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Politica

Di Maio presenta a Mattarella le dieci priorità per un futuro governo col M5S, si tratta col Pd

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In ultimo ma non per ultimo al Quirinale sale la delegazione del M5S nella seconda giornata di consultazioni. Dura meno di un’ora l’incontro con il Presidente Sergio Mattarella. All’uscita Luigi Di Maio ha spiegato che “il M5s è il primo partito in Parlamento, i cittadini ci hanno eletto per cambiare il Paese non assecondare capricci”. “A causa della crisi si rischia di portare il Paese nelle condizioni del 2011 – ha dichiarato il leader del Movimento nella conferenza stampa dopo il colloquio con il Capo dello Stato -. Il voto non può essere una fuga dalle promesse fatte agli italiani. Abbiamo perso consenso, ma il coraggio non è di chi scappa, ma di chi prova a cambiare le cose. Pronti per un governo con una maggioranza solida”. “Abbiamo informato Mattarella -spiegato Di Maio – di 10 obiettivi prioritari per l’Italia. 1) taglio del numero dei parlamentari. 2) Manovra equa 3) Green new Deal: cambio di paradigma sull’ambiente. Italia al 100% con energie rinnovabili 4) Legge sul conflitto di interesse e Riforma della Rai. 5) Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il sistema di elezione del CSM 6) Autonomia differenziata e riforma degli enti locali 7) Legalità. Carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. Contrasto all’immigrazione illegale. 8) Piano straordinario per il Sud 9) Una riforma del sistema bancario. Separazione banche commerciali e d’investimento 10) Tutela dei beni comuni come scuola, acqua, sanità”. Su queste dieci priorità il M5S è disposto a formare un governo che sia capace di fare tutto e riportare il Paese al voto in sicurezza. Un  governo che, se dovesse nascere, sarebbe di legislatura e non balneare. Ma non sarà facile.

“Abbiamo informato il capo dello Stato di quelli che secondo noi sono obiettivi prioritari per gli italiani, dieci impegni che secondo noi devono essere portati a compimento” ha spiegato Di Maio che ha puntato su alcuni temi come “un cambio di paradigma sull’ambiente 100 per cento sostenibile, con un new deal, tutti gli investimenti pubblici dovranno avere al centro il cambiamento climatico”.  “Una legge sul conflitto di interessi e riforma della Rai”, con una tv che sia sul modello della Bbc. “Carcere a grandi evasori lotta alle mafie. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo d’elezione dei membri del Csm: massimo 4 anni per avere una sentenza definitiva”. “Un piano straordinario di investimenti per il Sud anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti” Serve “una manovra equa” che preveda “il salario minimo orario, il taglio del cuneo fiscale, la sbrurocratizzazione, il sostegno alle famiglie alle nascite. Gli italiani rischiano di pagare 600 euro in piu’ nel 2020 e dobbiamo impedirlo assolutamente. C’e’ anche da abbassare le tasse e va fatto” ha detto sempre il leader del Movimento 5 Stelle. Che poi ha parlato di “tutela dei beni comuni: la scuola pubblica è un bene comune, l’acqua è un bene pubblico, bisogna approvare subito la legge sull’acqua pubblica; revisione delle concessioni autostradali”. E infine: “Il voto non ci intimorisce affatto ma il voto non può essere la fuga dalle promesse fatte dagli italiani. Abbiamo tante cose da fare”.  “I cittadini che ci hanno votato il 4 marzo, l’hanno fatto per cambiare l’Italia non il Movimento e penso anche che il coraggio non è di chi scappa ma chi prova fino in fondo a cambiare le cose, anche sbagliando con sacrificio e provando a fare le cose”. Quella di Di Maio è stata una puntuale elencazione delle cose da fare, punti di programma di un futuro governo da far diventare leggi per riportare l’Italia tra i paesi protagonisti. Ora toccherà al Pd farsi avanti e cominciar e a intavolare una trattativa che possa sfociare in un esecutivo di legislatura. Non un accenno a Salvini, non una parola sulla Lega, non una polemica.

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Conte alla prova della costituente, incognita Grillo

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In ballo c’è il futuro del Movimento, con la regola del doppio mandato, il nome e il simbolo. E perfino gli incarichi di Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza) e di Beppe Grillo: nessuno dei due può essere sicuro che lunedì ricoprirà ancora lo stesso ruolo. E poi c’è un’incognita più contingente, che però incide molto sul clima – se non sull’esito – della Costituente M5s, che si aprirà nelle prossime ore a Roma: la presenza del Garante. Grillo ha saputo tenere alta l’attesa, anche se i beninformati dicono che difficilmente si farà vedere di persona. “E’ imprevedibile, magari farà un collegamento video”, azzarda qualcuno. Per adesso, però, agli organizzatori non è stato comunicato nulla. “In ogni caso – fanno sapere – massima disponibilità a dargli la parola”.

L’altra incognita, stavolta legata al regolamento, è quella del quorum: gli iscritti sono 88.943 e perché siano valide le decisioni su alcuni temi, come il ruolo del garante o il cambio del nome e del simbolo, dovrà votare la maggioranza più uno. E’ un passaggio tecnico ma anche politico. E infatti nel M5s qualche preoccupazione c’è. Già da giorni, la truppa dei parlamentari vicini a Conte mette in guardia dal “sabotaggio”, cioè da un’azione pro-Grillo che sarebbe in corso per incentivare l’astensionismo, in modo da vanificare i voti “di peso” e quindi l’esito stesso della Costituente. Che, ogni ora di più, assume l’aspetto del duello fra Conte e Grillo.

E’ vero che si tratta di un passaggio pensato per ridisegnare e quindi rilanciare un Movimento uscito con le ossa rotte dalle ultime tornate elettorali, ma è anche vero che sia il presidente sia il garante hanno finito per personalizzarlo. Grillo cercando di minare fin dall’inizio il percorso, Conte mettendo sul piatto la sua stessa permanenza alla guida del M5s. Fra le decisioni che i militanti sono chiamati a confermare o a sconfessare, infatti, c’è anche quella sul campo progressista. “Se questo fosse messo in discussione con una soluzione interamente opposta ne trarrei le conseguenze – ha detto Conte – E questa si chiama coerenza”. Mentre non si è sbilanciato sugli altri temi che animano il dibattito nel M5s, come il doppio mandato e il nome.

“Sono in ascolto della comunità – ha detto Conte – lasciamo che decida. Ci sono tantissime altre urgenze, dalla sanità al lavoro sottopagato, al contrasto dell’evasione fiscale, giustizia, transizione ecologica. Tantissime questioni che definiscono i nuovi obiettivi strategici su cui tutti i nostri iscritti stanno votando”. A Grillo, il messaggio della vigilia lo ha lanciato la deputata Vittoria Baldino, vicina a Conte: “Si parla di scissione quando una parte se ne va. L’abbiamo subita nella scorsa legislatura con Luigi Di Maio e ci ha portato bene alle elezioni politiche. Ci sarà un voto della base e a chi non starà bene la direzione decisa insieme sarà libero di compiere le proprie scelte. Ma è legittimo e lo dico senza biasimare nessuno. Meglio uscire che fare opposizione interna”.

E anche Conte, in un’intervista al Qn, ha detto la sua sul progetto dei fan di Grillo: “Il M5s non può tornare indietro né vagheggiare un ritorno alle origini che oggi, in un contesto politico anche internazionale completamente differente, non avrebbe senso e ci porterebbe solo all’isolamento e all’irrilevanza”. Insomma, il clima è da quiete prima della tempesta. Dalla sede M5s, Conte viene descritto come “sereno e soddisfatto del lavoro fatto finora. Quella di domani – viene spiegato – è la chiusura di un procedimento collegiale e partecipativo che va avanti da 3 mesi. Sarà un momento della verità, in un clima di coesione”. Rassicura la partecipazione: “sold out di presenze – viene spiegato – 3.500 i partecipanti”. Il clou della Costituente sarà domenica alle 15, quando ci sarà la chiusura del voto e lo scrutinio: il momento della verità.

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Psi, per Regionali in Campania lista aperta al riformismo e al futuro del Sud

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Il segretario regionale del Psi, Michele Tarantino ha convocato una riunione insieme ai membri della direzione nazionale di Napoli(Antonio Demitry, Roberto De Masi, Pasquale Sannino e Antonella Marciano, Felice Laudadio), al consigliere regionale socialista, Andrea Volpe, Marco La Monica, Felice Iossa e Giulio Di Donato, per discutere il nuovo percorso politico del Partito Socialista Italiano in vista delle Regionali 2025. Il PSI lancia un appello a tutte le forze riformiste, ai movimenti civici e a quei cittadini “che non si sentono rappresentati dagli attuali partiti ma vogliono contribuire a costruire una proposta politica innovativa, inclusiva e concreta.

La lista socialista è pronta ad accogliere le istanze di chi desidera un Mezzogiorno più forte, coeso e protagonista di un’Italia moderna e solidale. Invitiamo tutte le realtà riformiste, associative e civiche, e i cittadini che non si riconoscono nei partiti tradizionali a unirsi alla nostra lista e al nostro progetto. Insieme possiamo costruire una Campania e un Mezzogiorno più giusti, moderni e capaci di rispondere alle sfide del futuro”. “La recente bocciatura da parte della Corte Costituzionale delle proposte di autonomia differenziata rende evidente la necessità di ripensare il regionalismo in Italia”.

Il PSI “intende aprire un dibattito serio e costruttivo su questo tema cruciale per il futuro del Mezzogiorno. A gennaio, avvieremo una grande Conferenza sul Regionalismo, coinvolgendo esperti, rappresentanti istituzionali e cittadini. Sarà un’occasione per elaborare proposte innovative che coniughino equità territoriale, efficienza amministrativa e solidarietà tra i territori, garantendo risorse e opportunità uguali per tutti”. “Guardando alle elezioni regionali del 2025, il PSI invita tutto il centro-sinistra ad avviare un dialogo aperto e costruttivo per definire un programma condiviso e ambizioso, così come indicato dal Segretario Nazionale, Enzo Maraio. È necessario rispondere insieme alle sfide della Campania, con particolare attenzione a temi come la giustizia sociale, la sanità, il lavoro, l’ambiente e il rilancio del Mezzogiorno. L’obiettivo è costruire una coalizione forte e coesa, in grado di offrire ai cittadini una visione chiara e condivisa per il futuro della Regione”, conclude la nota.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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