Il bilancio di sangue del crollo del ponte Morandi mercoledì 15 agosto è già spaventoso: 39 morti accertati, tra cui tre bambini di 8, 12 e 13 anni. Ma la conta cresce man mano che i corpi vengono recuperati. Si scava ancora per trovare i dispersi: nelle ultime ore sono state estratte altre due persone che non sono state ancora identificate. Restano 16 i feriti, di cui 12 in codice rosso. Gli sfollati sono 632.
Qualcuno era a lavoro, qualcuno altro stava andando in vacanza. E c’è anche chi tornava verso casa in vista del Ferragosto. Queste le vittime. Tra le persone morte nel crollo di Ponte Morandi ci sono anche tre francesi.
Erano attesi al lavoro, ma per il traffico avevano fatto tardi. Un ritardo che è costata la vita a due ragazzi albanesi, Edi Bokrina di 28 anni e Marius Djerri, di 22 anni, da tempo residenti in Italia. Solo pochi minuti prima della tragedia avevano chiamato la ditta di pulizie per la quale lavoravano per avvertire del contrattempo e assicurare che si stavano affrettando. Il crollo del ponte ha distrutto anche un’intera famiglia. Si tratta di Roberto Robiano, 44 anni, Ersilia Piccinino, 41, e il figlio Samuele di 9. I loro corpi sono stati estratti ieri dalle lamiere dell’auto, dove sono state trovate valigie e un ombrellone: “Stavano andando probabilmente al mare oppure tornavano da una vacanza”, hanno spiegato i soccorritori.
Roberto Robiano, Ersilia Piccinino, e il figlio Samuele
stella boccia con il fidanzato Carlos Jesus Trujillo
Gennaro Sarnataro
Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione
Tra le macerie del ponte Morandi, Napoli e la sua provincia piangono sei vittime. Un uomo di Casalnuovo, che dalla Francia tornava, per passare il Ferragosto con la sua famiglia, Stella Boccia, 23 anni di Somma Vesuviana, che si era trasferita con la famiglia ad Arezzo e quattro ragazzi di Torre del Greco che stavano andando in vacanza in Francia.
Gennaro Sarnataro 48enne di Casalnuovo si occupava di trasporto di ortofrutta e stava rientrando in Italia dalla Francia. Il titolare dell’azienda per cui lavorava, Italfrance logistic fruit di Scafati (Salerno), una ditta di trasporto di frutta e ortaggi, ha notato in televisione la fiancata del suo automezzo tra le macerie del crollo. Ha provato ad identificare Gennaro invano prima di lanciare l’allarme. Solo così i soccorritori sono riusciti a identificarlo.
Somma Vesuviana piange la scomparsa di Stella Boccia, 23 anni, trasferitasi da tempo in provincia di Arezzo, morta sotto le macerie del ponte insieme con il fidanzato Carlos Jesus Trujillo, 27 anni, di origine dominicana. Il sindaco di Somma Salvatore Di Sarno, scrive così su Facebook: “La nostra città piange una delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova. Stella Boccia, 23 anni appena, sommese nipote del nostro vicecomandante della polizia municipale Gennaro Vitagliano da tempo si era trasferita è ieri ha trovato la morte insieme al fidanzato”.
Vent’anni ed una vacanza on the road per Ferragosto. L’ultima. Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione stavano andando in vacanza a Nizza. Ma si sono trovati a Genova nel momento della tragedia. L’ultimo contatto con i ragazzi risale alle 11 di ieri mattina. “Stiamo entrando a Genova” avevano riferito ai familiari. Poi il silenzio. Nessuna notizia e i loro cellulari che squillavano senza risposta.
Il sindaco di Torre del Greco, Giovanni Palomba, si è messo in contatto con l’Unità di Crisi fino alle prime ore dell’alba. E alle 9.23 su Facebook ha annunciato che le speranze di trovarli vivi erano definitivamente svanite. “Uniamoci in un’unica grande preghiera, giornata tristissima per tutti noi torresi” ha dichiarato Palomba, gettando nello sconforto l’intera città, che piange quattro giovani vittime di una tragedia insensata.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.