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Cronache

Dimessa dall’ospedale, cade dalla barella e muore

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I medici dell’ospedale Cimino di Termini Imerese l’avevano dimessa, dopo il ricovero avvenuto lo scorso 28 febbraio, perché le sue condizioni erano migliorate. Ma prima di salire sull’ambulanza privata prenotata dai parenti e raggiungere la sua abitazione a Trabia, un viaggio di appena dieci chilometri, la barella si è inspiegabilmente ribaltata: Vincenza Gurgiolo, 87 anni, ha battuto la testa sull’asfalto ed è morta tre giorni dopo nello stesso ospedale a causa della ferita riportata che le avrebbe causato un’emorragia celebrale. Sulla vicenda la procura ha aperto un’inchiesta. La donna era stata ricoverata per un’insufficienza renale e aveva risposto bene alle cure, tanto che il 3 marzo era stata trasferita in corsia, nel reparto di Medicina, per una normale degenza.

Otto giorni dopo, visto che i parametri monitorati erano buoni e l’insufficienza renale era rientrata, i medici hanno deciso di dimetterla. I tre figli, che gestiscono un supermercato a Trabia, hanno contattato una ditta privata di ambulanze per trasportare la madre a casa. Una scelta per garantirle la massima assistenza alla donna. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i due impiegati della ditta che avrebbe dovuto occuparsi del trasporto, hanno prelevato in barella la paziente dal quarto piano dell’ospedale, e in ascensore l’hanno condotta al piano terra. Davanti all’area del pronto soccorso uno dei due dipendenti della ditta si sarebbe allontanato per avvicinare il mezzo alla rampa e agevolare così le operazioni. L’altro, invece, sarebbe rimasto con la donna. Ed è in quel momento che è avvenuta la tragedia inspiegabile.

Per cause in corso di accertamento, infatti, la barella si è ribaltata e l’anziana avrebbe sbattuto con violenza la testa sull’asfalto. A questo punto sono intervenuti i sanitari del pronto soccorso e hanno riportato la donna in ospedale. Ma dopo tre giorni di ricovero, a causa di un’emorragia, è morta. “Non è accattabile morire in questo modo – dice il sindaco di Trabia Francesco Bondì – Tutti in paese conoscono la famiglia di Vincenza. Ci stringiamo tutti alla famiglia colpita da un dolore così grande per una morte davvero assurda. Terribile quello che è successo. La mia comunità è rimasta sconvolta dalla notizia dell’accaduto”. I tre figli dell’anziana, assistiti dall’avvocato Francesco Paolo Sanfilippo, hanno presentato una denuncia alla procura di Termini Imerese contro ignoti per cercare di ricostruire la dinamica dei fatti e accertare eventuali responsabilità da parte della ditta privata e dell’ospedale. I privati, affranti dal dolore, non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazioine.

Il sostituto procuratore Concetta Federico ha disposto il sequestro della salma, per consentire l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni nel reparto di Medicina legale del Policlinico universitario di Palermo. Sequestrata anche la cartella clinica che è stata raccolta dai carabinieri del reparto territoriale di Termini Imerese.

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Cronache

Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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Cronache

‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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