il rischio di una privatizzazione dell’acqua è per De Luca una minaccia concreta, da cui bisogna difendersi per garantire un’equa distribuzione delle risorse idriche.

Il messaggio di don Gennaro Matino sull’oro blu

Durante l’evento, don Gennaro Matino, sacerdote e amico di De Luca, ha espresso un pensiero analogo: l’acqua è un bene di tutti, proprio come l’aria. Ha invitato il pubblico a riflettere su come sarebbe dover pagare per l’aria, sottolineando così l’ingiustizia legata alla privatizzazione di risorse naturali essenziali.

Un messaggio universale, tra ironia e tradizione

Sempre attento a comunicare in modo diretto e accessibile, De Luca ha scelto di trattare il tema dell’acqua facendo riferimento alla figura di Gesù, richiamando episodi dei Vangeli con tono scherzoso e in napoletano. Ha raccontato di come, secondo i testi, Gesù si sia circondato di pescatori e abbia camminato sull’acqua, evidenziando un legame simbolico profondo con questo elemento.

Inclusione e sostegno ai giovani: borse di studio per studenti migranti

Nel corso della giornata, Erri De Luca ha assegnato 13 borse di studio a studenti migranti presso la Scuola di Lingua e Cultura Italiana della comunità di Sant’Egidio, in un’aula magna dedicata a Jerry Masslo. La sua visione di Napoli, città simbolo di inclusione, è ben lontana dagli stereotipi del passato: per lui, Napoli è una “città aperta”, dove si possono concretizzare progetti di solidarietà e sostenibilità.

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