È andata bene. Per ora. Perchè il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano (nella foto in evidenza), ha dovuto solo prendere atto della decisione di dimettersi dalla loro carica 13 consiglieri su 24 assegnati al Comune di Sant’Antimo. Così il Prefetto ha potuto sciogliere il Consiglio comunale e nominare l’ennesimo Commissario prefettizio, in questo caso il viceprefetto Maura Nicolina Perrotta. Sarà lei ad occuparsi della provvisoria, ordinaria amministrazione dell’Ente locale. Tutto bene? Normali dinamiche politiche? Tutto regolato dalla legge? Si tornerà presto alle urne? No, non è così. La dottoressa Perrotta farà il suo lavoro, proverà entro i suoi limiti e le sue prerogative, ad amministrare un comune già sciolto per infiltrazioni mafiose. Un Comune spesso sotto la lente di ingrandimento della magistratura antimafia. Ma il ritorno alla normalità non è scandito nei modi e nei termini che qualcuno crede. C’è al Comune di Sant’Antimo una Commissione di accesso che sta verificando eventuali infiltrazioni mafiose nella macchina amministrativa. Sta accertando eventuali interessi mafiosi che possono aver determinato certe scelte amministrative. Questa Commissione non è stata dimissionata dalla fuga dei consiglieri comunali.
[C’è la Commissione di accesso ancora al lavoro al Comune]
Questa Commissione deve rilasciare una relazione dettagliata circa il lavoro svolto, deve trasmetterla al prefetto di Napoli che a sua volta ritrasmetterà quanto appurato al Viminale. Che cosa significa tutto ciò? Significa che la manovra delle dimissioni in massa per determinare uno scioglimento degli organi ordinari del comune (ancorché genuina) potrebbe non bastare ad evitare lo scioglimento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose. Dunque, l’onta di uno scioglimento del consiglio comunale dimissionario per mafia è sempre possibile. Sul piatto della bilancia peseranno, e tanto, anche recenti scelte che sono anche al vaglio della magistratura: appalti, incarichi, funzionari nominati, funzionari retrocessi, l’arrivo di un nuovo comandante dei vigili urbani e altro ancora che i commissari hanno eventualmente trovato tra le pieghe di delibere e ordinanze sindacali e altra documentazione.
[La relazione potrebbe anche essere spedita in Procura]
La relazione della commissione d’accesso non sarà un documento politico. Tutt’altro. La relazione sarà una precisa, spietata, impietosa analisi di quanto verificato nel funzionamento di un ente locale. E oltre ad essere inviata al prefetto Carmela Pagano, potrebbe anche essere inoltrata alla procura di Napoli per i profili che potrebbero essere di interesse degli inquirenti. Insomma, prima di tirare un sospiro di sollievo per la decapitazione di questo o quel politico occorre aspettare ancora. I funerali, anche in politica, di norma si possono fare solo quando c’è un medico che ha firmato il certificato di decesso. E queste cose le sanno tutti, non solo i medici.
Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.
A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.
Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.
«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.
Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.
«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.
L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.
Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.
Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.
I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.
Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.
Un evento di natura superficiale
La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.
La rete di monitoraggio sul Vesuvio
Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.
Cosa significa per la popolazione
Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.
Consigli per la cittadinanza
È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.
L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.
Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.
Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.
La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.
Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.
Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.