La Lega di Serie A e Sky sono ai ferri corti. Il “comportamento arrogante” (così lo definiscono molti presidenti di club della serie A) della tv a pagamento americana (gruppo Comcast) è ormai indigesto a quasi tutti i presidenti di club che vivono giorni difficili post emergenza sanitaria. La ripresa del campionato non ha riportato il sorriso perchè se è vero che Dazn e Img hanno fatto sapere che onoreranno i loro debiti, Sky continua pretendere uno sconto sostanzioso sull’assegno dell’ultima rata che non hanno pagato. E che non pagheranno se non avranno lo sconto. Dunque non c’è trattativa, perchè non c’è da parte di Sky alcuna volontà di pagare ma di imporre una riduzione unilaterale dei costi contrattati e firmati in sede di vendita dei diritti tv. Il Covid 19 è stato un problema serio per tutti. Anche per le società di serie A. Per questo motivo si va in Tribunale. Chi è davvero incazzato è il presidente che ha nomea di guerrafondaio ma che è invece quello più pacato, riflessivo e certamente diplomatico nei rapporti d’affari. Non è per caso uno dei manager più oculato e di successo nel campo del cinema, dell’arte e degli spettacoli in genere. Compreso il calcio, che calca dopo oltre un decennio alla guida del Napoli, una piazza non facile benchè appassionata. A guidare i club di Serie A c’è Aurelio De Laurentiis, il presidente del Napoli, che fin da subito, insieme a Lotito, ha deciso che il duello con l’emittente satellitare s’ha da fare. Secondo De Laurentiis le ingiunzioni per il mancato pagamento dell’ultima rata dei diritti tv sarebbero dovute partire subito. Anche per poter avviare procedure per il recupero dei crediti vantati in assenza di accordi. La Lega si è rivolta al tribunale, ma da Sky non è mai arrivato alcun bonifico. Dunque significa che in contratto sinallagmatico (cioè a prestazioni corrispettive ovvero tu mi dai una cosa a me e io ne do una a te), c’è chi non rispetta i patti siglati illo tempore. Nel contratto di vendita dei diritti tv nulla è contemplato in caso di pandemia. E allora se Sky dovesse continuare in questo comportamento, secondo Aurelio De Laurentiis, potrebbe anche essere il caso di togliergli il segnale. Impedirle di trasmettere le partite.
Una possibilità considerata esperibile, anche se limitatamente alle ultime 6 gare di Serie A. Perchè le ultime sei e non subito? Perchè Sky potrebbe passare dalla parte della ragione già che avrebbe pagato con i versamenti già effettuati circa l’80% degli incontri del campionato. Ad oggi, a bocce ferme, con il covid 19 che fa fermato tutto, gli incontrati già disputati sono circa il 68%. Qualora dovesse prevalerere la richiesta di De Laurentiis di andare a carrarmato su Sky, allo scontro frontale, potrebbe compromettersi il rapporto tra la Lega di Serie A e la Tv a pagamento americana. Il patron del Napoli ha parlato durante l’Assemblea di Lega di ieri, dalla quale sono emerse preoccupazioni per il prossimo bando dopo la decisione di giovedì del Consiglio di stato, che ha ripristinato il divieto, per Sky, di acquisire contenuti in esclusiva per internet. La Serie A potrebbe perdere valore con conseguenti entrate minori per i club. Insomma situazione molto difficile.
Mercoledì prossimo, il 10 giugno, alle 16, presso il ministero dello Sporto, il responsabile del dicastero, Vincenzo Spadafora, incontrerà l’amministratore delegato di Sky Maximo Ibarra. Con il colombiano, uomo forte della tv americana, si discuterà della messa in onda in chiaro di alcune partite, o della cosiddetta ‘Diretta Gol’, alla ripresa del campionato. Spadafora non ne fa una questione di bandiera ma vuole far capire a Ibarra che la corsa di Sky pancia a terra contro il Governo Conte e contro i club di serie A porta ad un redde rationem che non è piacevole per chi in Italia, quanto a pay tv, agisce in regime di quasi monopolio. Ci sono ragioni sanitarie, di prevenzione del rischio contagio (per i calciatori e per tutti i lavoratori del settore) che il Governo tiene in massima considerazione. Se Sky dovesse infischiarsene e dovesse bussare a soldi col Governo, allora la partita di farebbe dura.
Per ora Spadafora agisce con quella che gl inglese definisce pazienza e moral suasion. Ma, come ha più volte detto, se Sky finge di non sentire da quell’orecchio (la prevenzione sanitaria), allora “non è escluso a anche un intervento normativa”. Un ministro fa gli interessi della collettività non di categorie singole. E Sky è rimasta sola. Sì, certo, a Sky sono da tempo in azione gl sherpa, c’è tutto il cucuzzaro dell’apparato lobbistico che prova a diminuire il danno, ma i rapporti tra Sky e tutto il resto del mondo del calcio e del Governo sono ai minimi termini. Colpa anche di un management italiano che i nuovi proprietari americani entro settembre “decapiteranno” quasi per intero.