Lancio di fumogeni, urla, scontri con i vigilanti, la calca, un dirigente sindacale, Francesco Rizzo dell’Usb, che nel parapiglia urta contro il cancello e cade per terra perdendo conoscenza. L’arrivo dell’ambulanza, la rabbia di lavoratori e delegati sindacali che escono dallo stabilimento e occupano la statale Appia sdraiandosi per terra e paralizzando il traffico. Si sono vissuti momenti di altissima tensione dopo il consiglio di fabbrica dello stabilimento tarantino di Acciaierie d’Italia convocato da Fiom, Uilm e Usb per fare il punto sulla vertenza dell’acciaieria. Nelle stesse ore era in programma l’aggiornamento dell’assemblea dei soci che si è concluso ancora una volta con un nulla di fatto. Il nuovo appuntamento adesso è fissato per il 29 dicembre, in quanto l’accordo sull’assetto societario ancora non c’è.
Il partner privato ArcerlorMittal, che detiene il 62% delle quote, e il socio pubblico Invitalia, al 38%, attendono le decisioni del Governo, ma la situazione resta complicata. Fonti vicine al dossier ipotizzano che il Consiglio dei ministri possa varare un provvedimento, probabilmente un decreto, prevedendo un prestito ponte di 650-680 milioni di euro che consenta all’azienda di far fronte alla crisi di liquidità e ridurre la sua pesante esposizione debitoria verso i principali fornitori, mantenendo però la data di maggio 2024 per il passaggio in maggioranza dello Stato.
Una soluzione, questa, fortemente avversata dai sindacati, per i quali è invece necessario allontanare ArcelorMittal, la cui gestione viene definita “fallimentare”, o quanto meno occorrerebbe riequilibrare la governance. Fiom, Uilm e Usb intendono organizzare entro il 13 gennaio una manifestazione unitaria dei lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto (diretti, dell’indotto e di Ilva in As), sotto Palazzo Chigi. Per il 28 dicembre si sono autoconvocati nella sede dell’amministrazione provinciale per un incontro con gli enti locali, a cui le sigle metalmeccaniche chiederanno di unirsi ai lavoratori per la mobilitazione a Roma. La Fim Cisl, che non ha partecipato oggi al consiglio di fabbrica, ha affermato, tramite il responsabile nazionale Siderurgia Valerio D’Alò, che “eventuali iniziative di mobilitazione unitarie ci vedranno coinvolti ed andranno programmate insieme con parole d’ordine chiare e condivise”.
Per il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci “mai come in questo frangente l’intervento del governo è urgente e necessario per disinnescare un’autentica polveriera sociale”. Il riferimento è allo scontro fra gli addetti alla sicurezza dello stabilimento e i lavoratori e delegati sindacali che uscivano dal consiglio di fabbrica e camminavano in corrispondenza della cancellata nei pressi della salita che conduce alla portineria della direzione.
La protesta si è poi spostata sulla statale Appia con un presidio durato circa due ore, interrotto solo dopo convocazione ad horas di un incontro da parte del prefetto Demetrio Martino, a cui la delegazione di Fiom, Uilm e Usb ha ribadito che “è del tutto sbagliato concedere finanziamenti pubblici senza indicare un percorso chiaro. Bisogna evitare un dramma occupazionale che riguarderebbe 20mila lavoratori e il futuro di una intera comunità qualora il finanziamento pubblico fosse destinato alla gestione unilaterale di ArcelorMittal”.
Il segretario nazionale della Fiom Michele De Palma parla di “escalation di tensioni”, mentre il leader della Uilm Rocco Palombella invita il ministro Adolfo Urso a “chiarire le indiscrezioni sull’ipotesi del prestito-ponte. Si tratterebbe – sostiene – di un atto irresponsabile da parte del Governo”.